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I costi spropositati di produzione il vero problema dei media classici su internet

Gli internauti trovano in rete le singole pagine e non le home page dei siti e quindi, sostiene Tubbydev.com, un’ azienda specializzata nella realizzazione di siti online, bisogna concentrarsi sulle pagine, cosa che si può fare con semplicità e rapidità – I media classici e i giornalisti non hanno bisogno, come fanno ora, di utilizzare sistemi editoriali a pagamento complessi e computer carissimi: un buon sito d’ informazione si può fare anche con appena 1.000 euro

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Il vero problema dei media classici su internet sono i costi spropositati di produzione. Lo assicura tubbydev.com – il sito di una omonima azienda francese specializzata nella creazione e nello sviluppo di siti online.

I media classici (strutture e uomini) faticano sette camicie – spiega Tubbidev – per cercare di stare nel web. I giornali hanno creato dei siti web che non sono redditizi. I giornalisti tradizionali hanno creato dei siti web che non rendono.

Tutti costoro cercano investitori: come se fosse logico che un investimento possa risolvere un problema di radditività…

Tutti costoro sperano in un modello a pagamento o in una sorta di manna pubblicitaria, che dovrebbe poi essere stranamente orientata verso modelli superati, e cioè il pagamento per visualizzazione, mentre gli inserzionisti vogliono guadagnare con dei modelli di pagamenti per clic (Adwords) o per affiliazione.

Invece troppe poche persone e aziende si concentrano sul costo di produzione di una pagina web. Mentre è proprio attraverso questo costo di produzione della pagina web che si può migliorare in primo luogo la resa dei media online.

Dunque – argomenta l’ articolo – prima di tutto bisogna parlare di costi di produzione della pagina web. Ogni intenauta sa che quando cerca qualcosa su Google, trova delle pagine (e non dei siti). Ogni internauta sa che il suo browser gli permette di guardare delle pagine e non dei siti. Mentre quando lo stesso internauta è dall’ altro lato, dalla parte ‘’editoriale’’, ragiona spesso in termini di sito web e passa così moltissimo tempo sulla sua home page o all’ organizzazione del sito in categorie, sottocategorie, confomi alla sua logica di editore… mentre in quanto internauta, quando guarda la pagina  sempronio.com/tizio/caio/supercaio.html,  se ne frega completamente di sapere a quale sottocategoria di categoria quella pagina appartenga.

E le statistiche di tutti i siti d’ informazione mostrano chiaramente che la home page è una delle meno visitate….

Lavorate sulle pagine specifiche!

Come? Soprattutto seguendo il buon senso: bisogna produrre queste pagine con semplicità e rapidità.

Non c’ è bisogno – come fanno i media e tanti uomini e donne dei media classici (quelli che sognano di realizzare siti di gran successo oppure quelli che si mettono a fare dei giornali come quelli su carta) – di utilizzare dei sistemi editriali a pagamento e dei computer carissimi.

– Un pc semblice, portatile o fisso (non c’ è bisogno di poter fare chissà quali giochi elettronici) costa 400 euro.

– Un sistema editoriale (CMS) di buone prestazioni e che non ha bisogno di supporto tecnico dopo l’ installazione (che richiede 2 ore a un blogger che abbia un po’ di esperienza): 0 euro con WordPress.


– Costo dell’ ospitalità sui server di un provider medio: 40 euro al mese per una soluzione chiavi in mano che non avrà bisogno di nessun supporto tecnico interno.

– Costo del design: tra 0 e 200 euro  (Tubbydev stesso pubblicizza le sue condizioni per un ‘’Design gratuito o quasi’’).

Quanti giornali online, quanti media su internet hanno questi costi di produzione?

Quasi nessuno in Francia – prosegue Tubbydev – dove avere un Mac carissimo è spesso la regola per i giornalisti che, poi, non riescono a immaginare di poter usare degli strumenti gratuiti per fare audience (e che si rifiutano di aggiungere all’ inizio dell’ articolo quella serie di piccoli accorgimenti che funzionano come molle per il linkaggio…).

I gruppi editoriali francesi – prosegue l’ articolo – hanno spesso degli eserciti di sviluppatori per fare quello che vari plugin di WordPress fanno gratis o per adattare i falsi CMS gratuiti come Drupal, nettamente più complicati da gestire da parte di neofiti… (ma questo fa sopravvivere molte persone e permette la carriera a molti falliti, inofrmatici riconvertiti che riescono a furia di parole a convincere il grande padrone che i sistemi gratuiti non valgono niente – lapalissianata da sofista…).

Fino a quando questa situazione esisterà – conclude Tubbydev – (e non sembra vicina alla fine vista l’ importanza accordata all’ apparenza in questa professione in cui lo strumento di lavoro serve a compensare dei salari molto bassi) ci sarà un posto notevole su Google – e quindi sull’ UNICO media reale e ben funzionante per i piccoli blegger individuali oppure le reti degli editori di nicchia motivati dai contenuti e per i quali gli strumenti sono semplicemente e unicamente degli strumenti.

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