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CafèBabel.com: partecipazione limitata

CafèBabel.com aveva fatto notizia alla fine dell’estate scorsa per l’ennesimo esperimento nel mondo dell’informazione: prendere cinque giornalisti di altrettante nazionalità differenti, metterli in una capitale – Amsterdam – e studiare la crescita di una redazione e dei relativi contenuti in base alle inchieste pubblicate. Rivista elettronica redatta in sei lingue europee, CafèBabel.com è così: dal 2001 prova a riscrivere le regole di una professione declinandola nei termini del «giornalismo partecipativo». E se l’esperienza costituisce una delle forme più interessanti di network al di fuori dei circuiti mainstream, rimane il fatto che questa iniziativa soffre di una mancanza che la rende tuttavia «poco partecipativa»: il tipo di informazione proposta è frontale, come per le testate giornalistiche tradizionali, e l’interazione con cui utenti-lettori è limitata a un forum. Il navigatore, infatti, quando legge un articolo e clicca sulla voce «commenta» viene indirizzato a un sistema di gestione «esterno», diverso per grafica e in cui scompare l’articolo a cui ci si sta riferendo. Con l’inevitabile effetto di perdere in termini di immediatezza dell’approccio e di contestualizzazione delle conversazioni. Seppur dunque, ripetiamo, CafèBabel.com rappresenti una voce fresca nel panorama europeo, rimane il fatto che la partecipazione è ancora la pecca principale di quest’esperienza.

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