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Realtà ”potenziata”, esperimenti per nuovi strumenti giornalistici

Giornalisti ed editori stanno esplorando il modo di utilizzare la tecnologia emergente conosciuta come Augmented Reality nel loro lavoro – Un articolo su Poynter.org fa il punto sulle ricerche nel campo dell’ AR

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La Augmented Reality, o AR, – una sorta di stratificazione di informazioni digitali su immagini del mondo fisico reale – è un procedimento che è possibile utilizzare in diretta su dispositivi “intelligenti”, fra cui l’ iPhone o quelli che utilizzano la piattaforma Android di Google.

Michael Yaoung, Creative technologist del New York Times e i giovani del suo team stanno sperimentandol’ uso della AR in campo giornalistico: per ora nel settore del geo-giornalismo, la messa a punto di fasci di informazione legate a determinate località, con recensioni di ristoranti, elenchi di appartamenti in affitto o in vendita, ecc. Oppure con la sovrapposzione di dati di archivio a determinati artivcoli, come accade per esempio sui servizi settimanali di architettura di Christopher Gray.


Una applicazione recente, chiamata Lyar, di cui è facile immaginare delle utilizzazioni giornalistiche, racconta Dorian Beckoil su Pynter, consente di far apparire sull’ immagine del cellulare puntata su una porzione di mappa geografica la localizzazione delle somme investite dal governo per salvare aziende in crisi (il tutto utilizzando la banca dati governativa Recovery.gov.

Un’ altra applicazione – racconta Poynter – è quella utilizzata dalla rivista online Esquire che nel numero di dicembre consentirà ai propri lettori di ottenere immagini in movimento durante la consultazione di alcuni degli articoli, come per esempio – viene annunciato – un attore che mostra il suo abbigliamento per la prossima stagione, ecc.

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