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Facebook e il giornalismo

In una conversazione con un blogger Usa, Raddi Zucherberg , del dipartimento Creative marketing di FB, spiega le chance che il social network può offrire ai giornalisti – Sia in termini di ricostruzione della ‘’fiducia’’, sia diventando una sorta di ‘’nastro trasportatore’’ di notizie verso i media tradizionali – Con il Lexicon, intanto, si riesce già a sapere quali sono le parole (e i temi) di cui si parla di più sul network

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di Rory O’ Connor
(da Roryoconnor.org/blog)

 

Ho passato buona parte dello  scorso autunno alla Harward’s Kennedy school of Governement, seguendo in particolare gli studi dello Shorestein Center . Mentre ero lì, si discutevano anche questioni relative all’ affidabilità e alla credibilità della stampa, e il problema di quale ruolo potessero giocare i social media in questo particolare settore.

Una dei più promettenti social media è, ovviamente, l’ apparentemente onnipresente Facebook. L’ amministratore delegato Mark Zucherberg, colui che creò la piattaforma quando era studente ad Harward insieme ai suoi due compagni di stanza Dustin Moskoviz e Cris Huges, non era disponibile per un colloquio. Non lo era nemmeno il direttore esecutivo Sherry Sanlberg.

Invece Raddi Zuckerberg,  del dipartimento Creative marketing del newtork (quel luogo dove si discute via mail con quelle struttrure che potrebbero diventare partner del newtork) ha accettato di rilasciare un intervista via mail sul tema dell’ affidabilità e del giornalismo.

ROC: Il giornalismo sta attraversando una crisi di  fiducia nei confronti dell’ opinione pubblica. Stiamo tentando di capire come  le persone possano trovare e condividere notizie e informazioni nella speranza di riconquistare questa fiducia. Pensa che Facebook  possa giocare un ruolo in questo processo? E se sì,  come?

RZ: Il concetto di “attestazione di fiducia” (trusted referral) si integra in modo perfetto con la condivisione di contenuti in Facebook.  Abbiamo scoperto che sono tremendamente più efficaci un’ informazione, un video, una notizia, delle immagini, ricevute da parte di un amico, ciò rende più facile che tu legga, guardi e commenti quanto ti è stato spedito.

La gente vorrà sempre leggere commenti scritti da esperti, e cercherà sempre fonti attendibili per le grandi notizie o per i fatti correnti, ma questo mercato ha raggiunto la saturazione, per questo è importante ricevere un aiuto nell’azione di filtrare le notizie. Quando si riceve una nuova clip da degli amici è come se loro mettessero il loro personale marchio in ciò che ti spediscono, come se dicessero: “ Ti segnalo questo articolo tra tutti quelli che ci sono fuori da qui”.  Come se stessero raccomandando un film o un ristorante.
Stiamo iniziando a vedere giornalisti e agenzie di informazione che  si stanno costruendo una forte presenza in Facebook, in modo che gli utenti li aiutino attraverso il sistema del passaparola di affidabilità,  in modo che le notizie si diffondano come un virus. Quando i giornalisti  potranno realmente connettersi con i loro lettori-ascoltatori e alle loro liste di amici in Facebook, per segnalare e condividere contenuti,  avranno trovato la strada migliore per condividere notizie e nuove informazioni e ottenere quell’ implicita fiducia che le persone hanno verso i loro veri amici.

ROC: La tradizionale esperienza accademica dice che i social newtork fanno l’opposto, servono come casse di risonanza  per  polarizzare  e rafforzare i propri punti di vista, invece  che come forme di ascolto e persuasione da parte di altri. Perchè o perché no Facebook si adatta a questo archetipo?

RZ: Questa è un’ottima domanda. Penso che dipenda molto da cosa cerchi da un social network. Se guardi solo i profili utenti, l’ analisi è corretta perché le persone usano questo spazio per dare una loro impressione di sé. Loro pubblicano le foto che li riguardano, scrivono i loro punti di vista,  raccontano agli amici cosa stanno facendo o cosa stanno pensando.  Quindi, se poni l’ attenzione solo sui profili utenti, puoi pensare che questo social newtork sia solo un posto dove pubblicare informazioni di tipo personale.
Tuttavia, se tu ti concentri solo su i profili personali, stai ignorando una enorme quantità di attività che trovano spazio in Facebook e in altri siti. Gli utenti di Facebook si uniscono in gruppi per parlare di temi, idee e attività importanti per loro. Diventano fans di celebrità, marchi, pubbliche figure e affari. Usano le applicazioni per spedire foto ai loro amici in giro per il mondo, ricevere da loro appunti,  rispettare appuntamenti con nuovo entusiasmo.

