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Con la primavera araba sbocciano decine di nuove testate

Solo in Tunisia negli ultimi mesi, secondo AfricaReview, sono nati più di 70 nuovi giornali – La proliferazione di nuove voci comincia però a porre il problema della differenziazione fra testate di opinione e di informazione, ma, secondo Editorsweblog, la concorrenza che si svilupperà nel nuovo paesaggio mediatico mediorientale taglierà fuori le pubblicazioni di basso livello e premierà la qualità

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La primavera araba e il nuovo clima di libertà di espressione hanno prodotto una proliferazione di nuove fonti di informazione, tanto che, secondo Africa Review, in pochi mesi più di 70 aziende editoriali hanno cominciato a lavorare a Tunisi.

Il Libano – racconta Editorsweblog – era fino a poco tempo fa il posto migliore per operare nella regione, ma la Tunisia lo ha ormai superato nella classifica annuale della libertà di stampa stilata da Reporters sans frontières.

Anche la Libia ha registrato un grosso balzo verso una stampa libera. Secondo Arab News, il capo della diplomazia UE, Catherine Ashton, ha confessato la sua grossa meraviglia dopo aver visto il numero di quotidiani disponibili nelle edicole del paese. Attualmente ci sono più di 80 nuovi quotidiani e riviste. Molti giornali sono pubblicati in arabo, ma la Libia ha visto anche la nascita di una testata in inglese, Libya Post.

La nascita di tutte queste testate, però, pone il problema della distinzione fra giornali di opinione e di Informazione. Arab News considera  “Al-Kalima” come un giornale equilibrato a livello di molte altre testate nel mondo. Con lo sviluppo dell’ editoria la concorrenza sicuramente taglierà fuori le pubblicazioni di bassa qualità, favorendo quelle con i migliori contenuti. L’ alta qualità diventerà così la chiave.

In un editoriali pubblicato su Juneau Media, Zoe Holman aveva previsto la fine dei media di stato nella regione. Il nuovo quadro mediorientale determina  una concorrenza non sostenibile per l’ informazione controllata in maniera autoritaria, soprattutto con la crescita della domanda di contenuti digitali. L’ articolo sollecita I nuovi media a porsi l’ obbiettivo di “mantenere una forte integrità editoriale e di catturare l’ attenzione dell’ audience più avanzata tecnologicamente”.

I quotidiani stanno imparando ad adattarsi ai contenuti digitali e a integrare il citizen journalism, come Al-Jazeera ha fatto coprendo la rivoluzione in Tunisia senza avere un corrispondente fisso nel paese. Lo sviluppo dei giornali nella regione è una buona notizia per la stampa del Medio Oriente e mostra che il giornalismo professionale e quello dei cittadini possono avere insieme i potere di prendere il controllo del paesaggio mediatico.

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