
Campagna del Cpj per il diritto di cronaca: la politica aggressiva di Obama sui ‘leaks’ intimidisce giornalisti e fonti

La storia “dell’ unico giornalista detenuto nel mondo occidentale per aver fatto il suo mestiere”

Quanta paura del web

Il dato che spicca dall’analisi del CPJ, però, è che per la prima volta il numero di giornalisti on-line detenuti (45%) supera quello dei colleghi della carta stampata (42%). Scomponendo le cifre, poi, si scopre che buona parte degli e-journalist in stato di arresto è costituita da freelance che, non avendo le necessarie coperture legali, economiche e politiche, sono i più esposti al rischio di
Vita dura per i media indipendenti anche nell’ ”altro Iraq”

Arresti, aggressioni, e intimidazioni contro i giornalisti avvengono regolarmente, e si sono molto intensificati negli ultimi tre anni, di pari passo con lo sviluppo di una stampa indipendente, di dimensioni modeste ma combattiva”.Lo racconta Ornella Sangiovanni in un un articolo molto interessante sull’ Osservatorio Iraq, segnalando un Rapporto appena pubblicato del Committee to Protect Journalists (CPJ), organizzazione per la difesa della libertà di stampa che ha sede a New York.
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Cpj: 2007 anno più sanguinoso per la stampa

New York - Il 2 marzo 2007 Ivan Safronov, ex colonnello della aeronautica militare russa viene trovato morto a Mosca da due studenti. Safronov scriveva di affari militari per il quotidiano economico-finanziario Kommersant. Aveva fiutato una storia interessante: la vendita di jet militari e di missili da Mosca a Damasco, passando per la Bielorussia. Uno scoop che avrebbe fatto scandalo: cosa avrebbe detto la comunità internazionale di fronte ad una vendita simile, con un paese che è accusato assieme all’Iran di rifornire i “terroristi” di Hezbollah? Gli affari sono ciechi alla politica? E quale sarebbe stata la reazione di Washington?
Forse era meglio che l’ex uomo dell’aeronautica non parlasse. O magari