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Come salvare il giornalismo investigativo

Charles Lewis dà vita negli Usa a un nuovo progetto, l’ Investigative Reporting Workshop, presso la Scuola di Comunicazione dell’ American University – Un gruppo di grandi nomi del giornalismo d’ inchiesta coordineranno dottorandi e studenti della Scuola per inchieste molto approfondite – E intanto cercheranno anche di affrontare il problema dell’ anemia di fondi per il giornalismo investigativo

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Lo stato del giornalismo investigativo negli Usa è nella sua fase di massimo allarme, con le redazioni drasticamente ridotte. Ma  Charles Lewis, padre del giornalismo investigativo non-profit come fondatore ed ex direttore del   Center for Public Integrity, preferisce attaccare le fiamme piuttosto che gridare soltanto “al fuoco!”

E’ così che qualche giorno fa Mark Glaser, su MediaShift, introduceva un’ ampia e interessante intervista sullo stato e il futuro del giornalismo investigativo negli Stati Uniti con Charles Lewis, impegnato ora nella realizzazione di una nuova, imponente, struttura che dovrebbe proprio rilanciare quel tipo di giornalismo, l’ Investigative Reporting Workshop.
“Attualmente penso che questo sia uno dei momenti più eccitanti della storia del giornalismo anche se a volte sembra che ci stia cadendo un pianoforte sulla testa”, gli ha detto Lewis nell’ intervista.  Aggiungendo: “Io sono uno che fa, non sono uno che si piange addosso, io voglio creare”.

E Lewis – ricorda Glaser – ha fatto prodigi nelle sue creazioni, lasciando una carriera di successo come producer per  “60 Minutes” per lanciare il Center for Public Integrity nel 1988 e realizzare un osservatorio indipendente sull’ attività dell’ amministrazione Usa, con centinaia di inchieste che hanno vinto decine di premi. Per non parlare del successo di libri come “The Buying of the President,” e del Polk Award per aver  scavato dentro la Halliburton connection in relazione ai contratti ottenuti in  Afghanistan e Iraq.

Lewis ha lasciato il Centro nel 2004, e ora sta lanciando l’ Investigative Reporting Workshop, costituito presso la Scuola di Comunicazione dell’ American University, dove insegna. Lewis spiega che il Laboratorio includerà l’ “all-stars” del mondo del giornalismo investigativo, oltre ai laureati e agli studenti della scuola, che lavoreranno a medio termine su inchieste importanti – che potranno durare fra itre e i cinque anni – mentre, contemporaneamente, metteranno a fuoco metodi e tecnologie per il loro lavoro. In più, cercheranno di risolvere il problema dell’ anemia di fondi per il giornalismo investigativo.

Col Workshop, Lewis vorrebbe “dar vita a nuovi modelli e nuove entità e farlo in una atmosfera amichevole di ‘entrepreneurialsm’ — ibridando modelli ‘for-non-profits’ e ‘for-profits’. E’ una dimensione non usuale in questo campo”.

Poiché Lewis – precisa Glaser –  aveva realizzato un lavoro straordinario creando il Center for Public Integrity (anche se poi era entrato in crisi dopo la sua uscita), molte persone di alto profilo si sono avvicinate a lui per dargli una mano col Workshop, compresi esperti come l’ ex direttore del L.A. Times John Carroll e il guru del giornalismo digitale Phil Meyer.

L’ intervista è qui.

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