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Giochi Olimpici, giochi mediatici

La copertura mediatica delle Olimpiadi sembra un buon campo su cui testare diversi modi di interagire col pubblico. Un’occasione per raccontare un paese lasciando fuori cliches e luoghi comuni. Alcuni media si sono buttati a capofitto in sperimentazioni, chi con buoni risultati chi meno, qui di seguito alcune segnalazioni a ns avviso interessanti.

 

Ci pare corretto riportare la  premessa direttamente dal piano di comunicazione dell’organizzazione di Rio2016 che proprio gli obbiettivi a cui accenniamo sopra si è posta:

Più che in qualsiasi altra edizione, le comunicazioni ora giocano un ruolo fondamentale: per influenzare le percezioni, coinvolgere gruppi di pubblico, allineare le aspettative, modificare preconcetti, aumentare le opportunità e minimizzare i rischi. In una stretta collaborazione col Comitato Olimpico Internazionale Paraolimpico, il Comitato organizzatore onorerà queste sfide.

Premessa confermata?

Sul TIME con  fa un’analisi alla vigilia dei giochi, consultando anche i documenti ufficiali dell’organizzazione di Rio 2016. Qui sotto alcuni estratti.

ci si aspetta che l’organizzazione dei giochi e il comitato internazionale delle olimpiadi vogliano “combattere” per l’immagine dei giochi

nei documenti di strategia comunicativa i social media sono definiti come una forza globale e pervasiva, ma non è chiaro come saranno utilizzati ai giochi di Rio

lo IOC (Internatinal Olympic Committee) ha sviluppato delle linee guida sull’utilizzo  da parte di atleti e personale dei giochi dei social media

… se pensiamo alle Olimpiadi puramente come contenuti multimediali, allora parte della sua forza comunicativa sta nella capacità di coinvolgere le persone e porre riflettori su una serie di questioni al di là dello sport, sia appartamenti in affitto a breve termine sia fallimenti di importanti reti di media.

Sarah E.T. Robbins, giornalista, ha vissuto in Brasile dal 2012, cerca di spiegare su Columbia Journalism Review l’impatto che la copertura mediatica avrà sul Brasile.  Il succo della sua analisi si può riassumere in: i media con le loro immagini flash non riescono a raccontare l’intero e complicato Brasile.

gran parte della copertura ha rafforzato i cliches

non esiste un manuale per raccontare le Olimpiadi… ma le lezioni si possono imparare… la decisione più importante che un medium può prendere nel raccontare eventi come questi è mandare la propria squadra di giornalisti nel luogo dell’evento con largo anticipo

Cosa è successo dunque? come i media hanno raccontato le Olimpiadi? Vediamo alcuni esempi:

L’AP ha usato foto-robot “per mostrare punti di vista normalmente non accessibili. Una opportunità per avere immagini uniche”.

Il Poynter ha dedicato diversi post all’analisi della copertura dei Giochi. Il racconto delle imprese delle atlete è stato spesso impregnato di sessismo, a causa della mancanza dei reporter nel saper trattare diversi temi, non quelli di cui ci si occupa tutti i giorni, insieme alla mancanza di esperienza. Parte del problema, leggiamo su Poynter,  sta nel fatto che molti giornalisti non si occupano normalmente di donne sportive  e ricadono in luoghi comuni tradizionalmente associati al mondo femminile… sono usciti titoli come “Simone Biles il Micheal Jordan della ginnastica” oppure non è stato messo il nome della medaglia di bronzo dell’atleta sostituendolo con wife of a Bears’ lineman vinse a bronze…

Il tutto supportato da una studio della Cambridge University Press. Di questi abbiamo qualche esempio anche in Italia…

L’Istituto riporta, poi, la storia degli studenti che forniscono contenuti per i media main stream. L’Università di Memphis e quella del Nord Caroline di Chapel Hill hanno firmato un accordo con il Comitato Olimpico per portare all’interno della macchina mediatica dei giochi i ragazzi.

Ad ogni studente è stata assegnata una disciplina di cui occuparsi per l’intero periodo. I loro contenuti sono destinati al servizio News delle Olimpiadi… forniranno contenuti per i media accreditati, e per i comitati olimpici nazionali…

Ovviamente i ragazzi sono stati formati prima dell’inizio dell’evento.

C’è chi –  il Washington Post – utilizza i robot per raccontare le Olimpiadi.

Heliograf, uno strumento sviluppato dal team di ingegneri del Washington Post, utilizzerà modelli di dati e di lingua per generare brief automatici dei conteggi del medagliere, del programma degli eventi e dei risultati della competizione . Quei contenuti saranno inseriti nel liveblog del Washington Post dedicato ai Giochi, che riporterà anche storie scritte da giornalisti sportivi del giornale.

 

Gli aggiornamenti saranno condivisi dal BOT del Washington @WPOlympicsbot

 

Come altri organi di informazione, il Washington Post si augura che l’automazione consentirà  ai giornalisti di produrre storie creative che non necessitano di ripetizione automatica di compiti

 

“In nessun modo vogliamo sostituire giornalisti con i giornalisti automatizzati”, ha detto Gilbert. “Vogliamo permettere ai giornalisti di scrivere il tipo di storie di grande impatto che desiderano.”

Il Guardian e il suo laboratorio hanno colto l’occasione delle Olimpiadi per sperimentare sull’ invio di notifiche:

questa serie di nuove notifiche sarà un esperimento continuo per tutta la durata dei giochi estivi. La squadra invierà quattro diversi tipi di notifiche, tra cui uno in formato di quiz all’interno di ogni notifica push di Android

Il NiemanLab riporta l’alleanza fra BuzzFeed e NBC nella produzione quotidiana di un canale Snapchat.

…quando l’edizione per NBC’s Rio Olympics Discover channel è pronta, il team di BuzzFeed lavora con il team digitale di NBC per rivederla…

 

una cosa su cui ci siamo focalizzati è capire come gli utenti interagiscono a livello personale con le Olimpiadi

Il Lab della Fondazione Nieman aggiorna costantemente, anche grazie alle segnalazioni dei lettori, gli esperimenti più cool nel giornalismo digitale nel racconto dei giochi olimpici, ecco qualche esempio. Qui il post in continuo aggiornamento.

i giochi possono essere un’opportunità per sperimentare nuovi modi di presentare le notizie online

 

offrire contenuti il più possibile vari… un evento come questo è seguito da persone diverse, con punti di vista diversi e interessi ed esperienze variegate

 

il New York Times ha creato una grafica panoramica (panoramica graphic) per mostrare secondo dopo secondo la gara di Bolt

 

Il Guardian ha sviluppato RioRun un podcast interattivo che spinge gli user a correre o camminare la maratona di Rio. Col progredire degli utenti i giornalisti del Guardian condividono consigli e contenuti su Rio e le Olimpiadi e sulla corsa.

 

Il Wall Street Journal ha creato Armchair Olympian per far testare ai lettori i loro tempi e capacità nelle diverse discipline.

 

Dal punto di vista dei numeri, riguardo la copertura mediatica dell’evento, l’Italia non smentisce se stessa e come evidenziano i dati raccolti dall’Eco della Stampa e acutamente analizzati da Pier Luca Santoro, nel BelPaese tira più un mese di calcio di tutto un anno di Olimpiadi.  E buona notte a tutti ;) (perdonate la metafora ma si sa siamo in differita con Rio).

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