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Giornalismo: una ricerca europea su trasparenza e accountability

Undici università impegnate in un’ analisi della produzione e della qualità nel campo del giornalismo – Per l’ Italia è al lavoro un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Studi Sociali e Politici dell’ Univesità degli Studi di Milano coordinati dal prof. Mazzoleni – Un questionario

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Quali dei seguenti fattori influenzano maggiormente il comportamento dei giornalisti italiani? La linea editoriale della proprietà o l’ influenza di un ombudsman? I blog dei giornalisti o i legali della testata? Le lettere dei lettori o le leggi che regolano l’ informazione?  I codici professionali o le possibili denunce?

Sono alcune delle domande di un questionario per i giornalisti italiani messo a punto nell’ ambito di  MediaAct, una ricerca sulla produzione e la qualità del giornalismo europeo condotta da 11 diverse università  europee.

Per l’ Italia l’ iniziativa viene curata da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Studi Sociali e Politici dell’ Univesità degli Studi di Milano, che punta ad ottenere il massimo coinvolgimento possibile.

Il questionario è raggiungibile qui e la sua compilazione, spiega il professor Gianpietro Mazzoleni, direttore del Dipartimento, solo 15 minuti di impegno.

La ricerca fa parte del progetto MediaAct, acronimo di Media Accountability and Transparency, che segue e promuove una riflessione sui temi della trasparenza e della responsabilità  nel campo del giornalismo.

In questo caso l’ iniziativa assume due caratteristiche peculiari: 1) uno sguardo comparato (il questionario in questa stessa forma sarà sottoposto in diverse lingue a più di 2.000 giornalisti del continente e in alcuni paesi extra-europei come la Tunisia); 2) un’attenzione alle tecnologie intese come pratica, come strumento da interpretare e inserire nella routine quotidiane di produzione giornalistica.

La ricerca nel suo complesso – osserva Sergio Splendore, ricercatore del team del prof. Mazzoleni (Splendore (sergio.splendore@unimi.it – 340 942 49 39 ) –  ‘’ha già affrontato diversi stadi, cominciando in ciascun paese un’ analisi degli strumenti istituzionalizzati che mirano a migliorare la trasparenza nel giornalismo. Ha anche esaminato i nuovi strumenti derivanti dalla rete: in che modo possono essere lette le discussioni che giornalmente i professionisti dell’informazione affrontano nei loro blog, nei forum o nei loro profili di social network?’’.

‘’Il questionario di cui si richiede la compilazione – conclude il gruppo di ricerca – arricchisce di nuovi dati le interpretazioni relative a questi temi così importanti per il presente e il futuro della professione”.

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