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Memorial: storia e insegnamenti di un happy ending alla russa

Dopo 5 mesi e 4 sedute del tribunale di San Pietroburgo, Memorial (la storica associazione per i diritti umani che nel dicembre scorso si era vista sequestrare il frutto di 20 anni di lavoro storico sull’ età del Terrore sovietico) è rientrata in possesso dei suoi documenti – Ma ora la vicenda, spiegano i dirigenti della ong, impone una riflessione approfondita sulla situazione della legalità in Russia – Una analisi di Valentina Barbieri

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Memorial, l’ associazione a cui nel dicembre scorso era stato sequestrato l’ archivio frutto di 20 anni di ricerche storiche sul Terrore sovietico (vedi Lsdi, Russia: operazione Memorial), è rientrata il possesso dei 12 dischi rigidi dopo un lungo procedimento giudiziario.

Valentina Barbieri ricostruisce la vicenda e spiega come essa consenta di avere un quadro meno stereotipato della situazione nel paese.

Alcune prime valutazioni:  

– Le ong in Russia in certi casi possono vedere i propri diritti riconosciuti in tribunale, se investono sforzi sufficienti e danno prova di tenacia.
– Le campagne di solidarietà sociale possono portare a risultati concreti.
– Appare certo poco realistico che legge e  giustizia trionfino pienamente, se ciò lede gravemente interessi settoriali forti.
– Il fatto che si siano concentrati gli sforzi della “lotta contro l’estremismo” su organizzazioni come Memorial, spiega paradossalmente perché la reale attività estremistica a San Pietroburgo e in tutto il paese è in crescita e la percentuale dei casi risolti nel campo delle attività estremistiche è drammaticamente bassa.

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di Valentina Barbieri

Il 4 dicembre dello scorso anno l’ispettore Kalganov e i suoi agenti (a volto coperto, tanto per chiarire il tono) avevano perquisito la sede della ong che da 20 anni raccoglie la memoria storica del regime stalinista. I collaboratori di Memorial (Centro di Ricerca Scientifica e Attività Informativa  “Memorial”)  si sono trovati bloccati all’ interno, il loro avvocato all’esterno. Dopo varie ore di una perquisizione lenta e capillare sono stati requisiti i 12 dischi rigidi che costituivano il patrimonio informativo dell’organizzazione.

A metà gennaio sono iniziate le sedute del tribunale cittadino e distrettuale, che per diverse volte hanno riconosciuto l’illegalità della perquisizione a Memorial. Il materiale non è stato restituito, la Procura ha fatto ricorso e il giro è ricominciato.

Ancora a marzo, a metà delle traversie giuridiche, la direttrice Irina Flige dichiarava: “Se il processo rimane nell’ambito del diritto, i nostri avversari non hanno chance. Ma non possiamo escludere che il caso esca da questo ambito”. In effetti il processo non è mai uscito strettamente dai binari della legge, ma non ci si aspettava di sicuro questo lento logoramento fatto di ricorsi e rifiuti.

Il 16,19 e 20 gennaio il tribunale del distretto Dzeržinskij di San Pietroburgo ha analizzato il ricorso presentato da I.Ju.Pavlov, avvocato di Memorial, sulla presunta illegalità della perquisizione.
Durante la seduta del 19 gennaio sono state visionate due registrazioni video. Nella prima l’avvocato Gabunija tentava invano di entrare nella sede dell’ong ed è stata filmata da Aleksandr Čiženok, un giornalista del canale “TV Centr”. La seconda era invece una ripresa della telecamera segreta della polizia, presentata dagli stessi agenti a riprova della correttezza formale della perquisizione. Le immagini mostravano però ben altro: poliziotti intenti a impedire la comunicazione tra interno ed esterno. La famosa frase dell’inquirente Kalganov “L’avvocato non è obbligatorio”, riportata da più fonti, non era però presente nel nastro (o era stata cancellata dalla registrazione, come sostiene Polit).

Questi due documenti sono risultati determinanti.

Il 20 gennaio il giudice A.P. Šibakov ha riconosciuto l’ illegalità della perquisizione e l’obbligo per la Procura di restituire tutti gli oggetti e i documenti requisiti nel corso della perquisizione. Motivazione: negare l’accesso al luogo della perquisizione all’avvocato di Memorial ha portato “ad una violazione sostanziale del diritto dell’uomo”.  Giustizia è stata fatta, si direbbe.

