Quando la Guerra dilaga anche sul web

out-203.jpg Un articolo del Kommersant , che pubblichiamo in traduzione italiana, analizza la crisi fra Russia e Georgia dal punto di vista del ruolo dei nuovi strumenti di propaganda e di controinformazione e del rapporto fra conflitto reale e guerra informatica– Il “patriottismo” sulla rete, fra blog e hacker

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(a cura di Valentina Barbieri)

Per molti secoli, il rapporto tra potere e comunicazione e’ stato piuttosto semplice ed univoco: una buona comunicazione era in grado di indirizzare il consenso popolare.

In questo senso basti pensare all’ attenzione prestata alla retorica, al sistema di propaganda su cui si sono basati l’ uno dopo l’ altro tutti i regimi del mondo, agli slogan.

Ora la tecnologia ha permesso nuove forme di partecipazione, che agiscono pero’ anche come elemento di destabilizzazione e di perdita di controllo da parte del potere centrale: blog, gruppi di discussione e altre forme di mobilitazione.

Da una parte sono strumenti che danno anche ai poteri ufficiali nuove potenzialità, dall’altra li rendono vulnerabili verso chi sa usare gli stessi mezzi.

Questo aspetto diventa particolarmente evidente in situazioni di contrasto e tensione, che dal mondo reale immancabilmente si riversano in quello virtuale.

Un esempio di questo e’ portato dal giornale russo "Kommersant", che in data 13 agosto dedica un interessante articolo al rapporto tra guerra reale e guerra informatica.

 

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I SITI WEB SI SCHIERANO IN DIFESA
I siti russi e georgiani danno prova di patriottismo

"Сайты заняли оборону .Российские и грузинские хакеры проявили патриотизм"
Saity zanjali oboronu. Rossijskie i gruzinskie chakery projavili patriotizm

Газета «Коммерсантъ»   № 142(3959) от 13.08.2008
http://www.kommersant.ru/doc.aspx?DocsID=1010863

 

Gli specialisti della societa’ Tulip Systems, che si occupa della difesa dei siti internet del presidente della Georgia (www.president.gov.ge) e della compagnia televisiva "Rustavi-2" (www.rustavi2.com), hanno dichiarato ieri all’agenzia Interfax che riescono con difficoltà a respingere gli attacchi degli hacker. Anche i siti dei media statali russi hanno dovuto affrontare problemi dello stesso tipo.

La guerra in Internet è cominciata in contemporanea con gli scontri armati della vita reale.
I principali obiettivi degli attacchi degli hacker di entrambi le fazioni sono i siti degli enti e dei mezzi di comunicazione statali.

L’ 8 agosto verso la metà della giornata il Comitato statale per l’ informazione e la stampa dell’ Ossezia del sud ha accusato gli hacker georgiani di aver attaccato il loro sito.
La sera dello stesso giorno gli hacker hanno inserito nella pagina web del ministero degli esteri della Georgia un collage dei ritratti di Machail Saakašvili e di Adolf Hitler.

Secondo i dati di Tulip System, gli attacchi massicci degli hacker ai siti degli organi di potere georgiani sono partiti sabato da indirizzi ID russi.

Da quel momento i siti sono stati trasferiti in un web server ad Atlanta.

Lunedì il Ministero degli esteri georgiano ha comunicato che "la guerra cibernetica guidata dalla Russia ha ostacolato seriamente l’ accesso a molti siti web georgiani".

E’ stato rimosso anche il portale web del governo in esilio dell’Abchazia. Per la pubblicazione delle comunicazioni ufficiali, il ministero degli affari esteri georgiano è stato costretto a usare il blog di una delle piattaforme specializzate di Google.

E il presidente polacco Lech Kačinskij ha messo a disposizione del presidente Saakašvili il proprio sito ufficiale, per permettere la pubblicazione delle comunicazioni officiali del governo della Georgia.

Domenica i siti dei mass media statali russi hanno avuto gli stessi problemi: sono stati colpiti il sito principale e le infrastrutture tecnologiche dell’agenzia di stampa RIA Novosti. Questo fatto, stando a quanto ha dichiarato la stessa agenzia, ha ostacolato l’accesso al sito www.rian.ru e il funzionamento di praticamente tutti i servizi tecnici.

Inoltre, nello stesso giorno è stato sottoposto ad attacco DOS il sito del canale televisivo Russia Today: il sito non è stato accessibile per gli utenti per circa mezz’ ora. Come hanno spiegato gli specialisti della compagnia televisiva, l’ attacco è stato compiuto da un indirizzo IP registrato nella città georgiana di Tbilisi.

Anche la popolazione ha partecipato attivamente al dibattito sulla guerra. Secondo Andrej Podšibjakin,  redattore di Live Journal, che come mansione si occupa del monitoraggio del content di Livejournal, "dall’ 8 agosto il rating per frequenza degli interventi di Livejournal e’ composto quasi totalmente da pubblicazioni sul tema della Georgia e il traffico è cresciuto significativamente.
Secondo i dati del motore di ricerca Yandex.ru, nel periodo tra il 6 e l’ 11 agosto i blogger hanno inserito 91mila interventi, e se ancora il 7 agosto (refuso del Kommersant. Si intendeva presumibilmente il 6, ndT) gli interventi sul conflitto erano lo 0,76 % del totale (1,7 mila), già il 7 agosto la quantità di interventi sul tema ha raggiunto l’ 8,92% di tutti gli interventi (oltre 17 mila).

Nel complesso, secondo i dati di Yandex.ru, i commenti agli interventi sul conflitto sono stati più di 110 mila, e questo considerando solo due holding dei blog, livejournal e liveinternet. In Russia in totale gli utenti hanno dedicato al conflitto l’ 11,6% di tutte le comunicazioni. Si sono dimostrati attivi anche gli utenti ucraini, inserendo il 9,5% della quantità totale degli interventi. I più attivi nelle discussioni sul conflitto sono stati gli utenti del  sud e (13,8%) e del centro della Russia (12,1%), meno attivi quelli dell’estremo oriente (6,5%).

Come ha raccontato a Kommersant Andrej Podšibjakin, i dibattiti più accesi sul tema hanno riguardato la credibilità delle fotografie pubblicate, le differenti valutazioni dei fatti da parte dei media russi e stranieri (sono stati definiti seguaci di Goebbels sia gli uni che gli altri), il comportamento  dei dirigenti politici russi e l’influenza delle azioni belliche sugli indici di Borsa.

Natal’ja Bespalova, Kommersant 13 agosto