L’ iPad, per la stampa la fine di una illusione

Ironman
C’ è anche chi è perplesso di fronte al clima di “entusiasmo ditirambico” che sta accompagnando in tutto il mondo l’ arrivo dell’ iPad, e cerca di guardare le cose con un po’  di realismo. Narvic, per esempio, su Novovision, è convinto che si tratti di una sorta di “truffa”, o almeno di una illusione consolatoria. Soprattutto per gli editori della carta, a cui l’ iPad darebbe  “il grande vantaggio di tornare a  rifare dei siti web che somigliano esattamente a giornali e a riviste… Proprio come prima! Solo con un po’ di ‘movimento’  in più e con un velo di vernice moderna su un vecchio prodotto rifilato fraudolentemente come nuovo – Giocare tutto sull’ iPad significa per gli editori dei giornali ritirarsi dal web, è  la fine di una illusione: la scelta di far durare l’ agonia quando si è già convinti che non si potrà salvare il malato. E’ accettare di rientrare pietosamente nel proprio rifugio, aspettando che arrivi la morte
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L’ iPad? Può essere anche una sorta di “corsa all’ oro” (come proclama Electron Libre), ma a quale prezzo?

Al prezzo di rinunciare a giocare nel cortile dei grandi: quello del web di massa e delle audience che si contano in milioni di persone. E’ il ripiegamento su una audience confidenziale, certo pronta a pagare per averlo, ma assolutamente confidenziale rispetto alla scala del web.

Profondamente perplesso di fronte a quello che ha definito “entusiasmo ditirambico”, Narvic, su Novovision, cerca di guardare oltre e pensa che la nuova creatura di Apple non sia altro che una sorta di illusione consolatoria, se non una vera e propria “truffa”.

L’ iPad, dice Narvic, è  la rinuncia del giornalismo tradizionale a conquistare nuovi strati di lettori, quelli che su internet si erano interessati un po’ alla produzione dei quotidiani, tanto da accettare di “giocare al gioco” di questo nuovo ecosistema dell’ informazione: una concorrenza sistematica di tutte le testate, visto che non si è più attaccati specificamente a un marchio e che si privilegia giustamente la diversità; l’ abbandono, di colpo, dell’ informazione venduta a pacchetti a favore di un consumo al minuto degli articoli, che ognuno raccomanda agli altri sulle reti sociali dando vita a una gerarchizzazione dell’ informazione che nasce dalla massa degli internauti stessi e che non viene imposta dalle redazioni; una informazione consultata su base comunitaria, in cui la comunità dei lettori che si riesce a raggiungere è alla fine più importante della testata sotto di cui essa si trova e della redazione dei giornalisti a cui essa corrisponde; e così via.

Ritorno alla diligenza

E’ a tutto questo – secondo Narvic – che si rinuncia con l’ iPad, e alcuni lo fanno persino con sollievo! L’ iPad, per la stampa, non è un progresso ma una regressione. E’ il ritorno alla diligenza… o al Minitel: rifilare di nuovo un giornale nella sua interezza, con la sua testata e il suo ‘pacchetto’ di articoli, su un apparecchio dedicato a delle funzioni limitate di consultazione (il tablet), attraverso una piattaforma di diffusione chiusa e censurata (iTunes), con un navigatore “mono-uso” (applicazione iPad/iPhone), che ostacola le funzioni di interazione, di raccomandazione e di condivisione. E il tutto, tra l’ altro, a pagamento.

E’ proprio la stessa cosa della carta, se si esclude che si tratta di una tavoletta elettronica. Ma chi si pensa di poter coinvolgere in tutto questo? Oltre, naturalmente, a quelli che continueranno a comprare la carta?
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L’ iPad, solo un pdf  “migliorato”

Il grande vantaggio dell’ iPad è che consente di rifare dei siti web che somigliano esattamente a giornali e a riviste… come prima! Con un po’ di ‘grancassa’ in più e con un velo di vernice moderna su un vecchio prodotto rifilato fraudolentemente come nuovo.

Ma allora, è chiaro, gli editori tradizionali non ne usciranno mai: avevano cercato di fare un colpo analogo qualche anno fa, cercando di venderci delle versioni online identiche delle loro edizioni su carta, sotto forma di file ‘pdf’. Ma non ha mai funzionato. Nessuno li ha voluti, anche quando li regalavano! E non funzioneranno nemmeno ora con dei ‘pdf’ un po’ ritoccati.

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L’ iPad consentirà forse di conservare sulla Rete l’ audience che questi media avevano già su carta: dei lettori che avranno i mezzi – e la voglia – di pagare un iPad e degli abbonamenti costosi, ma questo non sarà certamente una soluzione per guadagnare strati di lettori a cui la carta non interessa e che sviluppa su internet delle pratiche di informazione fondamentalmente diverse.

Giocare tutto sull’ iPad ritirandosi dal web, nascondendosi dietro i paywall, è proprio una ritirata, che traduce  la fine di una illusione: è la scelta di far durare l’ agonia quando si è già convinti che non si potrà salvare il malato. E’ accettare di rientrare pietosamente nel proprio rifugio, aspettando che arrivi la morte:

Alla fine però è una buona notizia per quelli che hanno scelto un’ altra strategia: buona fortuna a tutti i blog, a  Rue89 o Slate, a tutti i pure-player sul web gratuiti, interattivi e collaborativi. Il vecchio mondo, precipitandosi sull’ Pad, sta per aprirvi grandi spazi sul web!