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Giornali: con il digitale delle 17 a Le Soir un passo avanti verso la redazione 2.0

Il quotidiano belga Le Soir torna alle origini con un’ edizione serale delle 17, digitale, concepita per tablet e smartphone. Niente di così originale se si pensa a Repubblica Sera, on line già da più di un anno.

 

Ma la nascita di questo nuovo formato ha permesso in realtà alla testata belga una riorganizzazione ben più significativa della redazione.

 

Per alcuni commentatori francesi, i cugini belgi potrebbero aver compiuto un passo in più verso la redazione 2.0, muovendosi decisamente verso quella che era stata definita la ”Google Newsroom” e organizzando il processo di produzione del lavoro giornalistico sulla base del principio del “reverse publishing”.

 

di Andrea Paracchini

 

Nelle barzellette francesi, il ruolo che in Italia viene dato ai carabinieri lo si affida ai belgi. Eppure, da qualche mese, alcuni esperti di media digitali d’ Oltralpe guardano con un misto di curiosità e ammirazione all’ ultimo esperimento lanciato dai cugini di Le Soir.

 

Di proprietà del gruppo editoriale familiare Rossel, il quotidiano francofono – 125 anni di storia – è partito da due constatazioni:

 

1. Le vendite del cartaceo calano: -4,63% nel 2012 (74.607 copie contro 78.226 nel 2011). E con esse il ricavo pubblicitario.

2.    Il mercato pubblicitario sul web in Belgio è piccolo e prossimo al punto di saturazione.

 

“Il salvagente sono gli abbonamenti digitali” ha dichiarato recentemente il patron di Rossel, Bernard Marchant. Nel 2012, il quotidiano ha in effetti visto la diffusione di copie digitali crescere del 400%, passando da 1.178 esemplari a 4.517. Risultato: a fronte di 3.619 copie cartacee perse, Le Soir ha guadagnato 3.339 copie digitali, quasi un pareggio.

 

Nella sede della centralissima Rue Royale a Bruxelles si sono quindi detti che la strada migliore era di aumentare i margini non tanto abbandonando il cartaceo quanto sviluppando maggiormente l’ offerta a pagamento digitale senza costi supplementari.

 

Come? Ritornando al passato, quando, negli anni ‘60 e ‘70, il giornale aveva anche cinque edizioni al giorno di cui la prima era alle 17. E’ così nato a metà gennaio Le Soir 17h, un’ edizione serale digitale.

 

Spiega Philippe Laloux, direttore nuovi media:

 

“sempre più lettori vogliono disporre, uscendo dall’ufficio o prima di andare a letto, di un’ informazione approfondita e gerarchizzata, in particolare sui nuovi supporti come tablet e smartphone. Un nuovo appuntamento è loro fissato da metà gennaio, tutti i giorni alle 17”

 

A detta del suo creatore, questo prodotto non avrebbe equivalenti nella stampa francofona e anglofona, ma al lettore italiano non può non ricordare la formula di RepubblicaSera, lanciata nell’ ormai lontano novembre 2011. Da cui tuttavia la testata belga si distingue, non solo per le caratteristiche intrinseche dell’ offerta, ma anche per la più ampia riorganizzazione della redazione in cui si inserisce.

 

 

Un appuntamento serale fuori dal flusso

 

Le Soir 17h“, è un’edizione accessibile esclusivamente via tablet, smartphone o computer e  comprende un mix di un centinaio di contenuti fra articoli esclusivi ad alto valore aggiunto (almeno uno per ogni servizio) e riadattamenti di articoli presenti sul sito gratuito del giornale (con l’ aggiunta però di foto e video, se disponibili). Un formato che arresta il flusso per prendere il tempo dell’ analisi e della prospettiva, in cui le grandi firme del quotidiano sono ben in mostra (cosa che non avviene sul sito).

