
Terzo e ultimo nostro post estratto dai contenuti di un panel dell'ultima edizione del festival dell'economia di Trento. Come il titolo dell'articolo suggerisce, gli argomenti che tratteremo, rielaborando la sbobinatura del panel realizzata con pazienza e notevole dedizione dal
"nostro" Marco Dal Pozzo, riguarderanno i temi sempre più
"caldi" - anche alla luce dei molti miliardi di euro messi a disposizione dall'Europa per il rilancio degli Stati post-pandemia, e inseriti nel Pnrr
"nostrano" dai tecnici del Governo Draghi - la
"cosiddetta" transizione digitale. Un passaggio obbligatorio, per molti e corretti motivi, ma che il mondo sta realizzando in modi e maniere, a dir poco, originali, per non dire: assurdi. Lo proviamo a dire da molti anni su questa bacheca elettronica e dentro i nostri appuntamenti dal vivo nel festival
digit.
Recentemente, come ha scritto molto bene Nicola Zamperini in un suo recente post sul blog Disobbedienze, lo hanno ri-affermato in un documento scritto congiuntamente, numerosi scienziati di diversi paesi del mondo. Nell'articolo/appello pubblicato
sulla rivista scientifica PNAS, col titolo “Stewardship of global collective behavior", fra le altre cose si legge:
L’era digitale e l’ascesa dei social media hanno accelerato i cambiamenti dei