E invece il 21 gennaio la Procura di San Pietroburgo ha fatto ricorso. Tra febbraio e maggio il tribunale del distretto Dzeržinskij di San Pietroburgo ha analizzato la situazione altre volte, arrivando alla medesima conclusione. E se già a marzo la procura si dichiarava pronta a restituire tutto «per mancata necessità», per passare dalle parole ai fatti sono serviti altri due mesi.

Il 6 maggio il tribunale cittadino di San Pietroburgo ha confermato nuovamente l’illegalità della perquisizione. La sera stessa l’avvocato Ivan Pavlov, Irina Flige e Tat’jana Kosinova  di Memorial, il direttore dell’orgnizzazione «Гражданский контроль» (controllo civile) Boris Pustyncev e Svetlana Ekimova, rappresentante dell’incaricato per i diritti umani a San Pietroburgo, hanno prelevato dalla procura i documenti illegalmente requisiti e li hanno riportati al centro.

Il 13 maggio un gruppo di tecnici informatici ha esaminato il funzionamento dei dischi rigidi requisiti e l’integrità dei dati. Il risultato è stato spiazzante: non solo i dati di tutti i dischi erano integri, ma, ad eccezione di un unico caso, non erano stati compiuti tentativi di accesso alle informazioni. I dischi sarebbero quindi stati semplicemente depositati in Procura, senza che nessuno si interessasse al loro contenuto.

E allora perché si è dovuti arrivare a maggio, se, come dichiara Irina Flige, già la prima e la seconda seduta del tribunale avevano motivato in modo sufficiente e dettagliato il verdetto di illegalità? A che pro questa prova di resistenza, queste promesse miste a temporeggiamento?

Se queste domande mancano tutt’ora di una risposta, è interessante però soffermarsi sugli insegnamenti che Memorial dichiara di ricavare da questa assurda vicenda.

“Sicuramente, la restituzione dei documenti non ha compensato il danno causato al lavoro del centro: a causa di questa aggressione Memorial è stata estromessa dall’uso di quasi tutta la strumentazione dell’ufficio e l’enorme quantità di informazioni scientifiche e di consultazione presente nei dischi requisiti è stata inaccessibile per 5 mesi. Rimane inoltre aperta la questione del danno morale arrecato alla nostra organizzazione. L’assurdo sospetto di M.G.Kalganov, incaricato dell’indagine,  sulla partecipazione di Memorial al finanziamento di pubblicazioni estremistiche, ripetuto pubblicamente dal rappresentante plenipotenziario russo in una conferenza dell’OSCE, non è stato smentito in sede giuridica: il tribunale si è rifiutato di analizzare la questione. La società Memorial è intenzionata a ricorrere ad un’ulteriore azione legale per difendere il proprio buon nome.

Ciononostante, i diritti dell’organizzazione sono stati ripristinati e i suoi beni restituiti. Questo risultato non si sarebbe potuto raggiungere senza l’ondata di protesta e solidarietà  che si è creata in Russia e nel mondo subito dopo il raid poliziesco del 4 dicembre. Memorial ringrazia di cuore la società scientifica russa ed estera, l’incaricato per i diritto umani in Russia e l’incaricato regionale di San Pietroburgo, gli enti della Comunità Europea per la difesa dei diritti umani, le società democratiche e politiche russe, i media russi e stranieri (in particolare polit.ru e «Права человека в России» (i diritti dell’uomo in Russia), i politici stranieri e molti altri per il sostegno.

«Memorial» vuole sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica alcune considerazioni che si possono trarre dal “caso perquisizione”:

