– Guinea: oscurata tutta l’ informazione dopo la proclamazione della legge marziale
Il Centro americano di PEN Interntional si è unito all’appello di altre otto organizzazioni universitarie per la difesa della libertà di espressione per chiedere al Congresso di seguire da vicino la censura che il governo ha imposto agli scienziati, dopo un’udienza nel gennaio scorso, nel corso della quale sono state esaminate delle dichiarazioni che affermano che dei funzionari avrebbero ritoccato dei rapporti scientifici e preso altre misure per minimizzare l’importanza del cambiamento climatico.
Il 30 gennaio, il Comitato della Camera dei Rappresentanti incaricato della sorveglianza e delle riforme del governo ha ascoltato diversi testimoni, tra i quali alcuni storici scienziati consulenti del governo, che hanno raccontato come i loro rapporti sul cambiamento climatico sino stati edulcorati a seguito di pressioni dell’amministrazione Bush. Uno studio recente condotto dalla Union of Concerned Scientists e dal Government Accountability Project ha rivelato come l’ingerenza della politica è generalizzata nello studio della climatologia a livello federale. Il rapporto contiene un sondaggio effettuato su centinaia di scienziati che lavorano in agenzie federali.Â
Gli scienziati intervistati hanno raccontato di essere stati protagonisti di almeno 435 episodi di ingerenza politica nel loro lavoro nel corso degli ultimi 5 anni. Circa la metà degli intervistati è stato testimone o direttamente protagonista di pressioni per eliminare espressioni come “cambiamento climatico”, “riscaldamento del pianeta” e simili.
Consultare:
 – PEN International : http://www.pen.org/viewmedia.php/prmMID/1204/prmID/172
– Dichiarazione congiunta : http://ncac.org/science/related/climate_statement.cfm
– Comitato di sorveglianza:
http://oversight.house.gov/story.asp?ID=1162
– Union of Concerned Scientists : http://www.ucsusa.org/
– Government Accountability Project : http://www.whistleblower.org
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GUINEA: OSCURATA TUTTA LÂ’ INFORMAZIONE DOPO LA PROCLAMAZIONE DELLA LEGGE MARZIALE
– Continua dal 12 febbraio in Guinea, paese dell’Africa dell’Ovest, lÂ’ embargo sull’informazione imposto dopo che il presidente Lansana Conté ha proclamato la legge marziale in reazione alle numerose manifestazioni di protesta che chiedevano le sue dimissioni.
Secondo Reporters sans Frontières (RSF), nella capitale Conakry c’è soltanto un’unica stazione radio che diffonde, “Nostalgie FM”. L’emittente pubblica, Radiodiffusion Télévision Guinéenne, trasmette solo i comunicati diffusi dal capo di Stato maggiore, il generale Kefala Camara. Dalla proclamazione della legge marziale non è stato pubblicato nessun giornale. I redattori avrebbero dovuto sottoporre gli articoli ad una autorizzazione preventiva. Gli ambulanti si rifiutano a loro volta di vendere per le strade i giornali perché temono di infrangere gli ordini dell’esercito. Dal 13 febbraio Internet e i quattro service del paese sono inaccessibili. Gli Internet Caffè sono chiusi e i loro proprietari temono ripercussioni in caso di riapertura.
Secondo le notizie riportate da Reporter sans Frontières, il Comitato per la protezione dei giornalisti e la Federazione Internazionale dei giornalisti, il giorno della proclamazione della legge marziale, l’emittenmte porivata “Familia FM” è stata costretta ad abbandonare le frequenze dopo l’irruzione negghli uffici della redazione di venti soldati della guardia repubblicana.
Un’altra emittente privata, “Liberté FM”, è stata costretta a chiudere lo stesso giorno dopo che un’unità della guardia presidenziale ha saccheggiato gli studi e arrestato due impiegati. Il conduttore Mohammed Tondon Camara e il tecnico DavidCamara sono stati imprigionati per un giorno e malmenati. L’attacco è seguito ad una trasmissione nel corso della quale gli spettatori intervenuti per telefono avevano chiesto le dimissioni del presidente Conté, secondo le fonti di FIJ.
Una terza emittente, “Private Soleil FM”, ha smesso di trasmettere il 12 febbraio dopo avere ricevuto minacce anonime.
La legge marziale vieta tutte le manifestazioni e le riunioni, e impone gravi restrizioni degli spostamenti alla popolazione, racconta Human Right Watch. Autorizza l’esercito ad arrestare e incarcerare tutti i sospettati di rappresentare un pericolo per la pubblica sicurezza; a perquisire e sorvegliare le redazioni; a imporre dei limiti molto stretti a tutti i mezzi di comunicazione.
La crisi attuale è iniziata dopo che i sindacati operai hanno dichiarato all’inizio dell’anno uno sciopero generale per protestare contro le condizioni economiche, l’inflazione galoppante e la corruzione, sottolinea Human Rights Watch. Si calcola che nei disordine nel corso delle manifestazioni ci siano nstate oltre cento vittime.
Secondo lo studio di Freedom House sulle libertà civili nel mondo nel 2007, la Guinea è classificata come un paese “non libero”. “I cittadini non posso scegliere il governo democrticamente. Questo controlla la Commissione elettorale nazionale e le liste elettorali. Il governo dispone di vastisimi poteri che consentono di bloccare le voci di dissenso, e la diffamazione è considerata un crimine”.
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Consultare:
 – Human Rights Watch : http://www.hrw.org/english/docs/2007/02/15/guinea15350.htm
– RSF : http://www.rsf.org/article.php3?id_article=21063
– FIJ : http://www.ifj.org/default.asp?Index=4636&Language=EN
– CPJ : http://www.cpj.org/news/2007/africa/guinea14feb07na.html
– Freedom House : http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=70&release=465
– AlertNet : http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L19717082.htm
– BBC : http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/6374393.stm
– International Crisis Group : http://www.crisisgroup.org/home/index.cfm?id=4661&l=1
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