
Il principale cambiamento indotto dallo sviluppo delle reti di quinta generazione sarà quello della
“materializzazione” di Internet. Finora il racconto del web si è incentrato sul suo aspetto immateriale, sulla possibilità di scambiare
“bit” invece che oggetti e di
“smaterializzare” qualsiasi interazione umana. L’arrivo del 5G capovolge questo punto di vista. Internet si appresta a connettere miliardi di
“oggetti” in quello che viene chiamato
“Internet delle cose” - IOT. Dalle automobili a guida autonoma, all’agricoltura di precisione, alle fabbriche 4.0, agli apparati per il monitoraggio dell’ambiente e per la cura a distanza della salute dei cittadini. Tutti questi
“oggetti” saranno tra loro connessi per realizzare reti
“materiali” in grado di assicurarci servizi difficilmente realizzabili senza milioni di sensori e di micro-attuatori distribuiti nel territorio. Queste
reti-servizio nasceranno
“dal basso”, a partire dalle esigenze degli utenti e non
“dall’alto” come parti delle reti degli operatori di telecomunicazioni che attualmente ci garantiscono la connessione ad Internet
(l’immagine è di limi4innovation.it).
Così spiegava
Antonio Sassano, Presidente della Fondazione Ugo Bordoni, in un
articolo pubblicato sul sito dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) su un argomento davvero molto interessante:
le Reti-Servizio 5G.
E poi continuava: