Net ripropone in edizione paperback La fabbrica del consenso, il famoso saggio sull universo dei media
di Chomsky e Herman, che continua a conservare una stretta attualità
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I media servono a mobilitare lappoggio della gente agli interessi particolari che dominano lo stato e lattività privata, e spesso il modo migliore per comprendere, a volte con chiarezza cristallina e in profondità, le loro scelte, le loro enfasi e le loro omissioni è quello di analizzarli in questi termini. Parola di Noam Chomsky che aggiunge: questa tesi è ovvia. Ma il postulato democratico è che i media sono indipendenti e hanno il compito di scoprire e di riferire la verità, non già di presentare il mondo come i potenti desiderano che venga percepito.
E così che comincia il primo paragrafo della prefazione a La fabbrica del consenso (Manufacturing Consent), che Chomsky aveva scritto 20 anni fa con Edward S. Herman e che la NET a dieci anni dalla prima edizione – ripropone ora in edizione paperback, integrato con un saggio di Alberto Leiss e Letizia Paolozzi (La fabbrica del consenso – Noam Chomsky, Edward S. Herman Net 2006 pagg. 501.
Quell analisi delineata nel 1988 continua a conservare una forte attualità confermando La fabbrica del consenso come uno dei più importantistudi sull universo dei mass media mai svolto.
La stupefacente attualità dellanalisi di Chomsky ed Herman spiega Nuovimondimedia – è alla base di questa scelta editoriale. Riscopriamo il sopraccitato modello di propaganda costruito dai due studiosi, e lo vediamo applicato con sincronismi inappuntabili ad alcuni dei casi politico-mediatici più clamorosi verificatisi negli Stati Uniti nei due decenni precedenti alla pubblicazione del libro. È evidente come dietro a questa operazione si nasconda un invito implicito, quasi aritmetico: invertite i fattori, il risultato non cambia. Che, in questa circostanza, diventa: sostituite mentalmente gli scenari degli anni settanta e ottanta con quelli attuali, e il modello di Chomsky-Herman si dimostrerà altrettanto valido.