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Outsourcing editoriale: non è più un tabù ma cresce la paura per la qualità

Negli Usa, nel Regno Unito e in altri mercati editoriali maturi un numero crescente di giornali stanno facendo accordi con aziende specializzate per dislocare all’ estero, in particolare in India, produzione e processi editoriali – Ma crescono le preoccupazioni per la qualità editoriale: la pubblicità o la realizzazione grafica in outsourcing sono facilmente realizzabili con le moderne tecnologie; eventualmente la stampa all’ esterno può essere praticabile dai giornali più piccoli , ma è possibile – o opportuno – spostare all’ esterno il lavoro di cronaca o quello redazionale per i giornali locali? – Una raccolta di articoli di Editor’s weblog

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Il trasferimento all’ estero di alcuni processi editoriali sta cominciando a diventare una realtà, tanto che il Rapporto quadrimestrale di Editor’s weblog dedica all’ argomento una sezione (vedi lsdi-july_07_quarterly_report.pdf ). Lsdi ne ha ripetutamente parlato (vedi qui) e il Rapporto offre una panoramica ampia (eng) delle tendenze in atto.  

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Negli Usa, nel Regno Unito e in altri mercati editoriali maturi – sostiene il Rapporto -, un numero crescente di giornali stanno facendo accordi con aziende specializzate per dislocare all’ estero, in particolare in India, produzione e processi editoriali.

Tuttavia, con l’ avvento della “esternalizzazione” della produzione, crescono le preoccupazioni per la qualità editoriale: la pubblicità o la realizzazione grafica in outsourcing sono facilmente realizzabili con le moderne tecnologie, eventualmente la stampa all’ esterno può essere praticabile dai giornali più piccoli (1), ma è possibile – o opportuno – spostare all’ esterno il lavoro di cronaca o quello redazionale per i giornali locali?

Per il Newsroom Barometer 2008, il 64% degli interpellati hanno spiegato di aspettarsi che in futuro alcune funzioni editotiali possano essere trasferite (2). Il dato è sorprendentemente alto, ma non rivela come i redattori/direttori vedono questa tendenza. Una cosa comunque è sicura: l’ ousourcing sta diventando rapidamente una caratteristica naturale nelle redazioni Usa.

– la produzione all’ esterno della pubblicità nel Gruppo McClatchy per due nuovi giornali in marzo (3).
– Newsquest che in UK taglia 27 posizioni di lavoro pre-stampa, rimpiazzando alcni ruoli tagliati con lavoratori di stanza in India (4).
– In giugno la decisione del Tampa Tribune e del Miami Herald di dare all’ esterno parti della loro produzione pubblicitaria ad Express KCS (5), e, una settimana dopo, l’ Orange County Register che decide di trasferire all’ esterno alcuni compiti redazionali a Mindworks (6).

Sfortunatamente, l’ outsourcing nei giornali è una diretta conseguenza di difficoltà economiche e dei tentativi di ridurre i costi nel settore dei dipendenti, come testimoniato negli Stati Uniti (7), ed è una delle soluzioni considerate da Le Monde per rispondere ai suoi problemi attuali (8).

Anche se c’ è stato qualche caso in cui l’ outsourcing ha avuto delle evidenti conseguenze negative sulla qualità editoriale, alcuni giornalisti hanno espresso grande preoccupazione all’ idea che il lavoro editoriale possaessere trasferito all’ esterno (9).

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1) Can outsourcing work for smaller newspapers? (3/13/08)

2) Newsroom Barometer: the future of the press (5/6/08)

3) US: McClatchy outsources ad production of two more newspapers (3/11/08)

4) UK: Newsquest outsources pre-press jobs to India (5/21/08)

5) US: Tampa Tribune and Miami Herald outsource production (6/17/08)

6) US: Orange County Register to begin outsourcing editorial work to India (6/25/08)

7) US: More newspaper job layoffs (6/26/2008)

8) Detailing how a newspaper responds to economic struggles: Le Monde
(5/21/08)

9) Opinion: Where do we draw the line with outsourcing? (7/8/08)

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