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FOTOGIORNALISMO: NASCE ‘’ANARCHY IMAGES’’, UNA AGENZIA CHE PUNTA AL ‘’MIGLIORAMENTO DELLA SOCIETA’’’

Si tratta di Anarchy Images – Un’ agenzia, spiega il suo fondatore, Jason Pagan, con una ‘’posizione alternativa rispetto al mercato fotografico’’ ma che ‘’non ha nessun connotato politico ben preciso’’ – In Italia accordo con Grazia Neri





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di Daryl Lang, da Pdnonline (http://www.pdnonline.com/pdn/newswire/article_display.jsp?vnu_content_id=1003018510)

Jason Pagan, un veterano di Black Star e dell’Archivio Bettmann, ha da poco dato avvio ad una propria agenzia, Anarchy Images, per riunire i fotografi che vogliono condividere la sua filosofia di lavoro: ‘’fotografo e agenzia che lavorano insieme per il miglioramento della società’’ (http://www.anarchyimages.com/philosophy.php)

Dall’annuncio dell’apertura della nuova agenzia il mese scorso, Pagan dice di aver ricevuto i dossier di oltre 200 fotografi interessati, e di aver trovato un accordo con cinque su una lista di quindici. Tra gli altri anche Joseph Rodriguez di New York, il dominicano Jon Anderson e il tedesco Daniel Etter.

Tra l’ altro, Anarchy ha anche stretto un accordo di distribuzione con l’agenzia italiana Grazia Neri.

Tra i reportages già pubblicati sul sito, le storie di Anderson sui lavoratori nelle piantagioni di Haiti, quello di Rodriguez sulle prostitute a Città del Messico e il lavoro di Etter sull’islam in India.

«Non stiamo cercando di fare tutto per tutti» dice Pagan, sottolineando come la sua agenzia sta volontariamente evitando di occuparsi dei generi più lucrativi come lo sport e le celebrità. La sua priorità è quella del fotogiornalismo. «E’ una cosa alla quale tengo molto, che è stata importante per me nel corso di molti anni» dice «e non mi faccio illusioni sulle possibilità di arricchirmi in questo modo».

Pagan spera comunque che Anarchy possa diventare un mezzo di incontro tra gli editori e i fotografi e risponde anche a chi si interroga sul legame tra la politica e il nome dell’agenzia. “Anarchy” rappresenta la posizione alternativa rispetto al mercato fotografico, specifica, ma non ha nessun connotato politico ben preciso.

Pagan ha iniziato a lavorare nel mondo della fotografia all’archivio Bettemann, ed era lì quando questo è stato comprato da Corbis. Poi è passato alla storica agenzia Black Star, diventando infine il direttore archivistico.

Lavorare in un archivio così importante, che comprende le storiche immagini del movimento dei diritti civili, è stata un’esperienza che l’ha colpito molto. Ma, spiega, «è stato come essere innamorato della donna di un altro». Voleva avere una propria agenzia.

Per ora, Anarchy Images ha sede a New York dove Pagan lavora con un assistente. Le vendite, ammette, per ora sono modeste ma sta lavorando al consolidamento dell’agenzia. Tra i progetti futuri c’è anche lo sviluppo  del sito Viewfinder (http://www.litfoto.com/education/viewfinder.html) , che sarà un blog e una comunità online per i fotografi dell’agenzia.

Le difficoltà restano quelle della crisi del fotogiornalismo, legata ai tagli di budget di quotidiani e riviste, e la presenza sul mercato editoriale di agenzie specializzate come Magnum, Polaris, Redux e Zuma Press.

(traduzione di Maria Itri)


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