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INTERNET NON HA UCCISO I QUOTIDIANI


I lavori del 60° Congresso mondiale dei quotidiani e del 14° World Editor Forum a Capetown – Le vendite aumentate del 2,3% nel 2006 – Pubblicità in calo dell’1,7 per cento negli Stati Uniti, del 3,2 per cento in Giappone e del 4 per cento nel Regno Unito – Il boom di Cina e India – Una ricerca sui giovani lettori – La Golden Pen a Shi Tao

Internet non ha ucciso i giornali, che anzi – contrariamente alle ricorrenti previsioni pessimistiche – sono in buona salute e stanno cercando di rafforzarsi e di crescere, anche se il processo di cambiamento si presenta molto complesso.

In estrema sintesi � questo il bilancio – forse esageratamente ottimistico – dei lavori del 60 Congresso mondiale dei giornali e del 14° World Editor Forum, che la settimana scorsa hanno raccolto a Capetown, in SudAfrica, 1600 professionisti dei media – editori, direttori e redattori capo, manager e studiosi – provenienti da 109 paesi.

‘’Con una diffusione in aumento, un numero record di testate a pagamento, investimenti superiore ai 6 miliardi di dollari nel 2006, un marketing aggressivo e il lancio di numerose iniziative collaterali, si è grandemente esagerata la ‘morte’ dei giornali’’, ha rilevato Gavin O’Reilly, presidente dell’ Associazione mondiale dei giornali (WAN), che ha organizzato l’ appuntamento sudafricano.

Le cifre

Nel 2006, sono state vendute giornalmente oltre 515 milioni di copie di giornali cui si aggiungono 40,7 milioni di copie gratuite, è stato sottolineato al Congresso, sulla base dei dati contenuti in un Rapporto sui World Press Trends. L’associazione stima che 1,4 miliardi di persone leggano il giornale tutti i giorni. “La diffusione dei quotidiani continua a registrare un forte incremento nei paesi emergenti, mentre nei mercati maturi si rileva una notevole resistenza, rispetto all’attacco dei media digitali”, commenta Timothy Balding, amministratore delegato dell’associazione. “Persino in molti Paesi industrializzati la diffusione tiene oppure aumenta.”

I quotidiani a pagamento hanno riportato un aumento dei proventi pubblicitari del 3,8 per cento l’anno scorso, per un incremento del 15,8 per cento nell’arco degli ultimi cinque anni, secondo il rapporto. Non sono disponibili le cifre per i 287 giornali gratuiti pubblicati oggi nel mondo, che insieme costituiscono l’8 per cento della diffusione mondiale del settore.

“La quota del mercato pubblicitario mondiale detenuta dai quotidiani è rimasta pressoché salda al 29,6 per cento, con un arretramento solo marginale rispetto al 29,8 per cento del 2005,” dice l’associazione. “I giornali rimangono il secondo maggiore veicolo pubblicitario al mondo, dopo la televisione”, aggiunge.

Tenendo conto anche delle riviste, la stampa nel suo insieme rappresenta il principale mezzo per la pubblicità, con una quota di mercato del 42 per cento, rispetto al 38 per cento della televisione, dice il rapporto.

I proventi pubblicitari dei quotidiani sono saliti del 23 per cento in India e del 16 per cento in Cina l’anno scorso, mentre si è riscontrata una flessione dell’1,7 per cento negli Stati Uniti, del 3,2 per cento in Giappone e del 4 per cento nel Regno Unito.

Il numero di nuovi quotidiani a pagamento è salito del 3,5 per cento l’anno scorso, per raggiungere la cifra record di 11.207. “Sette su 10 tra i 100 quotidiani a maggiore diffusione nel mondo sono oggi pubblicati in Asia”, indica Wan, con il 60 per cento di questi pubblicati in Cina, Giappone e India.

Il maggiore mercato per la stampa quotidiana risulta la Cina, dove nel 2006 sono state vendute 98,7 milioni di copie al giorno.

