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”Non siamo comparse”, protestano i giornalisti spagnoli

I giornalisti non sono comparse e si oppongono alla trasformazione dell’ informazione in propaganda.

E’ così che la Fape, la Federazione delle associazioni di giornalisti spagnole, respinge seccamente la strategia di alcuni partiti di utilizzare i giornalisti come comparse convocandoli per registrare gli interventi dei loro leader senza avere la possibilità di fare domande.

Una strategia che, secondo una nota della Fape, calpesta il ruolo del giornalismo professionale come portatore del diritto dei cittadini ad essere informati.

 

 

‘’I partiti hanno tutto il diritto di stabilire la strategia di comunicazione che sembra loro più opportuna – spiega la nota -, ma sbagliano nell’ annullare la funzione della stampa e nel porre continuamente ostacoli ai diritti della libertà di espressione e di comunicazione’’.

 

La giunta direttiva della Fape, qualche giorno fa, aveva già denunciato il crescente disagio e il clima di ostilità a cui sono sottoposti i giornalisti nell’ esercizio della loro professione. Ricordando le conferenze stampa senza diritto di porre domande, la chiusura dei giornalisti in sale isolate, la loro presenza come spettatori passivi, l’ invio di video-comunicati e video-dichiarazioni sui blog o su Twitter con cui i politici cercano di trasformare l’ informazione in propaganda.

 

La FAPE ri corda che i dirittori di decine di testate avevano firmato il “Manifesto contro le conferenze stampa senza domande e altre analoghe anomalie informative #sinpreguntasnocobertura”, del maggio 2011, in cui si impegnavano a non ‘coprire’ questi tipi di incontri stampa se i politici avessero insistito a convocarli.

 

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