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Il 2012 un anno significativo nel campo del ”civic journalism”

In tempi di bilanci è molto interessante quello che Luca Dello Iacovo ha delineato sul suo Webcartografie a proposito del civic journalism.

La partecipazione ai civic media – osserva – costruisce e alimenta spazi di conversazione. Durante l’ultimo anno attraverso Wavu abbiamo osservato i cambiamenti in narrazioni giornalistiche capaci di integrare le discussioni con il pubblico online.

 

Le breaking news vedono la collaborazione tra lettori e redazioni, come indica il premio Pulitzer assegnato ad aprile ai giornalisti del Tuscaloosa News per la copertura giornalistica di un tornado, sulle pagine del quotidiano e attraverso i social media.

 

La frammentazione delle conversazioni in social network, blog, quotidiani online viene ricostruita attraverso strumenti di curatela editoriale.

 

Mentre conquista spazio l’attività di verifica collaborativa delle notizie, iniziata in modo spontaneo nei social media (ad esempio Twitter) o elaborata con metodo su piattaforme come il Fact Checking varato da Fondazione ahref.

 

L’attenzione per i dati diventa più centrale nel processo di costruzione dell’informazione, alimentata dal movimento di open data.

 

Ancora, I tempi e gli spazi del giornalismo sono compressi da un ciclo accelerato, ma trovano nel long form journalism un luogo di espressione e sperimentazione.

 

E intanto il pubblico online costruisce una consapevolezza dei suoi diritti (caso Sopa) e dei limiti della riservatezza dei dati personali negli spazi online.

 

 

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