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CARTA DI TREVISO: AVVIATA LA REVISIONE

Un gruppo di lavoro ha cominciato a riscrivere il codice deontologico sui rapporti giornalismo-minori A quindici anni dall’approvazione della Carta di Treviso, sarà  riscritto il codice deontologico che regola il rapporto stampa-minori. Un gruppo di lavoro dell’Ordine nazionale dei giornalisti ha già  cominciato a rivedere il documento creato nel 1990 e aggiornato con il Vademecum del ’95, con l’obiettivo di proporre un testo unico per ottobre, quando si terrà  un apposito convegno a Treviso.

Il gruppo di lavoro è formato da sette giornalisti consiglieri nazionali dell’Ordine, tra i quali un fotoreporter, e un membro esterno. La commissione si è riunita tre volte e ha iniziato a tracciare le direttrici su cui muoversi per rivedere e modificare il testo, ma non è ancora chiaro che cosa cambierà. “Siamo ancora in una fase di studio – spiega il coordinatore del gruppo di lavoro, Cosimo Bruno – ma c’è l’esigenza di adattare un testo vecchio di 15 anni alle novità  che si sono succedute nell’ambito della comunicazione. Basti pensare alla pubblicità , a Internet che non aveva un impatto così rilevante quando è stata scritta la carta. Ed è cresciuta l’attenzione anche nel rapporto Tv-minori come testimoniato dal bilancio del comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione Tv e minori dello scorso 28 gennaio”.
Il comitato infatti ha preso in esame 512 casi. Ben 146 procedimenti instaurati contro i 90 del 2003. Sono 53 i casi di violazione del codice e 48 segnalazioni di trasmissioni a luci rosse. Per il momento c’è solo un primo abbozzo della premessa al nuovo documento, che suona così:
La Tv, la stampa, la pubblicità  e internet svolgono un importante ruolo nella comunicazione e per l’educazione possono diventare strumento ingannevole, diseducativo e perverso. I frequenti eventi di violenza come immagini di guerre sono emblematici per un uso corretto e critico di una comunicazione attenta al rapporto coi minori.La priorità è quella di creare una coscienza etica attivata attraverso un’osservazione delle regole e conoscenza delle autoregolamentazioni.

Assoluta novità  la presenza in commissione di un fotoreporter per parlare del rapporto immagini-minori (la categoria non aveva partecipato alla stesura della Carta di Treviso e del Vademecum del ’95): “Vorremo delineare dei confini entro i quali noi fotografi e cineoperatori possiamo lavorare in modo sicuro per non incidere negativamente sul minore sfruttando sempre meno il sensazionalismo” spiega il fotoreporter prescelto, Remo Pecorara – è difficile il rapporto immagini-minori, spesso siamo impediti nel nostro lavoro. Ci vuole sensibilià  dei fotocineoperatori ma, pur trattandosi di un codice deontologico è necessario che sia legato a leggi e articoli ben precisi. La Carta ha bisogno di revisioni di questo tipo e va riscritta in maniera più concisa dal punto di vista letterale”.

I fotoreporter non sono l’unica altra categoria che il gruppo di lavoro vuole coinvolgere nel lavoro. Il gruppo di lavoro – si legge sul sito dell’Ordine – chiede ai Consigli regionali dell’Ordine, alle redazioni e a tutti i colleghi, di dare un contributo in questa direzione. E per la prossima riunione, prevista per febbraio, si cercherà  di coinvolgere per la prima volta anche Fieg (Federazione italiana editori giornali) e Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana), oltre al Telefono Azzurro, già  promotore del documento. “Coinvolgere l’editore è importante – continua Bruno – per bilanciare la libertà  di informazione che si traduce con la necessità  di fare scoop e la tutela del mondo dell’infanzia”.

Il confronto dovrebbe essere allargato anche a giornalisti e associazioni a livello europeo. “La prospettiva – spiega Tiziano Toffolo, presidente dell’associazione Carta di Treviso – è di creare un documento che possa avere anche una valenza europea e di giorno in giorno scopriamo che ci sono tante categorie da coinvolgere per approfondire il tema”.
Per il momento al lavoro si sono messi gli otto componenti della commissione: Cosimo Bruno (coordinatore), Laura Cancellieri, Remo Pecorara (fotoreporter), Franco Elisei, Elda Di Sacco, Felice Maselli, Giuseppe Anzalone e Tiziano Toffolo (presidente dell’Associazione Carta di Treviso).
Mancano ancora dei mesi ad ottobre, ma il primo passo è stato fatto. Attualmente esistono dei codici deontologici che intervengono a favore del minore e regolano il rapporto media-minori. Sono quattro i documenti che difendono i minori nel rapporto con i media: la Carta di Treviso del 1990, il successivo Vademecum del 1995, il codice di autoregolamentazione Tv e minori del 2002 e il codice di autoregolamentazione internet e minori del 2003.