 

Philippe Laloux spiega le ambizioni del 17h dal punto di vista del contenuto:

Bisognava allineare in questa nuova edizione i vantaggi “percepiti” del cartaceo: una maggiore analisi – ce n’è anche sul web, ma il cartaceo è percepito così – la gerarchizzazione ma anche l’ interruzione del flusso di notizie”

 

Graficamente, Le Soir cercava una rottura tanto con l’ edizione cartacea che con il sito, pensata sin dall’origine per i dispositivi mobile. La concezione del prodotto è stata così affidata all’agenzia Bureau 347 che si è ispirata allo skimmer del New York Times.

 

Elaborato in “responsive design”, il 17h si adatta allo schermo sul quale è visualizzata, quale che sia la sua taglia ed è compatibile con tutti i sistemi operativi essendo una web app in HTML5.

 

 

Con un’applicazione, ogni volta che bisogna fare un aggiornamento o aggiungere del contenuto, bisogna passare per Apple, aspettare quindici giorni per la validazione e poi fare lo stesso con Android e Windows 8… Non è possibile! Per questo abbiamo fatto una webapp universale. Il supporto non deve avere importanza.”

 

 

Il reverse publishing modella la redazione

 

Con l’introduzione del 17h, Le Soir abbandona definitivamente la contrapposizione dei supporti (carta versus web) per passare ad una visione cronologica.

 

Il sito lesoir.be: in tempo reale, con valore aggiunto dell’ arricchimento, contestualizzazione e i blog

Il 17h: sintesi della giornata con un valore aggiunto di analisi

Le Soir, il quotidiano cartaceo del mattino:  un’ offerta d’ informazione a più lungo termine e prospettiva

 

L’organizzazione della redazione è stata ripensata in funzione di questa nuova articolazione delle edizioni e segue ormai il principio del “reverse publishing”. Nella riunione di redazione del mattino si decide di cosa si tratterà e su quali supporti. I settanta giornalisti della redazione dipendono da cinque capi servizio che sono in realtà “capi tematici” la cui missione è di organizzare il trattamento di un tema sull’ insieme dei supporti. I pezzi non sono scritti in pagina ma arrivano in formato “testo grezzo” ad un back-office generico che può dirottarli verso il sito, il 17h o il cartaceo. Questa operazione è gestita da tre desk editoriali, uno per ogni supporto, come spiega Philippe Laloux:

 

“Sono dei segretari di redazione ‘al quadrato’: conoscono i linguaggi dei loro supporti rispettivi e sono capaci di fare loro i contenuti, a volte di arricchirli con altre informazioni o altri media. (…) I 10-12 maghi dell’ edizione cartacea decidono dei box, delle brevi e più in generale della messa in scena del contenuto. Oggi sono ripartiti in servizi, ma li stiamo raggruppando. Rispetto all’ organizzazione precedente guadagniamo dei posti e quindi possiamo aumentare il numero di giornalisti che escono in strada. Per l’ edizione web del giornale abbiamo 7-8 redattori, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, esperti su un trattamento (live, interattività, video, mashup…) Infine, per il giornale digitale delle 17, due redattori sono stati trovati in interno. Hanno un profilo particolare: sensibili al contenuto tipo cartaceo ma anche con una comprovata agilità digitale.

 

 

Per gestire questo flusso, Le Soir utilizza un nuovo software di redazione multipiattaforma, NewsGate, sviluppato dalla società che aveva già concepito il sistema di edizione del New York Time. In concreto, il desk cartaceo può riprendere il contenuto del 17h e arricchirlo e il 17h può fare lo stesso col sito.

 

Secondo Benoît Raphaël, si tratta di un’ applicazione del modello della “Google newsroom” da lui teorizzato nel 2010 (!).

 

“Un modo per ridurre i costi senza perdere qualità attraverso una riorganizzazione che dia più fluidità alla redazione”.

 

 

In effetti, il lancio del 17h non ha comportato nuove assunzioni. Anzi, a fine 2012 il gruppo Rossel aveva annunciato un piano di riduzione dei costi da 3 milioni di euro di cui la metà da trovare tagliando sulla massa salariale. Per Le Soir si parlava di 12 o addirittura 34 esuberi. Inconcepibile per Ricardo Gutierrez, delegato sindacale, che ricorda come tra il 2009 e il 2012, la redazione sia passata da 129 a 107 giornalisti a parità di carico di lavoro, con un conseguente aumento della produttività.

