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Anche in Albania si fa strada il giornalismo investigativo

In una intervista su Osservatorio dei Balcani, Anila Basha, direttrice del quotidiano Gazeta Shqiptare e della tv News24, fa il punto sulla libertà di informazione in Albania, i condizionamenti della politica e la sfida – nuova per il Paese delle Aquile – del giornalismo investigativo

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Per fare informazione in Albania bisogna essere “forti, non farsi intimidire dalle pressioni, e saper gestire ad esempio sulla carta stampata 32 pagine quotidiane, mentre non hai neanche 15 giornalisti assunti”.

Le aspre difficoltà di un giornalismo che aspira ad una indipendenza solida sono al centro di una interessante intervista che Mariola Rukaj, di Osservatorio sui Balcani, ha fatto ad Anila Basha, direttrice del quotidiano Gazeta Shqiptare e della tv News24, facendo anche il punto sulla libertà di informazione in Albania, i condizionamenti della politica e la sfida – nuova per il Paese delle Aquile – del giornalismo investigativo.

“Per molti di noi – racconta Anila Basha nell’ intervista – significa essere costretti a scrivere 2 o 3 pagine, cosa che non può che abbassare la qualità degli articoli e dei reportages, e di conseguenza anche del giornale. Ne siamo coscienti, non è proprio il giornalismo ideale. Oggi l’Albania è stracolma di quotidiani dalla tiratura molto bassa, in cui fare il nostro mestiere con professionalità è molto difficile. Ma va anche riconosciuto che in questo Paese i media contano più di qualsiasi altra istituzione pubblica o privata”.

Complessivamente, secondo Basha, il giornalismo albanese è a “un livello medio. Ci sono esempi molto mediocri e anche casi di eccellenza. Non manca un certo progresso: ad esempio è molto positivo che dopo 20 anni di indipendenza in Albania abbia iniziato ad affermarsi il giornalismo investigativo. Ci sono reporter che stanno lavorando con perseveranza e dedizione in questo senso, in un panorama generale dove la qualità degli articoli lascia a desiderare.

Gazeta Shqiptare e News24 si stanno orientando sempre più verso il giornalismo investigativo. Mentre i media si digitalizzano, penso sarà questa l’informazione del futuro, in grado di consolidare sul mercato un giornale professionale che risulti appetibile agli occhi dei lettori.

Il giornalismo investigativo è lento – continua Basha –, poiché si tratta di qualcosa di nuovo. Non abbiamo mai avuto una cosa del genere in questo Paese, partiamo quindi da zero, e ora muoviamo i primi passi. Ma c’è bisogno di un giornalismo di questo tipo. L’Albania è un Paese in cui in ogni settore, secondo tutti i rapporti internazionali, la corruzione è dilagante. Laddove c’è corruzione, c’è spazio per il giornalismo investigativo. E noi cerchiamo di impegnarci in questa direzione”.

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