L’’alleanza Yahoo-giornali davanti a un futuro incerto


L’ accordo sta aiutando gli editori ad incrementare la pubblicità, ma potrebbe accollare su di loro delle tecnologie non giustificate e costare in termini di indipendenza e di flessibilità

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L’alleanza fra Yahoo e centinaia di siti web di giornali sta aiutando gli editori ad incrementare la pubblicità, ma potrebbe accollare su di loro delle tecnologie non giustificate e costare in termini di indipendenza e di flessibilità

Ritenuto cruciale per i giornali Usa le cui edizioni cartacee stanno perdendo costantemente pubblicità e lettori, i risultati del programma sono difficili da decifrare a un anno di distanza dall’ avvio del programma.
 
Alcuni dei 19 editori che collaborano con Yahoo sostengono che la partnership ha portato nuovi lettori e ha incrementato la pubblicità, soprattutto con le sinergie nel campo dei piccoli annunci fra i siti dei giornali e Yahoo’s HotJobs.

‘’Abbiamo sgranato gli occhi, guadagnavamo traffico’’, ha raccontato Dan Hayes, portavoce della Lee Enterprises Inc, editore del St. Louis Post-Dispatch. "Yahoo ha avuto un impatto benefico in tutto questo."

Altri editori che hanno aderito sono Hearst Corp (San Francisco Chronicle),  McClatchy Co (Miami Herald) e  Cox Newspapers and Media General.

Alcuni dei principali editori americani, come Gannett e Tribune Co, che stanno sviluppando un network pubblicitario autonomo, non hanno aderito.
Wall Street sostiene che le aziende che hanno aderito avrebbero compiuto un importante passo dopo aver cincischiato per più di un decennio prima di stringere dei legami più profondi con i grandi aggregatori di informazione come Yahoo o AOL.

"Hanno capito che la loro egemonia sul mercato locale va svanendo, e quindi hanno bisogno di una partenrship", ha detto Peter Appert, analista di Goldman Sachs. E Paolo Ginocchio, della Deutsche Bank, ha detto in una recente ricerca che il gruppo potrebbe invertire il declino delle entrate pubblicitarie a partire dal 2009.

‘’Ma i giornali non possono riporre tutte le loro speranze in una sola strategia’’, ha commentato Jeff Jarvis, direttore del Programma di Giornalismo interattivo alla City University of New York,  creatore di BuzzMachine, uno dei blog sul giornalismo più seguiti e collaboratore di SFN.

“La mia paura è che finiscano per pensare: ‘Bene, abbiamo fatto questo accordo e ora stiamo a posto’’, ha aggiunto.

(via Reuters e SFN)