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NYT lancia Beta620: innovare insieme agli utenti (e coltivare la pubblicità)

Il grande quotidiano lancia un grande esperimento di crfowdsourcing creando uno spazio in cui ingegneri del software,  giornalisti, product manager e designer del grande quotidiano lavoreranno alle innovazioni da sviluppare in piena interazione con i lettori – Ma, si chiede Gigaom, ‘’può un giornale che ha 150 anni di vita adottare con successo il tipo di cultura che è alla base delle start-up, o quello del NYT è solo una messa in scena spettacolare?’’ – Intanto, lefigaro ricorda che il lancio di Beta620 segue alla creazione nell’ organigramma del gruppo di una funzione specifica, quella di Social Media manager, che ha portato il giornale a raddoppiare la sua presenza su Facebook, ad esempio, con oltre un milione di fan contro i 577.000 del 2010 – L’ obbiettivo in ogni caso è creare traffico sul sito per aumentare il volume di affari: d’ altronde il digitale ormai fornisce il 28% delle entrate pubblicitarie del gruppo, contro il 25,9% dello stesso periodo dell’ anno scorso

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Beta620: sperimentazione al numero 620 dell’ Ottava Avenue, il grande palazzo di vetro sede del New York Times.

Sarà lo spazio in cui ingegneri del software,  giornalisti, product manager e designer del grande quotidiano lavoreranno alle innovazioni da sviluppare in piena interazione con i lettori. Un grande esperimento di crowdsourcing.

L’ apparato che opera al 620 dell’ Ottava strada – commenta Megan Garber su NiemanLab in un articolo dal titolo ‘’The Kingdom and the Tower’’, che è poi il titolo di un famoso libro di Gay Talese sulla ‘’signora in grigio’’ – continua ad avere intorno a sé le mura, ma queste  ultime stanno diventando sempre più trasparenti.  L’ ultima conferma viene proprio da beta620, il  tanto atteso sito web che il Times ha appena lanciato con lo scopo di mettere in mostra – e, soprattutto, di sollecitare dei feedback  – gli esperimenti di NYTimes.com.

Nel corso degli anni il New York Times ha organizzato concorsi interni e avvenimenti esterni per stimolare l’ innovazione e kla condivisione delle idee in seno al giornale, ha spiegato Denise Warren, direttrice della sezione pubblicità del New York Times Media Group, in un comunicato. Beta620 ora offre uno spazio permanente  a questa tradizione di innovazione.

Agli internauti Beta620 proporrà sette progetti innovative, fra cui un motore di ricerca che presenterà dei risultati in tempo reale (Times­Instant), una pagina che centralizza i commenti lasciati dagli internauti sul sito del NYT (Community Hub) e un’ applicazione che dispone su una carta geografica le notizie del giorno (Longitude).

Un’ applicazione è stata creata partendo anche dalle famose parole crociate del giornale, crossword web app, basata su Html5.

‘’Queste innovazioni saranno aggiornate durante tutto l’ anno e altre ne verranno inserite a mano a mano che lo staff le proporrà e le svilupperà’’, aggiunge una nota.

Ma si chiede Mathew Ingram su Gigaom, ‘’può un giornale che ha 150 anni di vita adottare con successo il tipo di cultura che è alla base delle start-up, o quello del NYT è solo una messa in scena spettacolare?’’.

Il New York Times può essere un leader in campo digitale – commenta Ingram – ma la realtà è che la grandissima maggioranza dei suoi ricavi proviene dai prodotti stampati per cui è stato prodotto per un secolo e mezzo, perché sono loro a contenere la pubblicità – pane e companatico – e, anche se molti considerano il paywall come un successo, il suo contributo al fatturato finale resta relativamente minuscolo. Può una soluzione come Skimmer o un motore di ricerca in tempo reale segnare la differenza? Non sembra possibile.

Così, conclude Ingram, mentre è molto importante vedere il NYT fare esperimenti pubblicamente, e ricevere contributi e stimoli dai lettori, bisogna dire che il giornale ha di fronte a sé problemi molto più grossi che non uscirsene con delle applicazioni web ‘’so cool’’.

Comunque, un colosso come la ‘’signora in grigio’’ non può starsene con le mani in mano.

Soprattutto in un settore delicato come il digitale, anche perché le entrate pubblicitarie nel settore sono arrivate ormai al 28% del fatturato pubblicitario globale del gruppo.

Il lancio di Beta620 segue alla creazione, due anni fa, di una funzione specifica nell’ organigramma della testata, quello di Social Media manager, affidato a  Jennifer Preston, una giornalista ‘’coronata’’, racconta lefigaro.fr. Il suo compito: ‘’Concentrarsi sull’ estensione dell’ uso delle reti sociali e delle piattaforme di pubblicazione per migliorare il giornalismo del New York Times e offrirlo ai lettori’’.

I suoi sforzi, secondo lefigaro, avrebbe portato buoni frutti. Uno studio italiano (realizzato da Innova e Bella) ha eletto il quotidianio come il giornale migliore nell’ utilizzo di Facebook. Il NYT raccoglie più di un milione di fan, contro i 577.000 del 2010. E soprattutto propone numerosi servizi interattivi, fra cui le ruberiche tematiche e una sezione ‘’Facebook stories’’, in cui gli internauti sono invitati a condividere consigli ed esperienze.

Per il giornale – conclude lefigaro – i media sociali sono al centro dei suoi sforzi digitali e vengono ‘’utilizzati attivamente per condividere l’ informazione e comunicare con i lettori’’. Obbiettivo: creare traffico sul sito per aumentare il volume di affari. Nel primo semestre 2011 i ricavi pubblicitari online ammontavano a 168,2 milioni di dollari, con un aumento del 3,5%. Il digitale rappresenta quindi il 28% delle entrate pubblicitarie del gruppo, contro il 25,9% dello stesso periodo dell’ anno scorso.

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