
Ci sono molteplici scuole di pensiero sull'uso più o meno consapevole delle risorse dell'intelligenza artificiale nel giornalismo. Nella crisi generale della professione, il sentimento che prevale nella maggioranza dei casi, è di preoccupazione. La gran parte degli addetti pensa che andrà a finire male e che presto i giornalisti saranno sostituiti da
"aggeggi" automatici,
"cosi" robotici e algoritmici. Noi ci siamo occupati del fenomeno svariate volte, sia su questa bacheca, sia dentro ai nostri appuntamenti formativo/divulgativi dal vivo denominati:
digit. In particolare abbiamo fatto il punto sul tema con un esperto italiano dell'argomento:
Nicola Bruno,
nell'evento digit Roma del 2018. Qui sotto trovate per intero il video dell'intervento del collega, da cui, nel frattempo, estraiamo di seguito alcuni passaggi salienti:
Fra il 2009 e il 2011 è iniziata, soprattutto negli USA, la sperimentazione dei primi programmi di scrittura giornalistica automatica. Il primo prototipo di programma di scrittura di testi per il giornalismo si chiamava "stats monkey" e realizzava i resoconti delle partite di baseball.
Da allora sono sorte delle aziende, soprattutto nel mondo anglosassone, specializzate nella realizzazione di "robot" per il giornalismo, come ad esempio, Narrative Science, o Automatic Insight, che producono programmi che