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Il Foia e il telegramma dell’ ambasciatore Usa

Ecco una cosa a cui può servire un Freedom of Information Act.

Da noi quel telegramma in cui l’ ambasciatore Usa Ronald Spogli parlava a Condoleeza Rice degli scenari delle elezioni politiche del 2008 nel nostro paese e, fra le altre cose, definiva Beppe Grillo come un ‘’interlocutore politico credibile’’ , di cui La Stampa ha dato notizia qualche giorno fa, sarebbe rimasto chiuso in un cassetto.

Negli Stati Uniti è bastato compilare un apposito modulo all’ Ufficio Foia del dipartimento di Stato e chiedere copia della corrispondenza fra Spogli e il suo governo. Ci sono voluti quasi otto mesi, ma alla fine la Stampa quel telegramma l’ ha ottenuto, insieme a vari altri documenti dello stesso periodo.

 

‘’Le richieste – spiega  Maurizio Molinari, corrispondente della Stampa da  New York – vengono presentate con procedura standard. Gli addetti al Foia si riservano il diritto di negare i documenti ma in tal caso si può  fare appello’’. E spesso si riesce a vincere,  come è accaduto al New York Times.

 

 

Il precedente in Italia

 

L’Italia ha almeno un altro celebre precedente, come i documenti della CIA che – si legge nel dispaccio pubblicato nel 1993 dal Corriere della Sera – “voleva truccare le elezioni del ’48” poiché “gli USA non si fidavano del Vaticano in caso di attacco dei comunisti”.  Fa un certo effetto pensare che queste e altre vicende italiane siano state svelate ai cittadini (elettori, lettori, utenti) italiani solo ed esclusivamente grazie ad una legge straniera, il cui modello continua a essere osteggiato dalle nostre istituzioni.

http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/25/CIA_voleva_truccare_elezioni_del_co_0_9310251483.shtml

 

 

Il Pulitzer al New York Times

 

Il Premio Pulitzer per il giornalismo investigativo assegnato nel 2009 al New York Times per l’ inchiesta che svelò come nel periodo della guerra contro l’ Iraq del 2003 i media pullulassero di analisti militari e generali in pensione che appoggiavano il conflitto contro il regime di Saddam Hussein, dopo essere stati in realtà ‘’istruiti’’ direttamente dal Pentagono.

 

Il NYT presentò una richiesta di FOIA mastodontica:  chiedendo tutti i documento in possesso del Pentagono relativi alle decine di ufficiali in pensione assoldati dal Dipartimento della Difesa per “vendere” la guerra in Iraq, impiegandoli come analisti in Tv e riservando loro un accesso speciale ai briefing del Pentagono.

 

Nei sei mesi successivi, il giudice Richard Sullivan (appena nominato da Bush!!), ordinò la divulgazione di migliaia di pagine di documenti.

 

Il Pentagono non produsse però tutti i documenti, e il Giudice dispose la divulgazione della documentazione restante: “È l’ultima possibilità che concedo al Dipartimento della Difesa di produrre tutta la documentazione. Non concederò deroghe, a prescindere dalle motivazioni”.

 

Subito dopo la pronuncia, le centinaia di documenti restanti furono trasmessi ai giornalisti del NYT,  andando a costituire l’ ossatura dell’inchiesta vincitrice del Pulitzer.

 

E i semplici cittadini?

 

Certo solo grandi testate possono permettersi certi contenziosi così snervanti e dispendiosi. Ma in alcuni paesi per il semplice cittadino c’ è sempre la possibilità di rivolgersi a strutture che possano rappresentarlo. Negli Stati Uniti, ad esempio, c’ è  il National Security Archive, mentre in Europa ci si può rivolgere ad Access Info Europe.

 

 

L’ appello di Iniziativa per un Foia anche in Italia 

 

Alcune decine di associazioni e circa 2000 esponenti della società civile hanno dato vita a  ”Iniziativa per l’adozione di un Freedom of Information Act (FOIA) in Italia. Fra di esse c’ è anche Lsdi.

 

L’ obbiettivo è arrivare a una legge che permetta a tutti i cittadini di richiedere informazioni alle amministrazioni pubbliche, senza necessità di motivare la richiesta, come avviene negli altri paesi europei e nella quasi totalità del mondo democratico, dove le restrizioni all’ accesso dei documenti della PA sono soltanto quelle legate alla necessità di proteggere alcuni interessi costituzionalmente tutelati.

 

Qui sotto un appello per aderire al progetto:

 

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