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Ericsson lancia un sistema per il pagamento dell’ informazione online, ma il 91% degli utenti (in UK) non è disponibile a pagare


Il programma del gigante della telefonia mobile si chiama Internet Payment Exchange (IPX) ed è molto semplice: basta fornire il proprio numero di cellulare – Ma intanto uno studio della Lightspeed Research ha appena rilevato che, su 2.000 internauti britannici interpellati, la grandissima maggioranza ha risposto che non pagherebbero mai per le informazioni online

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Il gigante della telefonia mobile Ericsson ha forse trovato il modo per riempire il vuoto fra il desiderio degli editori di far pagare i contenuti online e gli strumenti per farlo concretamente: è un sistema denominato Internet Payment Exchange (IPX). 

L’ IPX – spiega Nestor Bailly su Editorsweblog – è un sistema di pagamenti basati sul ‘’mobile’’. Quando un utente incontra un ‘’posto di blocco’’ può inserire il suo numero di cellulare in un form del sito e dopo poco riceve un sms con un codice. Inserendolo nel sito l’ utente ottiene l’ accesso al contenuto desiderato, mentre sul conto che ha sul cellulare viene caricato l’ ammontare della transazione. Un sistema che può essere utilizzato per micropagamenti o abbonamenti.

"Pensiamo che in questo modo possano cadere le ultime barriere", ha rilevato il responsabile Ericsson dell’ IPX per Uk e Irlanda, Peter Garside. "Non c’ nessuna pre-registrazione da fare e nessun dettaglio bancario da fornire; l’ unica informazione necessaria è un numero di cellulare’’.  

Ericsson dovrebbe fissare il 1.000 sterline al mese il costo per l’ editore, a cui però chiederebbe anche una percentuale sui ricavi.

Tutto questo – aggiunge Editorsweblog – mentre uno studio della Lightspeed Research ha appena rilevato che, su 2.000 internauti britannici interpellati, il 91% hanno risposto che ‘’non sarebbero mai disposti a pagare’’ per le informazioni online, mentre circa una metà sarebbe dsponibile a pagare per la musica. Una conferma del fatto che paragonare due diversi settori industraili dei media, in particolare musica ed editoria (vedi il dibattito sul ‘’modello iTunes’’), stanno commettendo un grosso errore di base.

Il sondaggio ha rilevato anche che le persone adulte (45-65 anni) sono meno disposte a pagare (il 96% dice no) per i contenuti online rispetto ai giovani (16-24 anni), che sono restii all’ 86%.

Si tratta, secondo Editorsweblog, di un’ altra conferma  del fatto che il progetto di Murdoch di far pagare per i contenuti online del suo impero andrà storto.

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