 

“Non sono contro una riorganizzazione del lavoro. Ma constato che siamo sempre meno a fare di più in condizioni di lavoro che si degradano. (…) questa intensificazione del lavoro fa sì che i giornalisti facciano un lavoro di minor qualità. I lettori lo dicono, ma anche i giornalisti di Le Soir lo percepiscono. A Le Soir non facciamo data-journalism, non implichiamo i lettori nei contenuti, non animiamo la community”.

 

 

 

L’ accesso più del contenuto: il modello Spotify

 

Direzione e gruppo sembrano però riflettere non tanto sul contento del giornale quanto più sul suo modello economico, rivisto globalmente a fine 2012.

 

“Le persone sono pronte a pagare per della buona informazione che arriva al momento giusto sul buon supporto”, sostiene Didier Hamann. Ma come distinguere ciò che deve restare gratis da ciò che deve essere a pagamento?

 

Philippe Laloux tenta una risposta:

 

 

“Siamo partiti dal principio che c’è sempre del valore aggiunto e che non è a pagamento solo ciò che è firmato da un giornalista. Cerchiamo di spostare la riflessione giocando sulla durata di vita dell’ informazione. (…) Un’ informazione che può durare più di due o tre giorni dopo l’ evento la consideriamo a pagamento.”

 

Niente paywall quindi, che per Le Soir corrisponderebbe ad impoverire l’offerta gratuita, oppure a pretendere di far pagare ciò che fino ad oggi era gratis. Quella che è stata adottata è piuttosto la logica dell’ ”accesso” tipica di servizi come Spotify: invece di comprare un singolo a 99 centesimi e scaricarlo sul proprio computer, si prende un abbonamento mensile ad un catalogo di 3 milioni di titoli. Per la stampa, questo significa che non si acquistano articoli o esemplari del giornale nei vari formati, ma un’ offerta di contenuto accessibile su diversi supporti.

 

Non solo, a ottobre 2012 Le Soir ha introdotto un’offerta bundle comprensiva di contenuto (abbonamento digitale di due anni all’ edizione del mattino), accesso (forfait dati con il principale operatore del paese) e device (tablet Samsung) a un prezzo compreso fra 23 e 41 euro al mese. In poche ore, il giornale ha registrato 1.500 nuovi abbonamenti digitali, 3.500 nel giro di due mesi.

 

E’ in questo contesto e in questa strategia che è stato introdotto il 17h, compreso nell’ offerta sin dalla sua apparizione due mesi fa per spingerla al di là del serbatoi storico di lettori fedeli.  A Le Soir puntavano anzitutto a quanti hanno abbandonato il cartaceo ma a cui il flusso dei siti non basta. Quanto al loro portafoglio attuale di abbonati, il 17h punta a fidelizzarli, arricchendo l’ offerta senza incidere sul prezzo. Un mese dopo il lancio tuttavia, l’ edizione delle 17 generava solo 5.000 visitatori a pagamento al giorno, di cui molti abbonati al cartaceo. E’ poco ma è un inizio e se non funziona, ragionano alla direzione, avrà comunque permesso di riorganizzare la redazione e testare un modello di lavoro che, se probante, potrebbe presto varcare le frontiere del paese.

 

Il gruppo Rossel realizza infatti la metà del suo fatturato in Francia con testate regionali come La Voix du Nord e i giornali locali di Champagne-Ardenne e Piccardia, confrontate a problemi analoghi, se non più gravi, del quotidiano di Bruxelles.

 

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Fonti (in francese):

– Cédric Motte, Wan-IFRA su Newsresources

– Benoît Raphaël, con due post (qui e qui) sul suo blog

Le Figaro

– Unapresentazione dell’ottobre 2012 mostrata nel corso del World Publishing Expo di WAN-IFRA

Il blog di Nicolas Bequet

 

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