Ma, ed è ancora più importante, le persone usano Facebook per imparare nuove cose riguardo ai loro amici e la realtà che li circonda. La nostra missione come azienda è quella di incoraggiare gli utenti a condividere informazioni che sono importanti per loro. Attraverso le notizie della homepage utenti, essi possono scoprire nuovi libri, nuovi articoli, nuovi posti da visitare,  trovare nuove persone da conoscere.

Sarebbe impossibile raccontarti tutte le nuove cose che ho personalmente scoperto tramite Facebook, e quanti amici hanno allargato i miei orizzonti  insegnandomi cose che da solo non avrei mai scoperto. Quante volte ho scoperto nuovi avvenimenti perché i miei amici avevano pubblicato su Facebook alcuni articoli scrivendo cosa ne pensavano… Mai prima avrei potuto avere tutto questo da un sito di notizie. Ho scoperto nuovi posti da visitare, ho conosciuto persone incredibili, nuove rock band da seguire, ho cambiato la mie posizioni su quasi tutto, dalla politica ai musical di Brodway.

ROC:  I giornalisti hanno utilizzato Facebook in un modo imprevisto. Quali sono le maggiori tendenze che hai notato? Sei sorpresa da queste nuove applicazioni? Potresti dirci i dettagli dei tuoi rapporti con ABC e dove ciò potrà portarti in futuro? Come sono stati invece i tuoi rapporti con i media e i singoli giornalisti?

RZ: Penso che i giornalisti abbiano appena iniziato a capire la potenza del mezzo Facebook e quali possano possano essere i suoi contenuti. Ho discusso con molte agenzie di informazione classiche,  e mi sono continuamente  sentita spiegare  come provochi loro mal di pancia pensare di  pubblicare i loro contenuti in altri siti. I contenuti solo la loro linfa… cosa sono senza? Perché dovrebbero darli gratis ad altri siti?

Tuttavia, molte aziende editoriali hanno cominciato a capire l’ importanza di permettere alla gente di  accedere ai loro contenuti da qualunque punto del web, non solo nei siti delle agenzie di stampa. Come ho detto prima,  non penso che i giornalisti professionisti spariranno – la gente vorrà sempre avere un opinione da esperti sulle notizie, sulla politica, i fatti del giorno e i temi importanti- Ma le persone vogliono conoscere le notizie nei siti in cui si trovano, come in Facebook, invece di dover viaggiare in un altro sito quando sono impegnati a parlare con un loro amico o stanno facendo già altre cose.

Quando ho lavorato con la Abc per i dibattiti delle primarie presidenziali,  abbiamo costruito insieme un potente spazio informativo: “ Us politican application”, dove gli utenti potevano consultare le notizie e i commenti politici di ABC. E poi abbiamo organizzato delle pagine dedicate ai giornalisti che seguivano la campagna elettorale tappa per tappa, permettendo loro di raccontare ciò che accadeva come in un blog e di discuterne con gli utenti. Ci siamo anche sforzati di rendere la pagina più interattiva possibile, girando ogni pezzo o articolo in una domanda,  argomento di discussione,  in modo che gli utenti potessero commentare insieme ai loro amici ciò che avevano letto.

Comunque, visto che sembra persistere la volontà di mantenere le informazioni all’ interno del proprio sito, abbiamo da poco lanciato un’ iniziativa chiamata “Facebook connect”, che permette alle testate di utilizzare alcuni degli strumenti di Facebook nei loro siti internet. Gli utenti possono connettersi agli altri siti con il loro nome e la loro passward di Facebook, e vedere quali contenuti gli amici hanno letto  e quali strumenti hanno usato.  Aziende come CBS e CNN hanno fatto un gran lavoro implementando le loro connessioni e questo chiaramente è solo l’ inizio.

ROC: Sei d’ accordo sul fatto che Facebook stia diventando una sorta di nastro trasportatore che porta notizie ai media tradizionali? C’è qualche dato che consenta di sapere quante notizie e storie sono pubblicate  e disseminate in Facebook?

RZ. Sono abbastanza d’ accordo con la tua prima affermazione. Noi abbiamo un incredibile mezzo chiamato Lexicon che  ci mostra e permette di capire di cosa gli utenti di Facebook stiano parlando.  Nel corso delle elezioni presidenziali, è stato affascinate osservare  come termini quali “Obama” ,“Palin”, “Votare “… perfino “Tina Fey” ,  crescessero a mano a mano che ci si avvicinava alle elezioni.  Lexicon permette di osservare il ‘buzz’ che c’è in Facebook attorno a certi temi e perfino di approfondire dove negli U.S.A.  più persone ne stiano discutendo. Quando queste informazioni diventeranno più raffinate penso si inizierà a vedere come questo potente mezzo permetterà di capire che tipo di notizie vengono pubblicate e condivise in Facebook e quanto spesso  gli utenti parlino di determinati  temi.

(traduzione di Pietro Omerini)

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