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Rue89: ma dove sono i protagonisti di questo nuovo giornalismo?

La disillusione di uno dei fondatori del sito francese offre lo spunto per chiedersi se il giornalismo partecipativo sia davvero una strada interessante o insegua soltanto fantasmi – “Un’ ammissione di sconfitta per la corporazione dei giornalisti, incapace di adattarsi e di rimettersi in causa”

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"Posso capire la disillusione di Michel Lévy-Provençal, perché Rue89 propone effettivamente un giornalismo militante classo (molto Libé di qualche anno fa), piuttosto ben fatto ed efficace certo, ma né rivoluzionario né collaborativi”, commenta Narvic sul blog novovision, allungando la lista dei commentatori che si chiedono se quella del giornalismo partecipativo sia una ipotesi realistica o insegua soltanto fantasmi (Vedi Lsdi, Crisi a “Rue89″, uno dei fondatori abbandona il progetto). Ma a questo punto- si chiede esplicitamente Narvic -, “dove sono i collaboratori di questo nuovo giornalismo? Né Rue89, né Agoravox, nè Obiwi, e ancora meno lepost.fr (il sito di Le Monde) li hanno trovati… Buzz, molto buzz, aneddoti, gags ed errori… E opinoni, essenzialmente opinioni… Il regno dell’ editoriale a portata di tutti…

E dov’è quella informazione che dei giornalisti non-professionisti dovrebbero fornirci appena gliene si desse l’ occasione? Esistono questi appassionati dell’ informazione, o non sono altro che un fantasma?”

Su un altro blog,  Authueil, spiega (“Uscire dai vecchi solchi”) che “questo allontanamento è l’ ammissione di una sconfitta, quella della corporazione dei giornalisti, incapace di adattarsi, di  rimettersi in causa e di proporre una nuova maniera di trattare l’ informazione!”

“Che fare? Non cerco un sito che mi propone degli scoop. Essere il primo a svelare un fatto non ha alcun interesse perché in mezz’ ora viene ripreso da tutti. Quello che chiedo è dell’ analisi , e che sia intellettualmente onesta, cioè che consideri tutti gli aspetti visto che la realtà e complessa e spesso ambivalente”. Ci vorrebbe un sito che facesse una vera sintesi di quello che si scrive di intelligente sulla blogosfera, che chiede ad alcuni di svilupparlo un po’, orientando la loro esperienza su questioni pertinenti (perché la dote del giornalista è anche saper porre le domande giuste). Il tutto senza cercare di convincere, senza andare per questo o per quello, e un sito del genere lo aspetto, spero di poterlo vedere prima o poi”. 

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