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PRIMO PIANO SU AL JAZEERA

Un libro di Donatella Della Ratta sulla controversa prima rete all news araba Nel novembre 1996 nello stato del Qatar si accendono i riflettori della prima rete all news araba, Al Jazeera: slogan del neonato network, ”L’opinione e l’opinione contraria”. L’esperimento in brevissimo tempo ha ricadute straordinarie sul mondo arabo dell’informazione, ed è capace di generare una spinta decisiva verso la creazione di un mercato televisivo regionale delle news.

Ma se la rete del Qatar è ormai familiare ai pubblici globali non è certo per l’ innovazione della sua informazione, quanto per la difficile posizione che sta occupando all’interno del dibattito politico: da un lato le accuse di filoamericanismo da parte dei paesi arabi, che puntano il dito contro alcuni riferimenti non troppo ortodossi ai capi di stato, e soprattutto allo spazio concesso alle opposizioni dei regimi in carica. Posizione talmente dura da costringere nel 1998, l’Arab States Broadcasting Union a chiedere alla rete di “conformarsi al codice d’onore dei media arabi che promuove la fratellanza delle nazioni”. L’anno decisivo per l’audience occidentale è invece il 2001, quando Al Jazeera, con le corrispondenze dall’Afghanistan attaccato dagli Stati Uniti, ma soprattutto con la messa in onda dei comunicati di bin Laden, si guadagna la fama di portavoce del terrorismo islamico.

Il libro di Donatella Della Ratta, giornalista e studiosa del mondo dell’informazione arabo, parte proprio da qui, evidenziando come le reazioni contrastanti del network su scala globale producano confusione e disorientamento nella valutazione. Chi in passato ha studiato la rete l’ha valutata secondo standard politici, religiosi o ideologici, ma nell’altalena del dibattito tra i pro e i contro il rischio è di appiattire e di lasciare in ombra lo straordinario fenomeno editoriale che rappresenta.

Al Jazeera, tiene a specificare l’autrice, è una rete televisiva, non un’associazione politica o religiosa. L’analisi dovrebbe partire dal prodotto ultimo, misurabile: la produzione di immagini televisive, audience, informazione, palinsesti.
Il primo scopo di questo lavoro – scrive infatti ¬- è (…) quello di allargare il primo piano su Al Jazeera (…) a un campo lungo, dove risultino visibili lo sfondo, i contorni, il contesto in cui agisce la rete, i soggetti che le stanno accanto o dietro i quali essa si muove, le finalità che si prefigge di perseguire. (…) Troppe volte Al Jazeera viene trattata come una televisione senza storia: l’errore che molti studiosi commettono, persino coloro che non fanno mistero di ammirare le prodezze editoriali della rete, è di considerarla un momento di rottura netto nella storia dei media arabi. Piuttosto Al Jazeera (…) rappresenta il momento di definitiva maturazione del sistema mediale regionale.

Al Jazeera è un fenomeno innovativo, anche se gli elementi di efficienza economica sono ancora secondari rispetto agli obiettivi politici. La rete ha inaugurato un nuovo modo di fare informazione “all’araba” in grado di competere su scenari internazionali, esperienza straordinaria se si pensa che la televisione globale è storicamente presidiata da contenuti di lingua inglese. E ancora più importanti potrebbero risultare gli effetti che la rete produrrà sulle società arabe se, come la leggenda vuole, nei bar del Cairo la gente, vedendo passare le immagini di CNN commenta: “Ecco Al Jazeera americana!”.
(maria itri)



Donatella Della Ratta (premio Ilaria Alpi 2000 quale migliore autore televisivo under 30) si occupa di ricerca sui media arabi, scrive e produce programmi televisivi, collabora con il quotidiano Il Manifesto.

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Donatella Della Ratta

Al Jazeera – Media e società arabe nel nuovo millennio
(Bruno Mondatori Editore, 13.50 euro)

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