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L’ industria Usa dei quotidiani non vuole salvagenti governativi

In un’ audizione davanti al Congresso il presidente della Newspaper Association of America ha spiegato che gli editori non stanno “chiedendo un intervento governativo né alcun altro tipo di sussidio speciale’’, ma che ‘’esistono molti altri modi in cui il Congresso può aiutare l’ editoria, per esempio attraverso una modifica dei sistemi di tassazione o interventi nel campo previdenziale’’

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L’ industria dei giornali è in difficoltà, con sette grossi gruppi in situazione fallimentare e 30.000 posti di lavoro sono stati cancellati a partire dal 2007, ma non verrà sollecitato nessun salvataggio da parte del governo, ha detto il capo della Newspaper Association of America (NAA).

"L’ industria dei giornali non sta chiedendo un intervento governativo né alcun altro tipo di sussidio speciale’’, ha spiegato il presidente della NAA, John Sturm, nel corso di una sua audizione alla Camera  su  ‘’Il futuro dei giornali’’.

Nei giorni scorsi anche il presidente Obama aveva ventilato la possibilità di interventi statali in soccorso dei quotidiani in crisi (vedi Lsdi, Obama in soccorso ai giornali che si trasformano in non-profit).

L’ intervento di Sturm arriva subito dopo un sondaggio realizzato dalla Sacred Heart University, secondo cui l’ 80% degli americani sono contrari all’ uso di fondi per aiutare i giornali in difficoltà. Il presidente della NAA – che raccoglie quasi 2.000 testate, che rappresentano il 90% dei quotidiani diffusi negli Stati Uniti –  ha rilevato che esistono molti settori in cui il Congresso può aiutare l’ editoria, fra cui una modifica dei sistemi di tassazione e interventi nel campo previdenziale.

Una norma di sostegno ai giornali che volessero diventare entità non-profit continuando a produrre ricavi pubblicitari ‘’potrebbe funzionare in alcune situazioni’’, ha aggiunto, ma non è una ‘’soluzione complessiva ai problemi del settore’’.
Sturm non ha fornito particolari, ma diversi quotidiani Usa stanno valutando in questo periodo il modo con cui far pagare agli utenti sul
Web per una parte dell’ informazione che essi attualmente leggono gratis. E molte aziende hanno recentemente sottoposto alla NAA dei progetti di piattaforme per consentire ai giornali di introdurre i pagamenti per i contenuti online.

Fonte: AFP (via Ejc).   

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