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Pubblicità clandestina: in Germania per 6 giornali su 10 è normale

Una inchiesta sul campo della TagesZeitung ha messo in luce come alcune testate accettino tranquillamente che le aziende, in cambio di investimenti pubblicitari, trattino sulla scelta degli argomenti da affrontare e sul taglio da dare ai redazionali – Uno ‘’speciale banche’’ di quattro pagine per 117.550 euro e un inserto turistico con un mix di inserzioni e materiali di pubbliche relazioni per 30.000 euro a pagina

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Alcuni quotidiani tedeschi accettano che le aziende, in cambio di inserzioni pubblicitarie, contribuiscano alla scelta e al rilievo da dare agli argomenti affrontati. Pubblicità clandestina insomma…

E’ il risultato di una indagine condotta da Sebastian Heiser, della TagesZeitung (TAZ [1]).

Il giornale, attraverso il suo redattore, che si presentava alle altre testate a nome di inserzionisti interessati ad acquistare dei ‘’redazionali’’, ha cercato di verificare come i pubblicitari possono influenzare il loro contenuto [2].

Ecco i principali risultati dell’ inchiesta [3], che Lsdi ha ricavato da Acrimed, attraverso una sintesi in francese dell’ inchiesta della TAZ, condotta da Heiser.

* Un addetto della Westdeutsche Zeitung ha proposto un inserto su temi bancari, senza inserzioni, per consentire al settore di comunicare il suo punto di vista sulla gestione della crisi finanziaria. Citazione da una proposta scritta: ‘’Posso proporvi uno ‘speciale banche’ di 4 pagine senza inserzioni per un totale di 117.500 netti’’.

Il falso biglietto da visita utilizzato dall' autore dell' inchiesta

* Il nostro giornalista si è visto proporre dalla rivista Reise Extra, a una tariffa di 30.000 euro a pagina, una soluzione che accoppiava annunci e materiali di Pubbliche relazioni. Cosa che non ha impedito a un portavoce della Westdeutsche allgemeine Zeitung di affermare, dopo un nostro secondo incontro [4] : « Nelle nostre edizioni speciali si possono acquistare solo annunci, non articoli ».

Un rappresentante della Frankfurter Rundschau ha dichiarato al nostro redattore: ‘’Noi puntiamo sulle inserzioni, per cui se oggi ci proponete l’ argomento ‘energia solare’, la prossima settimana tratteremo questo tema’’. Per la sezione ‘’turismo’’ dell’ edizione del sabato, l’ addetto del giornale ha proposto una combinazione ‘’annuncio + copertura redazionale’’: ‘’Se uno compra una intera pagina, si può tranquillamente negoziare una seconda pagina come copertura redazionale… questo per dare un’ ordine di idee’’.

Il sedicente inserzionista ha chiesto anche se si poteva realizzare una pagina redazionale sulle possibilità di investimenti all’ estero. Gli hanno proposto una pagina sul tema ‘’Investire in Austria’’. La proposta scritta era molto chiara: ‘’Le informazioni di base sono a vostro carico (…). La redazione si incaricherà del trattamento di queste informazioni’’. Una richiesta scritta sul tema della separazione fra informazione giornalistica e inserzioni rivolta al redattore capo della  Frankfurter Rundschau, è rimasta senza riposta.

Il Neues Deutschland ha presentato al nostro giornalista l’ ipotesi di un inserto, ‘’ND extra’’. Un portavoce della testata ne ha parlato in questi termini: ‘’Abbiamo degli inserti redazionali che finanziamo attraverso dei ‘contributi alle spese di produzione’ ‘’ [5]. Mentre, al contrario, il redattore capo Jürgen Reents ha affermato che il suo giornale dedicava la massima attenzione alla separazione fra testi giornalistici e interessi degli inserzionisti e che, anche in ‘’ND extra’’ ‘’l’ acquisto di testi era impossibile’’.

‘’Questo tipo di combine…’’

Il giornalista della TAZ ha avvicinato dieci gruppi editoriali, spiegando che il suo lavoro consisteva nel consigliare alle imprese come selezionare i media in cui far comparire i loro annunci pubblicitari e raccontando che si era specializzato nella ricerca di ‘’ambienti appropriati’’. Nel gergo del settore la definizione indica la cosiddetta ‘’pubblicità clandestina’’. Quando un articolo o un servizio pubblicitario non è immediatamente identificabile come tale, deve essere dotata della indicazione ‘’Pubblicità’’, come prescrivono le norme sui media. I giornali citati prima volevano segnalare le pagine in questione con le scritte ‘’Pubblicazione speciale della redazione’’, ‘’Pubblicazione straordinaria di inserzioni’’, o ‘’Inserto’’.

L’ approccio del nostro giornalista è stato rifiutato da altre testate.  L’  Handelsblatt si è appellato esplicitamente alla sua credibilità e ha rifiutato di lasciarsi imbarcare in ‘’questo genere di trucchi’’. Lo stesso ha fatto il settimanale  Der Spiegel.

Il resoconto completo di questa inchiesta è stato pubblicato sulla Sonntaz [6], e sul blog del giornale dedicato alle inchieste [7]

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Note

[1] Quotidiano tedesco fondato nel 1978, ritenuto di sinistra (pubblica la versione tedesca del Monde Diplomatique) e gestito ancora oggi in forma cooperativa.

[2] Vedi qui.

[3] Una edizione domenicale ha pubblicato I risultati complete, consultabili qui.

Su dieci organi di informazione solo quattro hanno rifiutato la proposta:
Frankfurter Rundschau (ha aderito alla ‘’combine’’)
Handelsblatt (non ha aderito)
Die Zeit (sì)
Darmstädter Echo (no)
Märkische Allgemeine Zeitung (sì)
Westdeutsche Allgemeine Zeitung (sì, e con entusiasmo)
BILD-Zeitung (no)
Neues Deutschland (sì, dino in fondo)
Der Spiegel (no)
Geo Saison (sì, ma in maniera ambigua). (Ndt)

[4] L’ inchiesta è stata fatta in due tempi: il giornalista si è prima fatto passare per un inserzionista e poi ha agito a viso scoperto. (Ndt)

[5] Il termine tedesco (Produktionskostenzuschusse) sembra un eufemismo, ma è perfettamente chiaro agli addetti ai lavori del settore (Ndt).

[6] Si tratta dell’ edizione del 2-3 avril. (Ndt)

[7] Si può raggiungere a questo indirizzo. (Ndt)

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