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CENSURA IN CINA: DA RSF UNA GUIDA PER IL CYBERDISSIDENTE

La copertina della guida > Mentre continuano le proteste contro Yahoo per il ruolo avuto nella condanna a 10 anni di reclusione del giornalista dissidente Shi Tao – anche i giovani della Margherita hanno lanciato una campagna (Boicottiamo Yahoo ), aumentano i controlli delle ‘’guardie rosse’’ informatiche su internet. In questo quadro Reporters sans frontières ha pubblicato una Guida pratica per blogger e cyberdissidenti dei paesi a rischio.

E’ in cinque lingue – francese, inglese, persiano, cinese e arabo – ed è stato realizzato da specialisti di vari paesi del mondo, fra cui il giornalista americano Dan Gillmor. Il progetto, spiega Rsf ( (qui ), punta ad aiutare gli internauti – soprattutto quelli che vivono in paesi repressivi – a creare la loro pubblicazione on line e a diffonderla preservando il proprio anonimato.

La guida

I blog appassionano, preoccupano, disturbano, colpiscono. Qualcuno li odia – scrive Rsf -, altri li ritengono i profeti di una nuova rivoluzione dell’ informazione. In ogni caso, visto che essi parlano la lingua dei normali cittadini, essi sono uno strumento formidabile per la libertà di espressione.
Nei paesi in cui la censura regna, dove i media tradizionali vivono all’ ombra del potere, i blogger sono spesso gli unici veri giornalisti. Sono i soli a fare una informazione indipendente, a costo di disturbare il potere e a volte a rischio della loro libertà.

Reporters sans frontières ha concepito questa guida per aiutarli, con consigli pratici e astuzie tecniche, a preservare il proprio anonimato, ad aggirare la censura – individuando la tecnica più adatta in ogni situazione -, ma anche a lanciare il proprio blog in condizioni favorevoli, a farlo conoscere – ottimizzando i riferimenti necessari per i motori di ricerca – e a rafforzare la sua credibilità attraverso il rispetto di alcune regole etiche e giornalistiche.

Giornalismo civico alla rovescia

La politica del governo cinese intanto si muove a vari livelli. Ma, a parte gli interventi tecnologicamente piu’ sofisticati – come il blocco del sito web di Google per costringere i navigatori cinesi a usare la versione cinese del sito, che rimuove gli articoli particolarmente ‘’sensibili’’ – vedi qui –,
l’ apparato punta molto sulla ‘’responsabilità’’ dei cittadini, invitandoli a denunciare la presenza sul web di ‘’articoli malsani’’ a un sito governativo – http://net.china.cn -.

Informazioni “inventate”? Articoli “malsani”? Opinione pubblica “fuorviata”? Le parole chiave di ogni tentativo di controllo dei flussi informativi sono tutte qui – rileva Mario Tedeschini Lalli sul suo blog -. C’ è anche l’ immancabile appello alla delazione, ma meno banale di quanto sembra: il regime fa propri, rivoltandoli a gambe all’aria e rendendoli irriconoscibili, alcuni tratti tipici della Rete come la volontà di partecipazione e il “controllo popolare sui media”. Un “citizen journalism” al contrario’’, commenta su ‘’Giornalismo d’ altri’’.

Interessante il testo della notizia diffusa dall’ agenzia Nuova Cina, che è possibile leggere nella traduzione italiana nello stesso post di Tedeschini Lalli.

L’ editto della agenzia Xin Hua (Nuova Cina).

PECHINO, 26 settembre – I siti giornalistici online che pubblicano storie che contengono informazioni inventate, pornografia, gioco d’azzardo o violenza rischiano severe punizioni fino alla chiusura.

Queste nuove misure sono parte di un nuovo regolamento dei servizi giornalistici online, presentato congiuntamente ieri dall’Ufficio Informazioni del Consiglio di stato e dal ministero dell’Industria informativa.

“Dobbiamo regolare meglio i servizi giornalistici online con l’emergere di così tanti articoli malsani che possono facilmente fuorviare l’opinione pubblica”, ha detto in una conferenza stampa ieri un portavoce dell’Ufficio informazioni.
Sono soggetti al regolamento i servizi che offrono articoli giornalistici online, che hanno bacheche elettroniche (BBS) o che hanno la funzione di inviare brevi messaggi di contenuto giornalistico ai telefoni cellulari.

I siti giornalistici creati da testate giornalistiche che pubblicano anche articoli non propri, nonché i siti di altre organizzazioni che offranto articoli giornalistici devono ottenere l’approvazione dell’Ufficio informazioni del Consiglio di stato. I siti di testate giornalistiche che offorno solo materiale proprio devono registrarsi presso l’ufficio informazioni centarle o presso gli uffici provinciali.
Il regolamento precisa inoltre che i mezzi di comunicazione collegati al governo centrale o direttamente dipendenti dai governi provinciali non possono a fornire materiale ad altri siti giornalistici online senza (previa) approvazione.
Nel novembre 2000 era stato reso noto un regolamento temporaneo dei servizi giornalistici online, ma secondo il portavoce “è rimasto molto indietro rispetto allo sviluppo dei servizi giornalistici online dal punto di vista della tecnologia, del contenuto e della forma. E’ pertanto necessario averne una versione aggiornata”.
Il pubblico aiuterà i dipartimenti dell’informazione a tutti i livelli a tenere sotto controllo i siti giornalistici. Chiunque trovi online articoli malsani può visitare il sito http://net.china.cn e riferirne.

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