Pubblicità: ora si incrociano i dati degli spot tv con le fidelity cards

filedity cards Un algoritmo dovrebbe misurare in maniera oggettiva l’ impatto della pubblicità televisiva sugli spettatori, confrontando i dati del piccolo schermo con quello delle carte-fedeltà dei supermercati – E’ una invenzione di una nuova società di ricerca, la TRA, che solo per il programma ha investito 6 milioni di dollari

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Il mondo della pubblicità televisiva prende ispirazione dal web. In quest’ ultimo infatti le società di ricerca hanno vita più facile: hanno a disposizione dati molto personalizzati potendo conoscere le tipologie dei siti che un utente visita, quando, se compra, che cosa acquista e quanto. L’idea – spiega Serena Paterno in un articolo su visionpost – è di T.R.A. ("True ROI Accountability for Media") , un nuovo astro nascente nel mondo dell’advertising – e punta a confrontare le informazioni di chi usa la televisione via cavo con le fidelity card dei supermercati e dei grandi magazzini.

L’ obbiettivo è di riuscire a capire se una famiglia che guarda un certo spot pubblicitario poi effettivamente acquista il prodotto, misurando in modo oggettivo l’impatto dell’annuncio sulle intenzioni del compratore. Questo sistema potrebbe dare finalmente una risposta concreta ai fantasmi dei pubblicitari che operano nel piccolo schermo e che da decenni si domandano se effettivamente il gioco dello spot in Tv vale la candela.

Gli inserzionisti infatti spendono, in spot tv, circa 70 miliardi di dollari all’anno solo negli Stati Uniti e da sempre si chiedono se siano soldi spesi bene. Per capirlo, occorrono dati più dettagliati: quante volte ogni famiglia assiste a un annuncio e se e quanto compra il prodotto consigliato, ecc.

TRA – come racconta il Wall Street Journal – sta sperimentando: 300 mila famiglie californiane sono già monitorate e si conta di superare il milione entro la fine dell’anno. Sette grandi magazzini invece offrono i dati per i confronti grazie all’aiuto di quelle tesserine che sembrano tanto innocenti ma che in realtà custodiscono tutti i comportamenti, le preferenze, la disponibilità economica e i gusti di chi acquista.

Ma quanto costa ai pubblicitari? TRA – precisa visionpost – promette l’abbordabilità del proprio servizio: non servono né nuove banche di dati né l’ingaggio di singole famiglie. I database sono quelli delle famose carte fedeltà e i campioni sono presi a gruppo: quelli che viaggiano nelle Tv via cavo. Questo sistema rende l’intento più semplice e realizzabile rispetto a tutti i tentativi analoghi che pur sono stati fatti in passato con scarsi risultati (ricordiamo per esempio il Project Apollo di Nielsen). Tuttavia, l’algoritmo studiato è costato ben 6 milioni di dollari.

Ai pubblicitari farà di certo gola, dando loro l’opportunità di personalizzare in modo approfondito i propri annunci, spostando giorni, orari e naturalmente ritagliando il messaggio su un’idea più precisa del compratore da ammaliare, nonché sul suo portafogli.