Come misurare l’ orientamento politico dei giornali (in Usa)

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Due docenti di economia dell’ Università di Chicago hanno messo a punto un metodo  matematico-statistico per definire il taglio politico dei quotidiani individuando al loro interno la frequenza di alcune espressioni chiave utilizzate prevalentemente dai vari partiti nel dibattito pubblico – Scarsa l’ influenza degli editori, mentre sembra pesare molto l’ orientamento prevalente dei cittadini delle zone di diffusione- A una prima approssimazione, secondo i due ricercatori, i giornali Usa danno ai loro lettori quello che i lettori vogliono: perché, alla fine, l’ obbiettivo è massimizzare i profitti

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Due docenti della University of Chicago, i professori Matthew Gentzkow e Jesse Shapiro hanno messo a punto un sistema di misurazione matematica dell’ orientamento politico-ideologico dei quotidiani individuando al loro interno la frequenza di alcune espressioni chiave utilizzate prevalentemente dai vari partiti.

Lo studio – spiega James Hamilton su Econbrowser – risale al novembre scorso ed è circolato su carta fino a pochi giorni fa quando è stato pubblicato sull’ ultimo numero dell’ edizione online di ‘’Econometrica’’, una rivista della Società di Econometria dell’ università di Chicago.

I due ricercatori, analizzando gli interventi archiviati nei data base del Congresso Usa e contando il numero delle volte che alcune frasi particolari venivano usate dai rappresentanti di ciascun partito hanno raccolto una classifica delle espressioni più ricorrenti in un partito piuttosto che negli altri. Per esempio, spiega Hamilton, i democratici usano spesso la frase ‘’diritti dei lavoratori’’, mentre i repubblicani parlano frequentemente di ‘’embrioni umani’’.

A questo punto i due docenti hanno contato il numero delle volte che ciascuna espressione è stata usata da un determinato giornale per costruire un indice dell’ orientamento politico-ideologico di quel giornale, costruendo così uno specifico indice statistico.

Il Gentzkow-Shapiro index of slant (indicato sull’ asse verticale, le ordinate, del diagramma qui sotto) trova una correlazione ragionevole con le misurazioni soggettive determinate sulla base dei voti sulla natura conservatrice dei giornali assegnati dagli utenti di Mondo Times – un grosso portale sul mondo dei media specializzato anche in sondaggi online -, indicate sulla linea delle ascisse.

Per esempio, entrambe le misure concordano sul fatto che il Washington Times sia uno dei quotidiani più conservatori e che invece l’ Atlanta Constitution sia uno dei giornali più liberal.

Gentzkow e Shapiro si sono poi chiesti quali altri fattori possano contribuire a spiegare l’ orientamento dei giornali. E hanno trovato che la variabile più importante è la posizione politica dei cittadini che vivono nel luogo di diffusione del quotidiano. Per esempio, più era alto la percentuale di voto ricevuto da Bush nel 2004 nella zona di diffusion del giornale (ascisse) più alto era il tasso di orientamento conservatore secondo l’ indice di Gentzkow-Shapiro (ordinate).
Slant2

Per un altro verso, l’ affinità politica dei proprietari dei giornali sembra pesare molto meno. Per esempio, non emergono delle correlazioni statistiche significative fra l’ orientamento politico della proprietà e l’ orientamento medio degli altri giornali di altre zone posseduti dalla stessa proprietà.

Gentzkow e Shapiro concludono la loro ricerca sostenendo che i giornali per molti versi danno ai loro lettori quello che i lettori vogliono in modo da massimizzare i profitti.

Un dettaglio interessante – conclude Hamilton – sarebbe capire come l’ orientamento viene condizionato dal basso dai singoli giornalisti. La mia ipotesi è che molti cronisti sanno che stanno introducendo un certo punto di vista attraverso il modo di inquadrare e di raccontare la storia, ma non si rendono conto appieno di quello che fanno in quanto sottovalutano il lavoro di filtraggio che già le loro fonti hanno fatto al momento di rivelare determinate informazioni. Il risultato è la formazione di social network che non si rendono conto di aver sviluppato una sorta di conformismo che non è basato sulla verità.