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E Google sceglie la via degli accordi con gli editori

‘’Fast flip’’ segnerà l’ avvio di una nuova era di relazioni fra Google e gli editori di quotidiani dopo vari anni di scontri anche piuttosto duri? – Un nuovo servizio di aggregazione di notizie e servizi giornalistici contrattata con gli editori e non più totalmente ‘’automatizzata’’, come avviene (e avverrà ancora) con Google News

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‘’Fast flip’’segnerà l’ avvio di una nuova era di relazioni fra Google e gli editori di quotidiani dopo vari anni di scontri anche piuttosto duri? Molti commentatori leggono in questa chiave l’ avvio (per ora solo negli Usa) di Fast Flip, un nuovo servizio di aggregazione di notizie e servizi giornalistici contrattata con gli editori e non più totalmente ‘’automatizzata’’, come avviene con Google News, che comunque rimane nel campo delle breaking news.  

Dopo l’ annuncio dell’ avvio (o del riavvio) di un sistema di micropagamenti per i contenuti online che Google ha offerto ai grandi editori Usa (raccolti nella NAA, Newspaper Association of America), il gigante di Mountain View lancia questo nuovo servizio.

Google ha sempre assicurato di non avere alcuna intenzione di produrre informazione giornalistica, di non voler fare l’ editore, ma di fatto sta cercando di occupare (oltre alle posizioni chiave già raggiunte nel campo delle ricerche sul web) quei grandi spazi che la Rete ha aperto e di cui gli editori tradizionali non riescono a trovare la chiave. In pratica la rete delle nuove infrastrutture che dovrebbero sostenere l’ industria editoriale: sistemi di pagamento, tracciabilità, nuovi criteri di valutazione della pubblicità, ecc.

Il messaggio che la grande G lancia agli editori è molto chiaro: ‘’senza di noi, nella rete, non potete andare lontano’’ ma invece dello scontro frontale sceglie la strada dell’ accordo,  

Ed ecco Fast Flip, che – come spiega Massimo Sideri su Corriere.it – ‘’si basa su accordi di «revenues sharing», cioè di condivisione dei ricavi. Solo i giornali partner compariranno nella ricerca, men­tre su Google News si veniva «re­clutati » automaticamente, anche se c’era la possibilità di richiede­re l’esclusione’’.

Massimo Russo, su Cablogrammi, lo definisce ‘’una sorta di sfogliatore rapido delle notizie’’.


Si tratta in sostanza – rileva – di un sistema di visualizzazione applicato a Google news che consente non solo di vedere i titoli e un breve sommario delle fonti, ma anche di avere una riproduzione dell’intera pagina, una sorta di fotogalleria degli articoli ordinabile per tema, notizia, o per sito. Ovviamente nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza specifici accordi con gli editori, che condividono con Google una fetta (quanto non si sa) della pubblicità contestuale generata da Flip. L’esperimento parte negli Usa, a bordo tra gli altri Bbc, New York Times, Washington Post, Business week, per un totale di 39 siti’’.

Per quanto riguarda gli aspetti pubblicitari, Google fino ad oggi – commenta Sideri – ‘ha sempre puntato sul­la pubblicità text link, di cui do­mina il panorama mondiale, ma su Fast Flip verrà messa anche quella premium con tanto di spot. Insomma, la scommessa è economica. «La maggior parte dei ricavi sarà condivisa con gli editori» ha confermato via email al Corriere Richard Gingras ceo di Salon Media. Fino ad oggi Goo­gle News aveva avuto un ottimo successo di pubblico (16,5 milio­ni di click al mese secondo Com­Score) ma in Europa non produ­ceva ricavi non avendo pubblici­tà. Solo negli Usa, dove era stata introdotta, i ricavi erano stati sti­mati in 100 milioni di dollari’’.

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