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Come ti manipolo le foto

La foto originale e, sopra, quella pubblicata dal Giornale
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Polemiche e accuse contro il Giornale per una plateale operazione di smontaggio e montaggio di due fotografie sulla sanguinosa campagna militare israeliana nella striscia di Gaxa – L’ AP: ”il contratto che i giornali firmano prevede l’immodificabilità delle immagini, a garanzia del codice etico che l’agenzia si è dato e che si impegna a rispettare”.

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Non è stata citata la fonte, si è ignorata la didascalia originale, ma, soprattutto, si sono “arricchite” arbitrariamente le fotografie eliminando gli elementi che si riteneva “di disturbo” e aggiungendo elementi estranei alla situazione reale, facendo un’opera di fotomontaggio che attiene all’ illustrazione e non alla cronaca.

E’ la denuncia fatta da ‘‘Fotografia&Informazione” in relazione alla manipolazione di due foto dell’ AP sulla sanguinosa campagna militare israeliana nella striscia di Gaxa compiuta nei gioorni sorsi dal Giornale.

L’ operazione di smontaggio e montaggio ha sollevato nel mondo del fotogiornalismo italiano forti polemiche.

Molto secco l’ intervento di FPA (Fotoreporter professionisti Associati), che mostra naturalmente le foto pubblicate dal quotidiano e gli originali.

”Inizia un nuovo anno ed ecco che il "Giornale" del 31-12-2008 e del 5-1-2009 pubblica 2 foto visibilmente contraffatte.
(…)
Le foto erano pubblicate senza alcun credito e senza nessuna indicazione del tipo "Foto modificata" o "Fotomontaggio".
Noi al contrario citiamo la fonte delle fotografie cioè l’agenzia Associated Press.
Ringraziamo tutti i visitatori del nostro sito e invitiamo i nostri soci a monitorare Il Giornale, e altre testate, per segnalare eventuali manipolazioni”.

Vari i commenti e le denunce arrivate, fra cui quella di Paolo Mancini: ”già che ci siamo segnalo allora anche la foto di una bambina palestinese colpita in ospedale che compare sull’espresso di questa settimana sulla guerra a ghaza. peccato che la foto sia vecchia di due anni e sia relativa al conflitto precedente col libano”.

”Fotografia&Informazione”, da parte sua, sottolinea come l’ operazione sia stata compiuta ”tentando di cammuffarla con didascalie descrittive ma fuorvianti (abitudine sulla quale abbiamo già scritto in un recente speciale). Associated Press (che detiene i diritti delle due foto principali) e LaPresse (che distribuisce in esclusiva per l’Italia il materiale di AP) dichiarano di aver chiesto chiarimenti in merito e specificano: "il contratto che i giornali firmano prevede l’immodificabilità delle immagini, a garanzia del codice etico che l’agenzia si è dato e che si impegna a rispettare".

Secondo il sito la motivazione principale sarebbe stata determinata ”dall’ intento di sostenere e giustificare una delle parti in causa (Israele), necessità che prevale sulla correttezza del racconto dei fatti. Se un redattore si può permettere di manipolare così immagini realizzate da terzi, cosa potrà mai fare chi riporta la realtà solo con le sue parole?”

”Fotografia&Informazione”, inoltre, coglie l’ occasione per denunciarer ancora una volta ”la diffusa brutta abitudine dei giornali italiani di non citare fonti, crediti, autori e di alterare o ignorare le didascalie facilita la considerazione che si tratti di operazioni in qualche modo lecite”.

Ci auguriamo che l’attenzione dei lettori italiani sia sempre più pronta ad accorgersi di queste storture e che la sensibilità e la correttezza degli operatori della comunicazione migliori e diventi garanzia di onestà. Nel frattempo speriamo che siano presi provvedimenti per impedire al Giornale di continuare a fare giornalismo in questo modo”.

Sulla vicenda si muoverà ora l’ Ordine dei giornalisti di Milano, come ha assicurato la sua presidente, Letizia Gonzales.

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