Come la polizia inglese è entrata nei social network

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Mike Downes, insegnante, braodcaster e specialista in Google+Hangout (come lui stesso si definisce), ha presentato qualche giorno fa su un suo sito una ricerca sul modo con cui la polizia del Regno Unito utilizza le reti sociali per attirare e coinvolgere la cittadinanza.

Un lavoro di utilizzo dei dati molto interessante, anche sul piano strettamente giornalistico, che, per ora, è raccolto in uno spreadsheet, dodici tabelle e varie osservazioni e idee che accompagnano il materiale grafico.

Per Downes ‘’non è un post pubblicato e via, ma un work in progress’’, che continuerà a coltivare nelle prossime settimane.

 

 

‘’Una delle mie passioni – spiega – sono i collegamenti via Google+ Hangouts On Air. Finora la polizia britannica li ha usati quattro volte, ma sono sicuro che ne verranno altri. La domanda è solo: con quale rapidità?’’

 

Perché, racconta, ‘’ci sono almeno quarantuno nuovi commissari appena eletti (i Police and crime commissioners – PCCs – hanno il compito di assicurare che i bisogni di sicurezza delle proprie comunità vengano curati al meglio, avvicinando cittadini e polizia, ndr) molti dei quali avranno sicuramente come loro priorità quella di farsi vedere bene e di far ascoltare la propria voce nel dibattito sulla politica relativa a criminalità e polizia.

 

Police2La polizia UK si è avvicinata ai social media per coinvolgere le proprie comunità nel 2006-2007,  con Twitter utilizzato a partire dal 2009. Come si vede dal grafico di Google trends, le punte massime sono state raggiunte nell’ agosto del 2011 in occasione delle grosse rivolte di quel periodo.

 

Un quadro molto analitico del lavoro della polizia britannica in questo campo è contenuto in uno Spreadshit di Google docs. Mike Downes segnala che si tratta di un documento pubblico sul web che chiunque può scaricare da UK Police Forces using Social Media: Twitter, facebook, YouTube, Google+ and Hangouts On Air – The January 2013 Survey.

 

E’ una miniera di dati. Se ne può dedurre che complessivamente la polizia inglese ha 948.420 followers su Twitter (116.830 dei quali solo al corpo che opera nella “grande Manchester”)    e 517.940 likes su Facebook, 9.946 filmati scaricati da YouTube ed è presente in 2,434 circoli di Google+.

 

Da quei dati il ricercatore ricava una serie di tabelle, molto chiare e leggibili.