Mentre sempre più realtà chiedono a gran voce la “liberazione” delle informazioni del settore pubblico, la vera partita pare giocarsi intorno ai dati privati, i nostri, che vengono venduti a scopi commerciali e di ‘sicurezza’ globale
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a. f.) - Wikileaks torna a parlare, e lo fa da ‘spia’ che denuncia le Spie. A finire sotto la lente dell’organizzazione di Assange, infatti, è un
sistema globale di intercettazioni di massa perpetrato ai nostri danni dai
contractor delle intelligence occidentali, ma non solo. Scenari hollywoodiani - si legge nel
post della stessa Wikileaks - che da oggi sono realtà, come rivelato dalle
centinaia di documenti contenuti nel
data-base reso pubblico da WL e provenienti da
160 contractor impegnati nel settore della sorveglianza di massa.
La squadra assemblata da Assange e soci per questa nuova
data-inchiesta è piuttosto nutrita. Oltre a
Bugged Planet e
la ONG Privacy International, anche sei testate giornalistiche di altrettanti Paesi, e questa volta c’è pure l’Italia (le cui due principali testate si erano rifiutate,
per bocca dello stesso Assange, di partecipare al cosiddetto
Cable Gate) con
L’Espresso, insieme a ARD (Germania), il
Bureau of Investigative Journalism (Regno