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Digit2013, attrezzi per giornalisti online

Mentre in un gran fragore di grancassa il giornalismo analogico arranca senza meta aggrappandosi al web come ultima risorsa di sopravvivenza, a Firenze, il 16 e 17 settembre, il giornalismo digitale torna ad incontrarsi e ad interrogarsi sul presente (e il futuro) di una professione che in Italia, e solo nel Belpaese, non ha e non trova ragione di credere e godere dell’ inevitabile cambiamento.

 

Il numero zero del convegno, svoltosi nel capoluogo toscano il 3 e 4 luglio del 2012, ci ha consegnato un’ istantanea di febbrile attività e di generale interesse trans-nazionale sulla materia.

 

Per questo e per l’ ineluttabilità degli eventi in corso nel mondo dell’informazione e della comunicazione, abbiamo pensato di ritornare a provarci, mettendo ulteriore accento e impegno sulle cose pratiche e provando a lasciare “la grammatica” fuori dal nostro giro, riservandola ai soliti “tromboni” di cui tutti siamo fan sfegatati nelle telenovelas che abbondano su giornali, tg e pagine web della nostra vita, molto più sociale di sempre.

 

12 mini-seminari di un’ora spalmati “6 al giorno” nell’ arco dell’ intero convegno, per approcciare la materia direttamente, assieme a 12 o meglio 14 o 15 “docenti” di indubbio valore (alcune lezioni sono tenute in tandem). Performance collettive e interattive per richiamare l’ attenzione degli astanti (40 posti gratuiti e prenotabili esclusivamente online fino ad esaurimento):

 

sulla sicurezza delle fonti e dei giornalisti e

sulle necessarie piattaforme e sistemi da utilizzare,

– sul videoreporting per giornalisti militanti e cittadini partecipanti,

– sul social mediattivismo cinguettato,

– narrazioni e interazioni come flussi intercettati e non come tronisti e cronisti del tempo (altro) che fu,

editoria fai da te dall’idea al prodotto,

il racconto dello sport ai tempi del web,

– la serietà del gioco fatto tecnica di vendita e informazione,

– i dati e il loro valore assoluto nel giornalismo antico&moderno,

– i flussi della narrazione in tempo reale interpretati e canalizzati non più verso le platee (più o meno) oceaniche ma verso

communities reali, rappresentative, interpretative, e molto, molto, ma molto criticamente attive e partecipi alla/della notizia.

 

7 panel per affrontare altrettanti temi del quotidiano giornalistico online ad iniziare dalla complessità del modello narrativo:

 

devices, piattaforme, linguaggi;

 

– proseguendo con il racconto di alcuni fatti di giornalismo, quasi tutti mutuati dall’analisi dei dati ma che trovano nella cronaca (proprio lei!!!) la loro ragione di essere: progetti condivisi e partecipati che non sarebbero mai venuti alla luce in un mondo giornalistico diverso da quello attuale.

 

– E poi uno dei dilemmi/argomenti del momento: riusciranno le aziende (piccole/medie e grandi) a smettere (parzialmente) i propri panni di produttrici/venditrici (esclusiva del presente) e ad indossarne (condivisi e partecipati dal proprio pubblico/comunità) altri da editrici/divulgatrici/comunicatrici? Ma sul serio, e non all’italiana! Modello Sordi per capirsi! Con grande rispetto e affetto sempiterno al grandissimo Albertone nazionale!

 

– E poi l’effetto social sulla politica, sul commercio, sulla vita reale. I like non sono voti e nemmeno propensioni all’acquisto ma … cosa?

 

– Per non farci mancare nulla abbiamo chiamato a Canossa anche un manipolo di politici “digitalmente impegnati” assieme ad alcuni rappresentanti dell’ editoria spuria (analogico/digitale) e nativa (google ad esempio) (ma non sono editori?) (venite a chiederlo direttamente a loro!) per parlare di <tagli> e di come possa apparire assurdo un programma di <tagli> per lanciare o rilanciare un intero comparto produttivo (leggi editoria&giornalismo)…ma tant’è!

 

– E infine il futuro presente di libri di carta e di libri digitali upgradabili e rinnovabili, e la necessità di perpetrare e conservare la memoria che da analogica si sta facendo via, via e sempre di più: digitale, senza che però  ci sia pervenuta ancora alcuna rassicurazione ne certificazione scientificatamente comprovata che il supporto digitale sia davvero incorruttibile e facilmente conservabile e preservabile dall’ incessante logorio del tempo…

 

Anzi voci discordanti ma variamente assortite e in molti casi piuttosto convincenti ci stanno da tempo prefigurando scenari ancora più apocalittici di quelli dedicati in epoca pre-digitale agli universi polverosi e cartacei dell’ era analogica…

 

Che fare dunque?

 

Iscriversi e poi venire a Digit2013, senza meno: Firenze è davvero magnifica in settembre ;)

 

Vittorio Pasteris, Pino Rea, Marco Renzi

 

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