*I dati globali, con dettagli zona per zona, sono reperibili sul sito della WAN a http://www.wan-press.org/article14321.html.

 

La stampa resta il mezzo preferito  da chi vuole informarsi

“Nei mercati in via di sviluppo, i giornali continuano ad aumentare la loro diffusione a passi da gigante – ha aggiunto Balding – mentre in quelli mature le vendite mostrano una resistenza notevole di fronte all’ assalto dei media digitali. Anche in numerosi paesi avanzati l’ industria dei giornali mantiene o rinforza le sue vendite. E parallelamente i giornali stanno cercando di sfruttare pienamente tutte le nuove opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Ed è da sottolineare come nel pieno della marea digitale la stampa scritta resta il media preferito dalla maggioranza dei cittadini che desiderano essere informati’’.

E comunque, la sfida resta tutta in piedi, anche perché – come ha detto Mario Garcia, amministratore delegate dell’ omonimo gruppo editoriale Usa – ‘’resta invalicabile il fattore tempo: a quante cose una persona normale può concretamente dedicarsi il 24 ore? E’ quella la sfida che dobbiamo affrontare’’.

In ogni caso, sul piano più generale, il cuore dell’ industria editoriale resta la produzione di informazione, di contenuti. “I norvegesi hanno speso nel 2006 125 milioni di euro in contenuti sui cellulari. Più del 70% di questi ricavi sono andati ai fornitori di contenuti, compresi gli editori di giornali”, ha spiegato Erik Nord, CEO di Telenor, Norvegia.

I lettori giovani

Sul piano della credibilità, i giovani secondo uno studio commissionato dalla WAN, percepiscono i media tradizionali come più accurate ed affidabili dei new media, ma molti di essi ricavano il grosso delle infrmazioni interamente da una sola fonte, la famiglia e gli amici.

Si tratta di un dato di partenza, da cui si svilupperà una fase più avanzata della ricerca, che coinvolgerà 1.000 giovani fra i 15 e i 29 anni di vari paesi del mondo.

Il progetto si chiamerà Youth Media DNA.

Il relativo articolo è su http://www.wan-press.org/article14281.html

 

La Golden Pen a Shi Tao

Quest’ anno il premio è andato al giornalista ccinese Shi Tao, che sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione anche grazie alle informazioni che Yahoo avrebbe fornito alle autorità di polizia cinesi.

Il premio è stato ritirato a Capetown, alla presenza del presidente della Repubblica sudafricana Thabo Mbeki, dalla madre del dissidente cinese, Gao Qinsheng, che ha definito suo figlio “una vittima evidente della morsa contro la libertà di stampa”

‘’Mio figlio – ha proseguito la donna fra le lacrime – ha fatto soltanto quello che ogni giornalista coraggioso avrebbe fatto. Ed è proprio per questo che ha ricevuto il sostegno e la simpatia dai suoi colleghi di tutto il mondo’’.

Il testo completo del suo intervento è su http://www.wan-press.org/article14357.html.

WAN ha annunciato l’ intenzione di organizzare, in occasione delle prossime Olimpiadi, una campagna per ottenere il rilascio di Shi Tao e delle altre decine di dissidenti incarcerati, che fanno della Cina la più grossa prigione per giornalisti del mondo.

 

Libertà di stampa

Fra i documenti approvati dal Congresso e dal Forum da segnalare la  Dichiarazione di Table Mountain per la libertà di stampa in Africa. Il documento, fra l’ altro, sollecita i governi africani ad affrntare con urgenza questa delicata materia in vista dell’ abolizione di tutte le leggi che ostacolano la libertà di stampa e sollecitano campagne più puntuali ‘’contro le violazioni e le restrizioni della libertà di espressione in Africa’’.

Il documento rileva anche come la mancanza di libertà di stampa in Africa inibisca lo sviluppo del continente e privi milioni di africani dei loro diritti.

Il testo della dichiarazione è su http://www.wan-press.org/article14289.html

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