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UNA ‘RETE SOCIALE’ PER I GIORNALI


City Tools ha realizzato un servizio che consente ai giornali di mettersi in rete per condividere contenuti e servizi come i piccoli annunci pubblicitari e creare automaticamente delle rubriche collaborative

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City Tools ha realizzato un servizio che consente ai giornali di mettersi in rete per condividere contenuti e servizi come i piccoli annunci pubblicitari e creare automaticamente delle rubriche collaborative. Si tratta del primo ”social network” specifico per editori di giornali.

Lo segnala, fra gli altri, Benoit Raphael sul suo blog ‘Demain tous journalistes?”, spiegando che, con un abbonamento mensile (650 dollari, cio� molto meno di un abbonamento a una agenzia di stampa) gli editori hanno a disposizione una rete collettiva che è possibile calibrare su misura: ciascuno infatti può scegliere sia i contenuti da mettere in comune sia i propri partner editoriali. E può, soprattutto, creare un servizio tematico collettivo inviando gli altri partner della rete a riversarvi i propri contenuti su quel tema.

La rete può essere chiusa (solo i media partner vi hanno accesso) oppureaperta (chiunque può partecipare).
Si tratta – secondo Benoit Raphael – di una sorta di ‘’hub’’ editoriale, che consente ai media disviluppare in comune dei robusti contenuti verticali e di andare a individuare dei mercati di nicchia.

‘’Per esempio – chiarisce – se avete bisogno di creare un servizio sull’ economia agricola oppure sulle collezioni di automobili ma vi mancano i contenuti, create un ‘’hub’’ che consentirà a tutti di aggiungere i propri articoli e le proprie foto sul tema’’.
Il servizio funzionerà poi come una sorta di agenzia di stampa. Ciascuno si serve e distribuisce i contenuti come meglio crede (carta, web, cellulare…, free o a pagamento, ecc.).

Per il momento il servizio propone solo testi e foto, non ancora video. E lo stesso vale per i piccoli annunci.

Secondo Raphael, si tratta di uno strumento molto interessante, per i giornali isolati, di creare la massa critica necessaria per lottare contro i giganti dei piccoli annunci senza dover vendere la propria anima.  
     

Citizen journalism locale

Ma City Tools va ancora più lontano: il servizio consente non solo agli editori ma anche agli internauti di unirsi alla danza. Qualunque internauta può sottoporre le proprie informazioni. Lo scopo? Avere la possibilità di essere notati e pubblicati dai grandi giornali che partecipano alla rete.

E non solo. Per evitare che le informazioni si perdano nell’ oceano delle news, l’ internauta è invitato a crearsi un suo proprio gruppo di intervento: per località, per temi di interesse (per esempio un gruppo interessato al calcio) o per associazione.

Il servizio, a parere di Raphael, è ancora ‘’un po’ complesso e arido, ma permette ugualmente di pubblicare e condividere le informazioni iperlocali di carattere pratico. E’ comunque ingegnoso, in quanto gli utenti posono creare delle proprie liste  su tutto. I migliori film d’ azione, i quartieri più pericolosi, gli attori più belli, i migliori ristoranti in città, ecc. Si possono collegare le liste fra loro o combinarle per creare dei superlenchi collettivi.

La magia della rete…

L’ idea è appassionante, ma l’ interfaccia è ancora troppo flou.

L’ alchimia è complessa ma inventiva. Resta da vedere se la magia funzionerà. Il Washington Post comunque  sta già per testare il servizio.

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