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Localeaks: una ‘’cassetta postale’’ per le soffiate ai giornali locali Usa

Sulla scia di WikiLeaks,  la sezione Giornalismo imprenditoriale della Cuny (City University of New York) ha progettato un sistema per inviare anonimamente a uno qualsiasi degli oltre 1400 giornali locali degli Stati Uniti suggerimenti e documenti più o meno segreti

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Se il flusso di Leaks, di soffiate, aperto da WikiLeaks dovesse intensificarsi, è inutile aspettare che ogni giornale metta a punto la sua ‘’cassetta postale’’ per i materiali riservati, sulla scia di WikiLeaks. La sezione Giornalismo imprenditoriale della Cuny (City University of New York) ha progettato un sistema per inviare anonimamente a uno qualsiasi degli oltre 1400 giornali locali degli Stati Uniti suggerimenti e documenti più o meno segreti.

Si tratta di Localeaks, un sito che offre la possibilità di inviare materiali (messaggi e file allegati) attaverso un modulo, una form online. Si sceglie lo stato, si sceglie il giornale, si inseriscono i materiali e si manda il tutto, in forma assolutamente anonima.

Il programma assicura una connessione web sicura, con un meccanismo che cripta sia i file che il testo inviato (dopo aver distrutto gli originali) e rimuove dai documenti tutti i metadati che potrebbero farli identificare. Il sistema fa poi tutto il possibile per non lasciare tracce della transazione, come ad esempio i cookies dal lato dell’ utente e gli indirizzi IP dal lato del server.

Una volta che il file è stato sottoposto alla redazione, il giornale riceve una email, che lo avverte dell’ arrivo del materiale. A quel punto scatta un trasferimento temporaneo e sicuro di file. Questo ultimo passo non è ancora automatico, rileva  Matthew Terenzio, direttore del Web Development alla ‘’Hour Publishing Co’’ e uno dei partecipanti al progetto. Il modo migliore per realizzarlo, spiega, sarebbe la presenza di un software di criptaggio – in particolare il GnuPG, che è open source – sistemato a valle presso il giornale.

“E’ improbabile che il grosso dei giornali possano averlo già’’, aggiunge Terenzio, che sta comunque lavorando per aiutare alcune redazioni ad allestire il proprio autonomo box per facilitare questo passo.

Ma nei giornali in futuro dovrebbe crescere la familiarità con i sistemi di criptaggio, soprattutto se il flusso di ‘soffiate’’ locali si intensificherà. Dopo tutto, come dice Terenzio, ‘’quelli che un tempo venivano chiamati lettori o fonti, seguono il ritmo del cambiamento, molto più di quanto non facciano le redazioni’’.

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