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I-reporter e cyber inviati

In piena sintonia con le dinamiche emerse più di una volta (e descritte sotto) al Festival di Perugia, e soprattutto al MediaCamp conclusivo, sabato scorso l’inserto D-donna de ‘la Repubblica’ ha pubblicato un’ampia inchiesta sulle frontiere del Citizen Journalism, in Italia e nel resto del mondo.
Oltre a citare lsdi.it e illustrare una varietà di esempi operativi sul campo, Marta Maineri scrive: “…certo oggi gli utenti hanno cambiato non solo il modo di approcciare le informazioni, più rapido e meno filtrato, ma anche di partecipare alle notizie, commentandole, rilanciandole e spesso producendole direttamente. … Convinti che nessun cronista potrà mai essere veloce quanto chi si trova sul posto e che nessun giornale potrà mai coprire il numero degli eventi che possono garantire gli utenti di Internet”. Senza però mancare di sottolineare aspetti (purtroppo) tipici della situazione nostrana: “Nonostante l’intensità del dibattito, in Italia solo alcuni quotidiani e magazine sembrano sperimentare forme di collaborazione fra giornalisti professionisti e cittadini.” Il trend verso varie forme di giornalismo partecipato continua comunque la sua corsa, da cui l’inevitabile conclusione: “Quale futuro per il giornalismo tradizionale? Presto per dirlo. ‘Siamo davanti a una profonda trasformazione, cambieranno forme e modelli, ma certo non sparirà il giornale’, conclude Ferri.”

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