  1. Diversamente da come si pensa, le ong in Russia in certi casi possono vedere i propri diritti riconosciuti in tribunale, se investono sforzi sufficienti e danno prova di tenacia. Questa vittoria viene conseguita a caro prezzo; in questo caso per ottenerla si è dovuto investire il tempo e le forze dei collaboratori di Memorial, costretti per 5 mesi a rinunciare stabilmente al lavoro principale per difendere i diritti e il buon nome dell’organizzazione.
  2. Le campagne di solidarietà sociale hanno un significato non solo simbolico, di protesta. Possono portare a risultati concreti.
  3. È evidente che nelle condizioni attuali appare poco realistico che legge e  giustizia trionfino pienamente, se ciò lede gravemente interessi settoriali. Nel «caso perquisizione» questo si esprime nel rifiuto da parte del tribunale di analizzare la questione dell’illegalità del mandato stesso della perquisizione, dovuta alla sua completa infondatezza. Il tribunale si è limitato ad indicare che la decisione della perquisizione è una prerogativa esclusiva di chi conduce l’indagine. Il tribunale ha praticamente confermato il diritto degli organi predisposti all’indagine di prendere un tipo di decisione arbitraria, che limita i diritti delle persone giuridiche, e non si è preoccupato di una successiva verifica in sede di tribunale. Memorial sostiene che questa pratica sia anticostituzionale.
  4. Nel corso delle indagini è emerso che gli organi di tutela dell’ordine pubblico (ad ogni casi, il centro contro l’estremismo, facente parte dell’amministrazione centrale del ministero degli interni nella circoscrizione federale nord-occidentale) hanno guardato a Memorial come ad un’organizzazione “estremistica”, per cui poteva addirittura ritenersi necessario tenerne l’ufficio sotto “osservazione operativa”, ossia detto in parole semplici un pedinamento esterno. I nostri tentativi di chiarire perché il nostro centro informativo a S.Pietroburgo è diventato oggetto dell’attività operativa delle indagini rimangono per ora insoddisfatti. Il ЦПЭ ГУ МВД по СЗФО (il centro contro l’estremismo, facente parte dell’amministrazione centrale del ministero degli interni nella circoscrizione federale nord-occidentale) si è rifiutato di rispondere alla nostra domanda, richiamandosi al fatto che la legge tutela il segreto delle attività operative delle indagini. Tuttavia, lo stesso fatto che si siano concentrate gli sforzi della “lotta contro l’estremismo” sulle organizzazioni, come Memorial, mette sotto una certa luce le ragioni per cui la reale attività estremistica a San Pietroburgo e in tutto il paese è in crescita e la percentuale dei casi risolti nel campo delle attività estremistiche è drammaticamente bassa. La storia dell’osservazione esterna al centro Memorial deve fungere da scossa per avviare una seria discussione dell’opinione pubblica, nel corso della quale saranno valutati gli scopi attuali e le priorità degli organi di tutela dell’ordine pubblico e degli enti di difesa, interni e sicurezza nella “lotta all’estremismo”. Ci aspettiamo che a questa discussione dell’opinione pubblica prendano parte anche gli organi ed enti statali.

In questo modo, “il caso perquisizione” a Memorial è concluso (almeno, in relazione alla restaurazione dei diritti violati), ma certi aspetti di questo caso hanno bisogno di un’interpretazione pubblica.”

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Oбыск в офисе общества "Мемориал" признан незаконным (La perquisizione nell’ufficio della società Memorial è stato riconosciuto illegale), Kommersant, 20.01.2009
http://www.kommersant.ru/doc.aspx?DocsID=1105930

Суд признал обыск в НИЦ «Мемориал» незаконным (Il tribunale ha riconosciuto illegale la perquisizione al centro scientifico Memorial), comunicato stampa Memorial, 20.01.2009
http://www.memo.ru/2009/01/20/Search_in_St_Petersburg_has_been_recognized_as_illegal.htm

В Петербурге вынесут решение по делу о рейде на «Мемориал» (A S.Pietroburgo verrà emanato il verdetto sul raid a Memorial), polit.ru, 20.01.2009
http://www.polit.ru/news/2009/01/20/memo.html

Жалоба организации "Мемориал" удовлетворена частично (Il ricorso dell’organizzazione Memorial è stato parzialmente soddisfatto), Аndžej Belovranin, Lenizdat, 22.01.2009
http://www.lenizdat.ru/cgi-bin/redir?l=ru&b=1&i=1070769

НИЦ "Мемориал" и прокуратура снова встретятся в суде, (Il centro scientifico e di ricerca Memorial e la procura si incontrano nuovamente in tribunale), Lenizdat.ru, 5.01.2009
http://www.lenizdat.ru/a0/ru/pm1/c-1071317-0.html

Суд снова признал обыск в помещении петербургского "Мемориала" незаконным, (Il tribunale ha nuovamente riconosciuto come illegale la perquisizione nella sede di Memorial di S.Pietroburgo), regnum.ru, 20.03.200
www.regnum.ru/news/1140129.html

Финал «дела об обыске» и некоторые уроки этого дела (Il finale del caso perquisizione e alcuni insegnamenti di questo), comunicato stampa di Memorial, 15.05.2009
http://www.polit.ru/dossie/2009/05/15/memo.html

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