Internet, il vero giornale degli italiani all’ estero

giornali-estero.jpg Con i giornali di carta in ritardo di vari giorni e carissimi, l’ immagine dell’ Italia stava diventando opaca e folkloristica e si perdeva il contatto con la realtà – Con internet invece l’ immagine del paese è la stessa che si ha in Italia e persino i tormentoni politici che gli italiani commentano sulle spiaggie brasiliane sono gli stessi che qui da noi – Purtroppo non è vero il contrario e l’ immagine dell’italiano all’estero in Italia è spesso ancora molto folkloristica – Non sarebbe quindi meglio se i sussidi governativi alla stampa all’ estero fossero indirizzati allo sviluppo dell’informazione di ritorno invece che essere “sprecati” in mille rivoli?

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di Max Bono*
(http://maxbono.blogspot.com/

“Quali sono i giornali italiani che leggi?” chiedo al mio intervistato. Ho fatto questa domanda migliaia di volte intervistando gli italiani di Bahia per la ricerca della ong APK, l’unica di assistenza della comunita’ italiana del Nord Est del Brasile ([email protected]).

Cio’ che impressiona e’ che la risposta e’ stata quasi sempre la stessa: “Tutti, chiaro su internet”. Ed inoltre: “ I giornali italiani sono carissimi qui in Brasile, arrivano con grande ritardo, con notizie vecchie. In internet invece ricevi le notizie in tempo reale, riesci a leggere persino le notizie della tua cittadina di appartenenza, e, ovvio, costa pochissimo”.

Internet ha permesso di mantenere il legame con la madrepatria tramite il continuo aggiornamento delle notizie. In passato i costi proibitivi dei giornali scoraggiavano l’ acquisto degli stessi da parte degli italiani all’estero e di conseguenza le comunita’ all’estero perdevano gradualmente il contatto con l’ Italia.

L’immagine della nostra patria diveniva opaca, folkloristica, senza contatto con la realta’ attuale. Oggi tutto questo non esiste piu’. Persino ultrasettantenni leggono con regolarita’ le notizie che accadono in Italia con la dimestichezza di ragazzini. L’immagine dell’Italia e’ la stessa che si ha in Italia, persino i tormentoni politici che si commentano sulle spiaggie brasiliane dall’italiano di turno sono gli stessi che in Italia. L’italiano all’estero conosce (o meglio puo’ conoscere) l’Italia come l’italiano in patria.

Ci sono tuttavia alcuni fenomeni interessanti che riguardano l’informazione on-line e gli italiani all’estero poco conosciuti o discussi. In primo luogo mentre l’italiano all’estero sa benissimo cosa accade in Italia non e’ vero il contrario. L’immagine dell’italiano all’estero in Italia e’ ancora molto folkloristica, e’ l’immagine del “paisa’”, dell’emigrante con la valigia di cartone. Una immagine tanto falsa quanto quella che avevano gli italiani all’estero di quelli in Italia in passato. Solo che l’italiano all’estero si e’ aggiornato grazie ad internet mentre l’italiano in patria no.

E’ forse questa la vera ragione della disaffezione (per non dire dell’immagine di “pappone”) che l’italiano in patria ha di quello all’estero. Sfortunatamente la cosiddetta “informazione di ritorno”, l’informazione circa le comunita’ italiane all’estero da parte di giornalisti italiani sul luogo, quasi non esiste in Italia. Al contrario i sussidi governativi per la stampa italiana all’estero (quelli si’) vanno, per la maggior parte, a “papponi” che pubblicano giornali italiani all’estero che ben pochi leggono. Questi sussidi dovrebbero essere indirizzati allo sviluppo dell’informazione di ritorno invece che essere “sprecati” in mille rivoli o andare a foraggiare gruppi editoriali Assopigliatutto, come La Repubblica, con il “metodo” dei quotidiani teletrasmessi.

Infine e’ interessante la discussione che si strascina per anni sul “sesso degli angeli” riguardo a Rai international. Una discussione francamente inutile perche’ Rai international all’estero la vedono in pochi per non dire in molto pochi. Perché? Di nuovo costi elevati, associati alla ricezione del segnale tramite la tv via cavo o satellite, che scoraggia seriamente l’italiano all’estero. E poi, con internet vedi con un po’ di ritardo le trasmissioni rai senza alcun costo.

E’ evidente che internet ha distrutto per sempre il mondo preistorico dell’editoria italiana. E questo e’ ancora di piu’ vero all’estero. Paradossalmente pero’ ha anche centralizzato l’attenzione del teleutente sui giornali tradizionali, nella loro versione on-line. Mi spiego.

Il “brand” dei giornali tradizionali e’ decisivo nel momento di scegliere dove leggere le notizie. In pratica si va in google si scrive il nome della testata nazionale piu’ famosa o conosciuta e si leggono le notizie italiane. Mai prima d’ora i giornali tradizionali sono stati tanto forti e tanto deboli. Tanto forti perche’ sono i principali che si leggono in internet, tanto deboli perche’ i giornali fisici (anche in Italia) si leggono sempre meno. Riportano notizie vecchie, inutili. In pratica vale la pena leggerli per i commenti e per i titoli a nove colonne piu’ che per le notizie. Questo spiega perche’ i giornali sportivi sono sempre sull’auge dell’onda in Italia.

Un’ altro fenomeno ancora piccolo anche se in crescita vorticosa riguarda i giornali on-line poco conosciuti o i siti blog. Questi non hanno “il nome” ma nella ricerca in google escono anche loro. Ed il lettore, una volta che li sperimenta, se gli piacciono, torna sempre di piu’. Ed alla fine persino abbandona il giornale tradizionale, limitatamente pero’ all’area di competenza del giornale on-line specializzato.

Morale della storia: i giornali cartacei hanno un valore ed un impatto sempre piu’ ridotto mentre molto maggiore e’ l’impatto delllo stesso giornale online. I giornali online “nuovi” invece stanno attraversando un severo processo di selezione naturale accentuato dalla recente crisi economica e sopravviveranno solo quelli che dimostreranno di avere una specializzazione vera nell’area di competenza. E cio’ per i giornali degli italiani all’estero significhera’ avere una vera informazione di ritorno, non una copia sbiadita della comunita’ italiana che esce dai libri di storia dell’emigrazione.

Ora pero’ mi fermo e torno al duro lavoro di ricerca per APK. Se aspetto i sussidi governativi sto fresco. Al momento la mia informazione di ritorno mi dà un buon ritorno di immagine ma non un analogo ritorno finanziario. Devo guadagnarmi la pagnotta io e con l’inflazione crescente qui in Brasile (altra informazione di ritorno che vi passo) non posso aspettare i tempi biblici del governo per la modifica dei criteri di erogazione dei fondi pubblici all’editoria italiana all’estero. E qualcosa mi dice che se anche questa ci sara’, i futuri beneficiari saranno i soliti noti.

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*Max Bono è un freelance napoletano che vive e lavora in Brasile (Vedi Lsdi, "Nuova legge sui periodici italiani all’estero: piu’ soldi a chi?").