Foia

Cottarelli: ‘sparito’ il Dossier sulla spending review

Chigi, abbiamo un problema. C’è il rischio che i 25 documenti che compongono il Dossier dell’ex commissario Cottarelli alla spending review siano andati ‘smarriti’. Con i conti pubblici in dissesto, la Presidenza del Consiglio (PdC) e il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) si rimbalzano la responsabilità in materia, complice il dichiarato trasferimento di competenze - ma anche quello fisico del Commissario, il suo staff e la relativa documentazione – da Via XX settembre a Palazzo Chigi. A quanto pare nessuna delle due istituzioni è in possesso del Dossier richiesto lo scorso dicembre da FOIA.it (e non solo)
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Il FOIA sbarca in prima serata. Un piccolo passo per l’audience, un grande passo per l’informazione e la democrazia in Italia

La campagna per l'accesso ai 25 documenti del Dossier Cottarelli ha avuto un’ampia diffusione, anche a livello nazionale, con un esaustivo articolo del Fatto.it, il cui direttore, Peter Gomez, ha rilanciato il tema anche nel corso della trasmissione ‘di martedì’, in prima serata su La7. Si tratta di un momento importante della campagna per un FOIA in Italia, poiché, oltre alla volontà politica di un intervento serio in tal senso, a mancare finora è stata anche la giusta consapevolezza dei cittadini, raramente informati sui propri (disattesi) diritti in materia, specie da parte dei media mainstream. Qui l’estratto dell’intervento del Direttore Gomez sulla Iniziativa per un FOIA in Italia (www.foia.it) e sulla campagna per l’accesso al Dossier Cottarelli.
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”Ma che torture…” – parte seconda

Il Senato statunitense ha rilasciato un rapporto della C.I.A. relativo al ricorso alle torture durante la presidenza di George W. Bush. In attesa di conoscerne in modo più puntuale il contenuto, Lsdi ripropone i memorandum del Dipartimento della giustizia Usa sui cosiddetti metodi “duri” di interrogatorio della C.I.A., resi pubblici nel 2010 da Barack Obama grazie al suo ricorso al Freedom Of Information Act (FOIA). Dai rapporti si evince chiaramente come l’Amministrazione Bush fosse a conoscenza che tali metodi, in particolare il waterboarding, fossero assimilabili alla tortura, e avesse comunque dato l’autorizzazione a procedere. A suo tempo Lsdi aveva tradotto integralmente i memorandum, che riproponiamo qui di seguito.
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