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I quotidiani sanno parlare tricolore, anche la Padania

La tesi di laurea di uno studente dell’ Università di Padova (che Lsdi pubblica) analizza il modo con cui i giornali italiani hanno raccontato i 150 anni dell’ Unità, scoprendo che, a parte qualche ‘’insufficienza’’ (Manifesto, Dolomiten, Libero, Foglio), le altre testate hanno affrontato l’ evento con estrema serietà ed impegno – Compreso il quotidiano della Lega, che, pur avanzando dubbi sull’ importanza delle celebrazioni, ha offerto una informazione in ogni caso ‘’utile per avviare un dibattito e un confronto’’ – Una sorpresa è venuta anche dal fatto che testate ipoteticamente più ‘’nazionaliste’’, come Libero e Giornale, si sono rivelate invece  piuttosto tiepide e disattente rispetto al compleanno della Nazione, mentre Repubblica e Unità hanno garantito un’ informazione più lineare e duratura, privilegiando cultura e approfondimenti – Altre sorprese di Avvenire e Gazzetta dello Sport

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A parte qualche ‘’insufficienza’’, le principali testate italiane hanno affrontato le celebrazioni per i 150 anni dell’ Unità d’ Italia con grande serietà ed impegno. Compresa la Padania. Con un secco rovesciamento degli schemi secondo cui testate ipoteticamente più ‘’nazionaliste’’ e di ‘’destra’’, come Giornale o Libero, avrebbero dovuto dimostrare un entusiasmo che invece non c’ è stato, mentre testate ‘’di sinistra’’ e più cosmopolite come Repubblica o l’ Unità avrebbero dovuto mostrarsi più tiepide e invece hanno garantito un’ informazione più attenta e partecipe.

Sono i lineamenti finali di ‘’Il linguaggio del tricolore’’, una Tesi di ricerca condotta da uno studente veneto, Marco Chemello*, che si è laureato in questi giorni in Scienze della Comunicazione a Padova col professor Raffaele Fiengo, analizzando il modo con cui la stampa italiana ha seguito le celebrazioni per il 150° anniversario dell’ Unità del marzo scorso.

Chemello ha analizzato per un periodo di 20 giorni, dall’ 1 al 20 marzo 2011, 26 testate – 15 nazionali e 11 locali – di varie regioni italiane, cercando di dare un quadro equilibrato di redazioni con diversi orientamenti politico-culturali.

La ricerca ha fornito un quadro notevolmente diverso da quello che lo stesso autore si sarebbe aspettato sulla base di convinzioni ampiamente radicate nell’ opinione pubblica (e nello stesso autore).

Per esempio nelle zone del paese dove sono più forti le differenze culturali e linguistiche e dove maggiori sono state le rivendicazioni di autonomia dallo Stato unitario (il Trentino Alto-Adige con l’ Adige, la Sardegna con la Nuova, il Nordest con il Gazzettino e il Friuli Venezia-Giulia con il Piccolo), queste previsioni sono state in gran misura smentite dai dati di fatto.

Infatti sia l’ Adige che la Nuova – osserva la tesi – si sono distinti per un’ informazione puntuale e attenta a questa celebrazione.

E persino la Padania, che dal punto di vista politico e culturale avrebbe potuto essere la testata disattenta per definizione, ha invece dimostrato un particolare interesse per l’ evento, offrendo spunti di riflessione e di discussione (spesso irriverenti o polemici, ma mai irrispettosi) lungo tutto il periodo dell’ analisi.

L’ obiettivo del quotidiano leghista, semmai, è stato quello di ‘’lavorare ai fianchi’’ il proprio pubblico con un’ informazione costante e dubbiosa sull’ importanza delle celebrazioni, ma – rileva la tesi – in ogni caso utile per avviare un dibattito e un confronto.

Un altro aspetto interessante emerso dalla ricerca è il fatto che giornali orientati da una parte o dall’ altra dello  schieramento politico si sono distinti per una diversa strategia di comunicazione: anche qui – racconta Chemello – troviamo delle sorprese. Se, infatti, ci si poteva attendere dalle testate situate a destra,  come il Giornale e Libero, un’ attenzione particolare all’ avvenimento derivante da valori tradizionali, come l’ orgoglio nazionale, che teoricamente si assegna a quell’ area, i fatti hanno invece mostrato che sono state invece testate orientate a sinistra, come Repubblica e Unità, a mostrare una forte attenzione.

I primi due, eccetto le giornate clou del 150°, si sono rivelati piuttosto disattenti, mentre – precisa la Tesi – Repubblica e Unità hanno garantito un’ informazione più lineare e duratura in tutto il lasso di tempo esaminato, privilegiando cultura e approfondimenti.


Altre due novità all’ inizio inattese sono venute da Avvenire e dalla Gazzetta dello Sport
, racconta Chemello. Il primo, quotidiano dei vescovi cattolici, ha dimostrato una profonda generosità giornalistica per il 150°, proponendo molte pagine di cultura, arte e storia, dimostrando così come la Chiesa si sia avvicinato con notevole interesse all’ evento unitario italiano, lasciando alle spalle le incomprensioni e le frizioni nate nel passato risorgimentale.

La Gazzetta, invece, è stata l’ unico quotidiano sportivo a dedicare spazio – e tanto – all’evento, proponendo addirittura un allegato di approfondimento sui 150 anni dell’ Italia sportiva.

Infine è da notare che, su 26 quotidiani analizzati, solo tre hanno parlato degli avvenimenti con estrema riluttanza, snobbando seccamente l’ avvenimento: Manifesto, Fatto Quotidiano e Foglio.

Nel complesso – conclude la Ricerca – la stampa ha garantito una grande ricchezza informativa e comunicativa, ‘’dimostrando di saper superare le barriere geografiche, storiche, linguistiche e politiche per farsi promotori di una nuova riscoperta culturale’’.

Ma – osserva ancora l’ autore – senza un pubblico attento ed interessato, questa dimensione divulgativa sarebbe stata inutile: è per questo che affermiamo alla fine che il lavoro fatto dai giornali è stato in qualche modo influenzato e diretto in maniera latente e trasversale anche dalla società stessa, la quale contro ogni previsione si è ritrovata in grandi percentuali a difendere e festeggiare il Tricolore.

Un Tricolore – conclude la tesi, con un pizzico di retorica – amato e criticato, ma che sempre scatena emozioni e sogni negli italiani; esso d’altronde, come afferma romanticamente Roberto Benigni, “venne inventato, scelto da Mazzini da un verso di Dante Alighieri: trovatemi un altro popolo che c’ ha i colori del poeta più grande del mondo”.

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* Marco Chemello, 25 anni, è nato a Marostica (Vicenza) ma vive a Cartigliano, vicino a Bassano del Grappa. Una passione per la scrittura e l’ informazione, ma anche tre anni in fabbrica come operaio, ha collaborato con qualche rivista fondando anche un bimestrale culturale – ‘’Ottopagine’’ – uscito per un anno. Collabora con il ‘’Giornale di Vicenza’’ con articoli di sport e di cronaca locale. Si è oa iscritto al Corso di laurea specialistica e punta al giornalismo professionale. (chemellomarco@hotmail.it)

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Il linguaggio del Tricolore

Introduzione

Capitolo 1 L’analisi teorica al servizio della ricerca

Capitolo 2 Metodologia e materiali d’analisi prescelti

Capitolo 3 I giornali nazionali e il countdown celebrativo

Capitolo 4 L’approccio giornalistico delle testate locali

Capitolo 5 Una rivoluzione grafica delle testate

Capitolo 6 Il ruolo assunto dalla pubblicità

Considerazioni finali

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