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Fotografi, “vessati e umiliati”?

Oggi la fotografia è come la benzina per le auto e senza questa le auto non vanno, ma mai come in questo momento la categoria dei fotogiornalisti è stata “in completa rotta, indifesa e spiazzata” – Un articolo su poterefotografico.com con l’ appello a “forme di lotta che ci permettano di riconquistare la dignità perduta , una certa sicurezza sociale e il riconoscimento culturale del lavoro che svolgiamo”

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Se è vero che oggi “per i giornali la fotografia è come la benzina per le auto e senza questa le auto non vanno” è vero anche che mai come in questo momento la categoria dei fotogiornalisti “è in completa rotta, indifesa e spiazzata. Urge discutere forme di lotta che ci permettano di riconquistare la dignità perduta , una certa sicurezza sociale e il riconoscimento culturale del lavoro che svolgiamo”.  La riflessione* è su Poterefotografico.com, a firma ‘mozartiano’, dove in un articolo dal titolo molto aspro, “Fotografi vessati ed umiliati”, si fa il punto sulla situazione.

”So che molti di voi faranno spallucce leggendo queste note – conclude mozartiano -. Bene non fatelo perchè anche se quello del fotografo è un lavoro individuale e magari oggi non avete problemi, domani potrà accadere a voi di non essere in grado di svolgere il vostro lavoro. Dobbiamo organizzarci e molto presto”.

Lentamente ed inesorabilmente – prosegue l’ articolo – il mestiere di fotografo sta decadendo. Ormai siamo alla sopravvivenza. Un giorno sì e l’altro pure i giornali e le case editrici decidono di risparmiare sull’acquisto di fotografie e servizi fotografici e così facendo rendono la vita impossibile ai pochi fotografi rimasti. Non ci stancheremo mai di ripetere che non esiste altra professione che si vede ridotti i compensi mentre il costo della vita aumenta a volte in misura esponenziale.
Tutti abbiamo dovuto sopportare costi ingenti per il cambio di tecnologia e non siamo mai stati in grado di recuperare questi investimenti perchè i prezzi delle immagini da almeno 15 anni sono in diminuzione. Oltretutto pianificare è diventato impossibile.

Mettiamo il caso di un fotografo che dopo anni di tentativi, grazie ad una forte professionalità conquistata sul campo, riesca a stabilire una certa forma di collaborazione con uno o due giornali. Il fotografo conta su questa collaborazione, pianifica, investe, studia, progetta, fa di conto , per poi magari sentirsi dire che l’editore ha deciso di tagliare il budget, o che è stato licenziato il direttore e che il nuovo ha i suoi fotografi e non intende più servirsi di lui. L’aleatorietà regna sovrana. Inoltre, e questo è l’aspetto più drammatico del mestiere del fotografo. la maggior parte dei fotografi dopo una vita di lavoro massacrante e poco redditizio, si ritrova senza pensione.

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*L’ indicazione di questo articolo è venuta da Pippo Sanfilippo che, in un commento a un altro post su Lsdi, ha scritto:
Parlare di etica nel fotogiornalismo oggi mi fa veramente ridere, non potendo piangere. Dei miei colleghi mi informano che Il Giorno paga la fantasmagorica cifra di 3 euro per una fotografia e la Nazione sempre dello stesso gruppo, paga 7 euro. Prezzi da terzo mondo. Altro che etica. Il mestiere del fotogiornalista oggi è minacciato da più punti e se non si troveranno dei rimedi tra un po’ le foto se le andrànno a fare Riffeser, Caltagirone e gli altri cosiddetti editori. Oggi noi fotografi siamo tratti come dei paria. Spero che i miei colleghi capiranno di essere sfruttati e maltrattati. Su Poterefotografico.com c’è un articolo , Fotografi vessati ed umiliati , che dice tutto quello che c’è da dire sulla condizione dei fotografi oggi. Peccato che è uno dei pochi siti che dice la verità sullo stato dell’arte.

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