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Pubblicità: nel 2012 internet supererà anche la tv

I dati diffusi in questi giorni dallo IAB fanno prevedere che entro il prossimo anno negli Stati Uniti gli investimenti sulla rete colmeranno il gap di 2.600 milioni di dollari che separano l’ online dalla televisione – Intanto, come osserva Il Giornalaio, il mercato americano presenta un livello di concentrazione tale per cui le prime dieci imprese attive sul mercato arrivano a raccogliere il 72% del totale degli investimenti per arrivare al 91% delle prime 50

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Nel giro di un solo anno negli Stati Uniti la televisione perderà la sua (finora) indiscutibile egemonia sul panorama degli investimenti pubblicitari a favore di internet, il medium che sta sovvertendo completamente  il sistema editoriale che si è stabilito nell’ ultimo secolo.

Mancano infatti appena 2.600 milioni di euro al tetto di ricavi pubblicitari (26 miliardi di dollari) registrato nel 2010 dalla tv , dopo di che, come segnala  Estrategia-digital,un blog di El Paìs, internet diventerà negli Stati Uniti il settore al primo posto nella raccolta della spesa pubblicitaria.

Il calcolo viene fatto sulla base dell’ evoluzione degli investimenti pubblicitari ottenuti nei primi 16 anni di vita di ciascun mezzo di in formazione.

La potente progressione degli investimenti pubblicitari in internet provoca però anche delle preoccupazioni sul peso dei protagonisti di quel mercato, almeno in Usa.

Come segnala il Giornalaio – Internet è un affare per pochi -,  le riflessioni della maggioranza degli osservatori si sono concentrate soprattutto sul sorpasso dei new media a danno degli old media (notizia attesa [ed auspicata?] dai “digital hooligans”, mi si consenta il neologismo, da coloro che sono tifosi del digitale a prescindere o pour cause), ma, aggiunge PierLuca Santoro

in questa visione miope si tralascia dunque di evidenziare la coda corta degli investimenti pubblicitari per l’online con un livello di concentrazione che vede le prime dieci imprese attive sul mercato raccogliere il 72% del totale degli investimenti per arrivare al 91% delle prime 50.

Internet è un affare per pochi, c’è poco da stare allegri da qualsiasi prospettiva lo si osservi.

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