LA CARTA DI TREVISO
La Carta di Treviso è il primo documento di autodisciplina, o meglio, autoregolamentazione deontologica che impegna i giornalisti a norme e comportamenti eticamente corretti nei confronti dei minori. E’ nata nel 1990 per iniziativa della Federazione della Stampa, dell’Ordine dei giornalisti e di Telefono azzurro (l’organizzazione che si occupa dei bambini in difficoltà  o che subiscono violenze) che formarono un gruppo di lavoro interdisciplinare, con giornalisti, magistrati, docenti ed esperti di pedagogia. Il documento prese il nome dalla città  che ospitò il convegno. La Carta di Treviso è del 5 ottobre del 1990, ma lo studio iniziò nel marzo dell’89. Con il testo si vuole salvaguardare il minore in quanto soggetto meritevole di una tutela privilegiata. Va salvaguardato con l’anonimato e neppure reso identificabile attraverso altri elementi. Sempre e comunque: sia vittima, artefice, oppure testimone di un reato. O comunque semplice protagonista di un fatto di cronaca. Va tutelato a prescindere anche dall’eventuale consenso dei genitori nel caso in cui la situazione possa turbarlo, danneggiare lo sviluppo della sua personalità  e la sua dignità  o nei casi in cui lui stesso possa essere strumentalizzato per altri fini. Nel caso dell’infanzia, il diritto alla riservatezza è fondamentale per non pregiudicare il già  delicato processo formativo del soggetto. Anzi, con una attenzione maggiore, tutelando non solo la riservatezza e l’identità  ma anche la dignità  e la personalità  complessiva. Per questo, anche se reso opportunamente irriconoscibile in televisione o non identificabile in un’intervista, è inaccettabile che il minore possa subire l’invadenza di microfoni o telecamere per fatti di cronaca in cui è coinvolto. Unica eccezione: i mezzi di informazione possono farsi carico delle responsabilità di pubblicazione dei dati personali o divulgazione di immagini, quando la vicenda sia realmente nell’interesse del minore (casi di rapimento o bambini scomparsi), ma sempre con il preventivo consenso dei genitori e del giudice competente o di chi ne abbia legittimamente la tutela.

VADEMECUM ‘95 – Cinque anni dopo l’approvazione della “Carta di Treviso”, constatando la presenza di violazioni al documento, i giornalisti, d’intesa ancora una volta con “Telefono azzurro” hanno ribadito e rafforzato i principi stabiliti nel ’90 per ottenere una maggiore protezione della dignità e dello sviluppo dei bambini e degli adolescenti, senza distinzione di sesso, razza, e religione. Saranno cinque i punti del Vademecum firmato il 25 novembre del 1995.

CODICE AUTOREGOLAMENTAZIONE TV E MINORI
Il codice emanato il 29 novembre del 2002 parte dal fatto che l’utenza televisiva è costituita – specie in alcune fasce orarie – anche da minori. Di conseguenza il codice prende in esame i minori sia come spettatori e ricettori del messaggio, ma anche come protagonisti di interviste o fatti di cronaca. Allora la tutela del minore si esprime “con il massimo rispetto della loro persona senza strumentalizzare la loro età  e la loro ingenuità , senza affrontare con loro argomenti scabrosi e senza rivolgere domande allusive alla loro intimità  e a quella dei loro familiari”. Le aziende televisive hanno stabilito fasce di ascolto “protette” e “rafforzate”. Il codice regola anche il rapporto minori-pubblicità,  volendo garantire una particolare tutela di questa parte del pubblico che ha minore capacità  di giudizio e di discernimento nei confronti dei messaggi pubblicitari”.

CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE ‘INTERNET E MINORI’
Il Codice di autoregolamentazione “Internet e minori” è stato firmato il 5 novembre 2003 dalla Commissione per l’assetto del sistema radiotelevisivo. Parte dal fatto che la presenza dei contenuti illeciti o nocivi per i minori che accedono alla rete telematica è divenuta sempre più pervasiva. Di conseguenza vengono formulate delle regole per aiutare gli adulti, i minori e le famiglie a un uso corretto e consapevole della rete telematica, tenendo conto delle esigenze del minore”.

FONTE: “Il Ducato on line”

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