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Stampa russa: sempre più dura la lotta per la sopravvivenza

La crisi economica mondiale si ripercuote duramente sul settore editoriale di Mosca – Diverse testate medie e piccole hanno chiuso o rischiano di doverlo fare o di dover chiedere “aiuto” al governo o alle grandi holding – Il caso di “Moskovskij Korrespondent” e “Mosca: istruzioni per l’ uso” – Ottimismo invece fra i quotidiani a grande tiratura, ma sul lungo periodo, però, le conseguenze rischiano di ricadere indistintamente su tutte le pubblicazioni attraverso la contrazione del mercato della pubblicità

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di Valentina Barbieri

Volere è potere, si dice.

Nel caso dei giornali russi, ultimamente stare in piedi è potere. Stare in piedi vuol dire tenere in considerazione l’ imprescindibile rapporto tra l’ indipendenza economica di un giornale e l’ indipendenza nella scelta dei contenuti.

Se questa è una connessione appurata, la crisi economica mondiale ha ulteriormente acuito la lotta per la sopravvivenza. Ed era inevitabile che lo scoppiare della bolla economica avrebbe creato dei grossi problemi alla Russia, un’ economia per molti versi cresciuta grazie alla speculazione. E di conseguenza ai media.

Diversi giornali moscoviti saranno costretti a  chiudere nell’ immediato futuro. "Moskovskij Korrespondent" e "Mosca: istruzioni per l’ uso" (Moskva: instrukcija po primeneniju, MIPP) non hanno retto alla crisi e presto anche altre pubblicazioni cittadine e dei quartieri potrebbero fare la stessa fine.

Aleksandr Lebedev, deputato della Duma e proprietario del "Moskovskij  Korrespondent", si è difeso in un’intervista a RBKdaily spiegando di on poter mantenere due pubblicazioni indipendenti (Lebedev è anche azionista della "Novaja Gazeta") e di non poter chiedere fondi allo stato, che già spende così tanto per tenere in vita i propri giornali.

Ha interrotto le pubblicazioni anche "Mosca: istruzioni per l’uso", un altro giornale della capitale diretto dalla casa editrice «7+7 медиа» e dal canale televisivo TNT. Secondo una fonte vicina alla direzione, la società ha spiegato la chiusura del giornale con la situazione negativa nel mercato.

La crisi del settore è confermata da Elena Zelinskaja, vicepresidente della holding Mediasojuz e membro della Camera Pubblica della Federazione Russa, che vede un futuro nero soprattutto per le piccole pubblicazioni.

"È evidente che saranno interrotti alcuni progetti già pianificati e in un breve arco di tempo si ristringerà il mercato pubblicitario e ci saranno problemi con  la carta. Ma in tutto questo chi si trova nella situazione peggiore sono le pubblicazioni delle città e dei quartieri, che hanno bisogno di un massiccio sostegno statale. E in casi simili si può rischiare anche la statalizzazione di questi istituti».

Insomma, il rischio è il solito. Più si è piccoli più si fatica a non chiedere aiuto alle potenze nazionali (stato e grandi holding). E un piccolo editore non si può permettere di fare grandi debiti nei confronti del mercato pubblicitario.

Opinioni invece sorprendentemente positive giungono dai direttori dei maggiori giornali per tiratura in Russia, il «Moskovskij Komsomolec» e «Komsomol’skaja Pravda», che sembrerebbero impermeabili alla crisi.

Pavel Gusev, direttore di «Мoskovskij Komsomolec», la definisce una "crisi di genere" e rincara la dose, parlando di crescita sensibile delle vendite del giornale nell’ ultimo periodo, legata all’ interesse dei lettori verso le notizie legate alla crisi. Non si discosta di molto il tono di Vladimir Sungorkin, direttore di "KP": «In un periodo di crisi i media cartacei solidi con un taglio socio-politico hanno la possibilità di incrementare l’ interesse verso la propria pubblicazione
e aumentare la tiratura".

Certo. In un’ottica di lungo periodo, però, le conseguenze  travolgeranno indistintamente tutte le pubblicazioni attraverso la contrazione del mercato della pubblicità.

Lo dichiarava a RIA Novosti ancora in tempi non sospetti (13 ottobre ’08), Igor’ Jakovenko, segretario dell’Unione dei giornalisti russi e direttore del Centro di sviluppo dei media e della società civile.

"La crisi toccherà i media statali, locali e corporativi in maniera indiretta e solo tra due/tre mesi, quando a causa dell’inflazione e della vacanza dei collaboratori delle aziende fallite, cambierà la struttura della domanda e gli abbonamenti e la distribuzione al minuto ne risentiranno" sottolinea Jakovenko.

Concordi Fedor Borisov, direttore generale dell’ Associazione degli  inserzionisti russi, e Sergej Piskarev, presidente dell’Associazione delle agenzie di comunicazione russa (АКАР), per i quali l’ ulteriore sviluppo della crisi finanziaria porterebbe a rallentare i tempi di sviluppo del settore, mentre la riduzione dell’ attività di alcuni inserzionisti è già evidente ora.

Il segretario dell’ Unione dei giornalisti russi non esclude però riflessi positivi della crisi sullo sviluppo dei media, soprattutto sul piano qualitativo. Prova ne è l’esperienza della precedente crisi del 1998, in cui il mercato editoriale reagì con una maggiore attenzione alla trasparenza e con la nascita del servizio nazionale di tiratura (Национальная тиражная служба, Nacional’naja tiražnaja služba).
Jakovenko porta avanti quindi la speranza "che nel passaggio dalla crisi alla lotta per la sopravvivenza i vantaggi concreti per i media saranno la qualità dei giornalisti e del management, il che potrebbe fermare il gioco al ribasso caratteristico degli ultimi anni".

Come dire, se proprio dobbiamo essere in meno, almeno che rimangano i migliori.

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Fonti:
"Печать кризиса. Сгубила целый ряд столичных газет, АЛЕКСАНДР КЛЕНИН"
La stampa della crisi. Tutta una serie di giornali moscoviti sono andati in rovina. Aleksandr Klenin, RBK Daily, 31.10.2008
http://www.rbcdaily.ru/2008/10/31/media/388714

Кризис больнее всего ударит по рыночным СМИ через рекламу –  Яковенко
La crisi sferra il colpo più doloroso ai media sul mercato attraverso la pubblicità, RIA Novosti, 13.10.2008
http://www.rian.ru/crisis_news/20081013/153026426.html

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